Le atmosfere brasiliane di Toquinho: il regalo del grande artista al pubblico italiano / italiano e portugues

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Toquinho, 50 anni di carriera, Bologna 2018 Copyright Foto Biasion/Voyager-magazineNew! ARTICOLO IN ITALIANO E IN PORTOGHESE

«L’Italia mi ha sempre accolto con cuore aperto fin dai tempi della mia collaborazione con Vinicius de Moraes. Ho avuto l’opportunità di lavorare con musicisti italiani che mi hanno permesso di ottenere il clamoroso successo di “Acquarello“, diventando noto a livello internazionale».  Musicista, compositore e interprete, Toquinho ci regala questa sua sentita dichiarazione dopo aver concluso con grande successo uno dei suoi concerti bolognesi tenutisi al Bravo Caffè per il tour nel nostro Paese che festeggia i suoi 50 anni di carriera. Un’esibizione coinvolgente – come l’intervista esclusiva che ci ha dato – durante la quale ha cantato ad un pubblico di ogni età, entusiasta dei suoi motivi e della sua musica che coniuga tecnica e sensibilità, suoni ed armonia. I suoi 50 anni di musicista sono ricchi di numeri importanti, con 84 dischi registrati, oltre 450 composizioni e circa 8.500 spettacoli in Brasile e all’estero; per lui è stato un piacevole ritorno italiano dopo gli anni ’70/80 quando era spesso nel nostro Paese ed ebbe esperienze uniche con poeti del calibro di Ungaretti, cantautori e grandi interpreti.

Toquinho, 50 anni di carriera 2018

Italiano di origine, il suo vero nome è Antonio Pecci Filho, nasce a san Paolo in Brasile il 6 luglio 1946 e a 17 anni si innamora della chitarra sino a che non conosce Chico Buarque, incontro grazie al quale decide di diventare musicista. Antonio, che è persona solare e ironica, ha scelto come nome d’arte il vezzeggiativo con cui da piccolo la madre lo chiamava. «Prima di tutto, la mia ascendenza è tutta italiana: i miei genitori – ci spiega il Maestro – nacquero in Brasile, ma mio nonno paterno nacque in provincia di Campobasso, nel Molise. E mia nonna paterna è calabra, mentre i miei nonni materni sono di Mantova».

A metà degli anni sessanta, Toquinho esordì come compositore venendo a contatto con l’ambiente artistico che si trovava a Rio de Janeiro: fu l’occasione di crescere culturalmente e musicalmente grazie alle collaborazioni con artisti importanti e dal nascente, innovativo sound della ‘bossa nova’: tra questi ricordo, João Gilberto, Tom Jobim, Vinicius de Moraes, e Baden Powell. L’incontro che segnò la sua carriera avvenne nel 1969: Toquinho strinse amicizia con il poeta Vinicius de Moraes, nel ’70 scrisse assieme a lui l’ever green “Garota de Ipanema”, la coppia lavorò assieme per undici anni componendo 120 canzoni, 25 dischi e centinaia di concerti dal vivo. E ora la parola a questo grande protagonista della miglior musica brasiliana. (qui il musicista in una foto degli anni ’80)  «Giunsi in Italia nel 1969 insieme a Chico Buarque e vi rimasi sette mesi – ricorda il musicista – fu un periodo di apprendimento, un inizio di carriera difficile per entrambi anche per le difficoltà finanziarie, superate grazie a buonumore, ottimismo e un pizzico di fortuna. Imparai ad apprezzare l’Italia e con Vinicius intrapresi una lunga strada di registrazioni e concerti che si moltiplicarono più tardi, anche senza la presenza del poeta».

D. 50 anni di carriera festeggiati in un tour italiano, una lunga carriera di successi inimitabili, cosa ci vuole ricordare in queste serate e cose le ha dato il nostro Paese?

«Ho una sensazione di rinnovamento costante e miglioramento continuo. Ogni anno rafforza questa mia impressione e i decenni sono proseguiti nella scoperta di nuove tecniche e nella crescita del vigore, amplificato dai risultati e dai successi. Il tempo non cancella ciò che brucia nella nostra anima. E la musica sarà sempre una fiamma per riscaldare la mia dedizione alla chitarra: studio ogni giorno alla ricerca di nuovi accordi e armonie. Amo fare quello che faccio, il palcoscenico è l’estensione del mio essere. L’attuale concerto presenta i miei successi più significativi con vari partner: assoli di chitarra e tributi speciali a Tom Jobim e Vinicius e Moraes. Ho avuto il privilegio di tenere qui amici che hanno valutato la mia carriera non solo professionalmente ma anche sotto il lato umano, come Sergio Endrigo, Ornella Vanoni, Lucio Dalla, e più recentemente Andrea Boccelli, con cui ho avuto la grande emozione di lavorare insieme in Brasile e in Italia. Soprattutto, la gente italiana si identifica molto con i miei atteggiamenti e comportamenti, facendomi sentire questa terra come la mia seconda patria».

D. La “Ragazza di Ipanema” è stato un simbolo di quegli anni che divenne un successo mondiale: ci ricorda il profilo di Vinicius de Moraes e della vostra collaborazione artistica?

«La Garota de Ipanema” è diventato un inno alla bellezza melodica e alla giovialità poetica. Da due geni, Jobim e Vinicius, si poteva solo sperare in un successo immortale. Oltre all’inconfondibile melodia di Jobim, semplicemente sofisticata, Vinicio non aveva paura del “luogo comune”. Aveva un orecchio ed una sensibilità molto acute. In esso, ogni parola ha un suono che si adatta alla melodia. Vinicio era padrone di ciò. Utilizzava la parola esatta per ogni accordo, così importante nella composizione finale. Ha usato la sua indomita ricerca della passione, così ben espressa nella qualità dei suoi sonetti. E la giovialità dei suoi testi vicini alla musica popolare brasiliana. Oltre alle altre sfaccettature legate alla musica: come condurre uno spettacolo, la scelta del repertorio, le dinamiche di uno show, il trattare con le persone. E io sono stato un privilegiato, tutto questo è entrato in me durante la partnership con Vinicius e migliorato nel prosieguo della mia carriera». 

Salvador de Bahia

D. Da noi la Vanoni ha partecipato a Sanremo 2018! Lei ha collaborato con Endrigo, Ornella e altri grandi interpreti, coi successi di “La voglia, la pazzia” ecc., cosa ricorda di quei periodi?

«Era un momento propizio! Ho vissuto un mese nella casa di Ornella, una bella casa sulla Via Appia, con enormi giardini. Ho fatto le prove con lei e Bardotti in modo che tutto fosse perfetto nelle registrazioni; abbiamo avuto la disponibilità di varie persone e questo ha contribuito alla qualità del lavoro. Tutto è stato fatto con grande tranquillità e tempo, oggi sarebbe impossibile. Non solo l’LP è diventato uno dei più importanti dell’anno, ma non è mai uscito dai cataloghi fino ad ora, ed è stato comunque un grande successo in tutta Italia e in molti altri paesi. Come la versione di Bardotti, studioso del portoghese che parla fluente la nostra lingua: è venuto fuori con tutto ciò che la salsa e la malizia di Vinicius mise al momento della composizione. Un altro fattore determinante per il successo dell’album è stata la presenza di Ornella, grande testimonial del prestigio e della popolarità della musica brasiliana in Italia. Appena incise “La rosa spogliata” commentò così: “Ho pensato che non sarei in grado di mettere la voce in questo brano in così poco tempo, perché mi commuove molto, mi porta una grande passione, il martirio, l’agonia”. E finì per piangere comunque…».

D. La bella musica oggi in Brasile è sempre così suadente come quando suonava con Vinicius o è cambiata? Perché la musica brasiliana affascina così tanto gli italiani?

«La musica brasiliana degli anni ’60 e ’70 difficilmente verrà eguagliata o superata. Oggi c’è un gap di talento e una qualità melodica e poetica.  Per quanto riguarda il fascino da parte degli italiani, è molto naturale, proprio come la musica italiana incanta il popolo brasiliano. Siamo molto simili nella disponibilità umana, nell’espansività fraterna, questo facilita l’ammirazione reciproca, non solo nella musica, ma in tanti altri aspetti della vita quotidiana».

San Paolo

D. Dove vive in Brasile e quali luoghi della sua terra ama maggiormente? «Ho sempre vissuto a San Paolo, città che amo, con la quale sono pienamente integrato. Al di là di esso, le città del nordest mi fanno molto bene, per la natura sontuosa, per la generosità della sua gente e per la cucina molto speciale».

Info: http://www.toquinho.com.br

TRADUÇÃO EM PORTUGUÊS  Entrevista de Giulio Biasion

As atmosferas brasileiras de Toquinho: o presente desse grande artista para o público italiano

<A Itália sempre me recebeu de coração escancarado, desde a época de minha parceria com Vinicius de Moraes. Tive a oportunidade de trabalhar com músicos italianos que me possibilitaram o sucesso retumbante de “Acqarello”, tornando-me conhecido internacionalmente>. Toquinho isto dá-nos a sua declaração apaixonada imediatamente depois de terminar com grande sucesso um de seus shows Bolognese realizada para a pequena turnê no nosso país que está comemorando seu 50 anos de carreira.

Uma performance emocionante e envolvente quanto suas palavras, durante o qual ele cantou para um público de todas as idades animado sobre seus motivos e sua música sussurrada. Para ele, era um bom retorno em uma das cidades que ele visitou nos anos 70, quando ele foi muitas vezes em nosso país e teve experiências únicas com poetas como Ungaretti, compositores como Endrigo e Bardotti, grandes artistas como Ornella Vanoni com quem criou algumas canções em italiano.

Origem italiana, seu verdadeiro nome é Antonio Pecci Filho, nascido em San Paulo, Brasil 06 de julho de 1946 e 17 anos no amor com a guitarra até que ele conhece Chico Buarque, em reunião com o qual ele decidiu se tornar um músico. Antonio, que é uma pessoa alegre e irônica, escolheu como nome artístico o apelido com o qual sua mãe o chamava quando criança.”Primeiro de tudo, minha ascendência é italiano tudo: meus pais – explica o Master – nascido no Brasil, mas meu avô paterno nasceu na província de Campobasso, Molise. E minha avó paterna é calabresa, enquanto meus avós maternos são de Mântua ».

Em meados dos anos sessenta, Toquinho começou como um compositor entrar em contato com a comunidade criativa que estava no Rio de Janeiro foi a oportunidade de crescer culturalmente e musicalmente, graças a colaborações com grandes artistas e emergentes, bossa inovador som nova : entre essas memórias, João Gilberto, Tom Jobim, Vinícius de Moraes e Baden Powell. A reunião que marcou sua carreira aconteceu em 1969, Toquinho fez amizade com o poeta Vinicius de Moraes, e em ’70 ele escreveu com ele o sempre verde “Garota de Ipanema”, a dupla trabalhou junto por onze anos, cento e vinte e compor músicas vinte e cinco discos e centenas de concertos ao vivo.E agora a palavra para esse grande protagonista da melhor música brasileira. «Cheguei à Itália em 1969 junto com Chico Buarque e fiquei lá por sete meses – recorda o músico – foi um período de aprendizado, difícil início de carreira devido a dificuldades financeiras, superado graças ao bom humor, otimismo e um pouco de sorte. . Aprendi a apreciar a Itália e, com Vinicius I, percorri um longo caminho de gravações e concertos que se multiplicaram mais tarde, mesmo sem a presença do poeta ».

D. 50 anos de carreira celebrados em uma turnê italiana, uma longa carreira de sucessos inimitáveis, o que queremos lembrar nessas noites e coisas deram ao nosso país? Resp.: Perdura a sensação de uma constante renovação e de um contínuo aprimoramento. Cada ano robustece o seguinte e as décadas se diluem na descoberta de técnicas novas e na extensão do vigor ampliado pelas conquistas e pelos sucessos. O tempo não apaga o que nos arde na alma. E a música será sempre uma chama a aquecer minha dedicação ao violão. Estudo todos os dias a procura de novos acordes e harmonias. Amo fazer o que faço, o palco é a extensão de minha. O concerto atual mostrará meus mais significativos sucessos com diversos parceiros. Solos de violão e homenagens especiais a Tom Jobim e Vinicius e Moraes. Em primeiro lugar, minha ascendência é toda italiana. Além disso, tive o privilégio de conservar amizades que valorizaram minha carreira não só profissionalmente, mas no sentido humano também, como Sergio Endrigo, Ornella Vanoni, Lucio Dalla, e, mais recentemente Andrea Bocceli, com quem tive a grande emoção de atuar junto no Brasil e na Itália. Mais que tudo, a gente italiana se identifica muito com minhas atitudes e comportamentos fazendo-me sentir essa terra como minha segunda Pátria.

 D. O Garota de Ipanema foi um símbolo daqueles anos, depois se tornou um sucesso mundial: nos lembra do perfil de Vinicius de Moraes e de sua longa colaboração artística? Resp.: “Garota de Ipanema” tornou-se um hino à beleza  melódica e à jovialidade poética. De dois gênios – Jobim e Vinicius – só podia esperar-se um sucesso imorredouro. Além da melodia inconfundível de Jobim, simplesmente sofisticada, Vinicius não tinha medo do “lugar comum”.  Ele tinha um ouvido interno muito aguçado. Nele, cada palavra tem um som que se ajusta à melodia.  Vinicius era mestre nisso. Usar a palavra exata para cada acorde, tão importante na composição final. Usava sua indomável busca pela paixão, tão lindamente expressa na qualidade de seus sonetos. E a jovialidade de suas letras para a música popular brasileira. Afora outras facetas ligadas à música. Como comandar um espetáculo, a escolha do repertório, a dinâmica de um show, o tratamento com as pessoas. E, privilegiado que sou, tudo isso foi sendo incorporado por mim durante a parceria com Vinicius e aprimorado na sequência de minha carreira.

D. Ornella Vanoni participou do Sanremo 2018! Você colaborou com Endrigo e outros grandes artistas, com os sucessos de “Acquarello”, “La voglia, la loucura” e “Senza paura”, o que você quer lembrar sobre esses períodos?  Resp.: Foi uma época auspiciosa! Passei um mês hospedado na casa de Ornella, uma casa linda na Via Appia, com jardins enormes. Fiquei ensaiando lá com ela e o Bardotti para que tudo saísse perfeito nas gravações. Contávamos com a disponibilidade das pessoas, e isso contribuiu para a qualidade do trabalho. Tudo foi feito com muita tranquilidade e tempo, o que, hoje, seria impossível. O LP não só se tornou um dos mais importantes do ano como, até hoje, jamais saiu de catálogo, sendo ainda um grande sucesso em toda Itália e em muitos outros países. As versões de Bardotti, estudioso da língua portuguesa e falando fluentemente nossa língua, saíram com todo molho e picardia que Vinicius colocou no momento da composição. Outro fator determinante para o sucesso do disco foi a presença de Ornella, grande responsável pelo prestígio e popularidade da música brasileira na Itália. Quando acabou de gravar “ La rosa spogliata” (“A rosa desfolhada”), comentava: “Achei que não iria conseguir colocar voz nessa música assim tão rapidamente, pois ela me emociona muito, me traz uma coisa muito grande de paixão, martírio, agonia”.  E acabou chorando mesmo…

 D. A música linda no Brasil ainda é tão atraente quanto quando estava tocando com o Vinicius ou mudou? Por que a música brasileira fascina tanto os italianos? Resp.: A música brasileira dos anos de 1960 e 1970 dificilmente será igualada ou superada. Hoje há uma lacuna de talentos e de qualidade melódica e poética. Quanto ao fascínio por parte dos italianos, é   muito natural, assim como a música italiana encanta o povo brasileiro. Somos muito parecidos na disponibilidade humana, na expansividade fraternal, isso  facilita a mútua admiração,  não só na música, mas em tantos outros aspectos da vida cotidiana.

D. Onde você mora no Brasil e em quais lugares da sua terra você mais gosta? Resp: Sempre vivi em São Paulo, cidade que amo, com a qual me integro por inteiro. Além dela, as cidades do Nordeste me fazem muito bem, pela pródiga natureza, pela generosidade de seu povo e pela culinária muito especial.