‘Artrooms Fairs’, quando l’arte moderna si coniuga con l’ospitalità

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Camere d’albergo trasformate in visionarie stanze d’artista. Per sognare a occhi aperti attraverso l’arte contemporanea con sculture, installazioni video e ologrammi e potere, addirittura, dialogare con i quadri. E’ accaduto in un prestigioso Hotel a Roma dove, nei primi giorni di marzo, si è tenuta la fiera Artrooms Fairs, prima edizione italiana della kermesse, lanciata a Londra per la prima volta tre anni fa, e curata da Cristina Cellini Antonini, Francesco Fanelli e Chiara Canal. L’idea è di mettere a disposizione gratuitamente a creativi ed artisti indipendenti, non rappresentati da una galleria o un curatore, degli spazi espositivi, per offrire loro «una vetrina nel mercato dell’arte pur garantendogli una dimensione intima del contatto col pubblico», come ci ha spiegato Cristina Cellini Antonini.

A fare da sfondo ad Artrooms Fairs è stato l’elegante The Church Palace Hotel – un imponente edificio storico di ispirazione rinascimentale immerso nel parco di Villa Carpegna – il cui CEO, l’Architetto Pietro di Pierri, collezionista d’arte sempre attento alle nuove tendenze, ci racconta i perché dell’iniziativa da lui voluta: «L’arte è sempre stata protagonista al The Church Palace, ancor prima di ospitare questa fantastica fiera all’interno della nostra struttura. In questi pochi anni, abbiamo cercato di trasformare questa meraviglia architettonica in una ‘confusione artistica’. Uso il termine confusione perché in tale direzione abbiamo sognato, lavorato e creato la nostra visione del bello e dell’accoglienza». È questo lo spirito con cui di Pierri ha trasformato un sogno in una casa per tanti avventori stranieri e italiani, e in un punto di riferimento per eventi culturali e mondani, col quale Artrooms Fairs si sposa alla perfezione, e che, anzi, gli splendidi spazi del The Church Palace Hotel hanno permesso di arricchire ed espandere. Pietro Di Pierri ci ha raccontato l’evento, che è stato pensato per essere una vera e propria mostra, ma anche un talent scout. Ha per questo aperto le porte del suo albergo «ai collezionisti ma anche agli operatori del settore, alle gallerie e a un pubblico nuovo che vuole avvicinarsi all’arte contemporanea».

Il The Church Palace è stato “invaso” da più di 80 artisti indipendenti (più alcuni special guest, per un totale di 100), rappresentativi dei nuovi trend mondiali, selezionati dai curatori tra le oltre 1700 domande di partecipazione ricevute. Per la sezione “Rooms”, format classico della kermesse, 50 artisti hanno avuto a disposizione ciascuno una delle camere dell’albergo, e le hanno allestite e gestite nella più completa autonomia, trasformandole in atelier privati: in un tale contesto, intimo e familiare, hanno personalmente accompagnato gli ospiti, i collezionisti e i galleristi, e hanno così potuto «raccontare meglio il proprio lavoro direttamente a visitatori», ci spiega di Pierri.

Gli spazi del The Church Palace Hotel hanno permesso, inoltre, di espandere il format della fiera, aggiungendo uno “Sculpture Park”, con l’installazione di venti sculture nel parco della Villa, e una sezione “Video Art”, ospitata nell’auditorium dell’albergo, l’Auditorium Cinema Bachelet: una sala di 500 posti dotata dei più sofisticati servizi multimediali e dolby surround. Questa sezione è stata curata da Gianfranco Valleriani: sono state proiettate venti opere di video-arte, in un collage ottico tra passato e futuro fatto di rimandi onirici che attingono alla memoria individuale e collettiva, in cui ad esempio il tema corpo, che si fa anima nella poesia svelandone non solo gioia ma anche sofferenza e atrocità, ricostruisce le identità personali.

A completare il tutto, special events, interviste e la telepresenza olografica (la prima esperienza italiana di questo tipo) di Studio Tangram, in una versione “ready to wear” e interattiva del teatro IceMagic dell’illusionista Erix Logan, con la partecipazione della cantante Sara Maya. L’intero “Sculpture Park” è rimasto al suo posto, arricchendo permanentemente gli ampi spazi verdi dell’albergo, così come l’istallazione “Prayers from around the world” di Tanja Burgelin.

Alla possibilità che Artrooms Fairs venga ripetuta, di Pierri ci ha così risposto: «Certamente. Come già detto l’arte è il cuore del The Church Palace e questa forma di mecenatismo moderno non può che arricchire gli occhi e i cuori dei nostri clienti lasciando libero spazio alla loro immaginazione artistica. Allo stesso tempo mi sento di poter esternare la nostra soddisfazione nel dare la possibilità a giovani artisti di poter esprimere ed esporre la loro arte in una condizione di indipendenza e di non sudditanza di un sistema predefinito».

Info: 06.660011 – e-mail: info@thechurchresort.com
www.thechurchpalace.com

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