Klagenfurt e il lago Wörthersee, le perle della Carinzia

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Klagenfurt am Wörthersee, capoluogo della Carinzia affacciata sulla riva orientale del lago Wörthersee, mi accoglie con un anticipo di autunno fatto di un pò di pioggia e di cielo velato: proprio quel che serve per dare alla città un non so che di fatato, così mi accingo a scoprirla proprio come se io fossi dentro a una favola. Non può essere diversamente perché il mio primo incontro è con Lindwurm, un drago alato, ovvero con la sua statua (risale al 1593) nella piazza principale, la Neuer Platz. Ammetto che a me il ‘dragone’ è simpatico, ma non doveva esserlo a chi viveva in questo luogo quando qui c’era solo un terreno paludoso, dove questo essere imponente faceva il bello e il cattivo tempo terrorizzando – e divorando- gli abitanti, fino a quando tre ragazzi, usando un agnello come esca, lo uccisero. 

Nella statua, davanti al drago, proprio per non farci mancare niente c’è anche Ercole con tanto di mazza per tenerlo a bada. Oggi il drago sputa acqua e siccome mi è capitato di passarci davanti spesso lo ho visto come un punto di riferimento simpatico. Seguo Maria Hartlieb, la bravissima guida, nel centro storico di Klagenfurt, e si arriva  nella magnifica Alter Platz (la Piazza vecchia, poi c’è l’altra grande piazza cittadina, la Neuer Platz, la “Piazza nuova“ edificata dopo la ristrutturazione urbanistica del XVI sec). Di nuovo mi sento in una favola, davanti all’ Haus zur Goldenen Gans”, la Casa dell’oca d’oro, che si dice essere la casa a più antica di Klagenfurt, del 1489, e mi perdo a pensare cosa doveva avere visto questo edificio quando era il pied-à-terre dell’imperatore Federico III… L’oca in questione nel 2016 fu rubata e poi ritrovata in Stiria. La piazza è il centro antico della città, coi suoi edifici del XVI° e XVII° secolo, con Palazzo Welzer, del XVII secolo dove un tempo sorgeva il Vecchio Municipio.

Spicca nella piazza anche la Dreifaltigkeitssäule, la Colonna della Trinità o Colonna della peste, che fu eretta nel XVII secolo in memoria delle vittime della peste del 1680. La guida mi conduce in quella che è la zona pedonale più antica dell’Austria, in Kramergasse, ed ecco che continuo a sentirmi in una favola, davanti alla statua di Wörtherseemandl (dell’artista austriaco Heinz Goll) uno gnomo che, davanti a una fontana, alza un dito che i passanti toccano perché porta fortuna. Anche il Landhaus , l’antico palazzo della dieta regionale – iniziato nel 1574 e terminato nel 1587- , con le sue torri slanciate, aumenta in me l’effetto-favola, con la Wappensaal, la “sala degli stemmi”, dalle pareti interamente affrescate con 665 stemmi delle antiche e nobili famiglie carinziane. Suggestioni di un tempo arrivano anche dalla Domkircke, il Duomo di Klagenfurt in Domplatz, risalente al XVI secolo e dedicata ai Santi Pietro e Paolo.

Ma più famosa è la chiesa di  Sant’Egidio, dove troviamo la Cappella Fucs, che l’omonimo artista – Ernst Fuchs, scomparso nel 2015 e significativo esponente della scuola viennese del Realismo fantastico- ha affrescato nel corso di 20 anni. Nella cappella, detta anche dell’ Apocalisse, si alternano scene bibliche e moderne, con l’inserimento di  elementi come satelliti, aerei da combattimento e astronauti. Nella parete principale campeggia San Michele che sconfigge il demonio, e tutta la cappella è fitta di immagini dai colori vivissimi, un po’ inquietanti e -almeno a mio avviso- con citazioni prerafaellite. Sono ancora in una favola, più che mai, avvolta da colori, simboli, arcane presenze, demoni e angeli e tanto altro ancora. Entra una troupe televisiva per fare delle riprese, così mi riscuoto ed esco, con negli occhi il ricordo di quella grande stanza dove nemmeno un centimetro è senza un’immagine.

Una storia sulla cima del campanile

Esco, ma solo per un’altra avventura, una piccola sfida, salire 400 gradini per arrivare sulla cima del grande campanile, alto 91,7 metri, costruito alla fine del XVII secolo.

Arrivata in vetta mi aspettano non solo una vista spettacolare della città, ma anche una piccola e comoda stanza dove Horst Ragush, -sarebbe riduttivo definirlo una guida, è piuttosto un nume tutelare- racconta la storia dell’edificio e molto altro ancora. Racconta della famiglia che fu l’ultima custode del campanile, di Helene Reichelt che in quella stanza visse e allevò i suoi figli: ci abitò per 43 anni, fino al 1966, e divorziò dal marito, un falegname analfabeta. Nella sua dignitosa povertà, non rinunciò alla lettura anche se conduceva una vita grama: salì nella sua vita circa 9mlioni di scalini, e si fece carico dell’educazione dei figli tanto che studiarono, e una delle ragazze è diventata docente universitaria di fisica atomica. Scendo dal campanile e seguo la bravissima guida alla scoperta ancora della città e di un altro tassello da aggiungere alla mia favola:  vicino alla chiesa, al n.6 della Wienergasse, c’è un palazzo che risale al XV secolo ed è la Löwenhaus, la “casa dei leoni” perché vi campeggiano appunto otto leoni con tanto di corona, che risalgono al Settecento, e che strappano un sorriso perché a chi li osserva ricordano, più che i re della savana, delle scimmie con la criniera!

Il tempo è migliorato, è il momento di spostarmi nei dintorni ma senza rinunciare a un’atmosfera un po’ speciale, come quella che si vive al Minimundus, un parco tematico che ospita le ricostruzioni in miniatura di più di cento monumenti mondiali, imperdibile se si viaggia con dei bambini. E si ritorna un po’ bambini anche arrivando alla Pyramidenkogel, la torre di legno panoramica più alta del mondo, 100 metri: si racconta che la sua struttura sia stata ispirata delle forme di Sofia Loren. Sorge in cima a una montagna di 800 metri e domina il lago Wörthersee, del quale offre una vista a 360 gradi. Si può salire a piedi (oltre  400 scalini) o in ascensore, ma per scendere c’è anche uno scivolo a spirale, 120 metri di brivido ma in tutta sicurezza che attirano i ragazzini e non solo, quanti adulti ho visto in fila!

Per dormire a Klagenfurt una scelta strategica, in pieno centro,  è il Select Hotel Moser Verdino, Domgasse 2. Da ricordare che negli hotel viene consegnata la “Wörthersee Pluscard”, che dà diritto a sconti e agevolazioni. 

I prodotti, la ristorazione

Klagenfurt a tavola offre ottime sorprese, soprattutto se si ha la fortuna di capitare nelle Giornate della Cucina dell’ Alpe Adria, che nei giorni scorsi ha festeggiato la quinta edizione con una serie di eventi gastronomici di rilievo, protagoniste le cucina di Carinzia, Veneto, Friuli, Slovenia e Stiria (un appuntamento da mettere in calendario per il prossimo anno). Ho avuto la fortuna di partecipare alla serata di Riegersburg al castello di Maria Loretto, una location da favola – sì, le favole sono davvero il filo conduttore di questo viaggio- al Lendspitz, sul lago di Wörthersee, dove sono stati serviti piatti genuini e al tempo raffinati, a cominciare da un ottimo prosciutto crudo.

I ristoranti a Klagenfurt sono una vera tentazione:  Gasthaus Augustin, Pfarrhofgasse 2,  mi vizia fin da subito con un ottimo gulash;

Landhaushof, Landhaushof 1, è il ristorante sotto il Parlamento dove gusto un’ottima salsiccia (tipo wurstel) con crauti e rafano e assaggio un po’ di ottima Schnitzel la classica salsiccia;

a Panima in Osterwitzgasse 6 mi lascio tentare da un ottimo trancio di salmerino. Infine, niente di meglio di una visita al mercato del giovedì e del sabato mattina, il mercato in Piazza San Benedetto: frutta, verdura, formaggi, salumi, dolci, distillati che arrivano dai produttori della zona ma anche da  Italia e Slovenia. L’ideale per portarsi a casa un ricordo gastronomico da condividere con gli amici e rivivere un po’ dell’atmosfera di Klagenfurt.

Info: www.visitklagenfurt.at, www.visitklagenfurt.at/alpenadria