Gorizia insieme a Nova Gorica sono un’unica Capitale Europea della Cultura per il 2025

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Gorizia assieme alla vicina Nova Gorica, in terra Slovena, è stata nominata Capitale Europea della Cultura 2025. Qui si cammina sul filo della storia da scoprire, attraverso percorsi guidati per conoscere il passato “francese della città”, scelta dalla corte di Carlo X di Borbone come meta d’esilio, o per provare di nuovo il brivido di oltrepassare un confine

Città di confine di grande fascino per il suo illustre passato, Gorizia è quest’anno la Capitale Europea della Cultura 2025, per la prima volta in partnership con la sorella slovena Nova Gorica.
E’ l’occasione per esplorare un territorio che unisce secoli di storia, battaglie per la libertà e tradizioni multiculturali. Situata tra Italia e Slovenia, Gorizia è un crocevia di culture latine, slave e germaniche, un luogo dove passato e presente si intrecciano in un’atmosfera serena e aperta.

Un patrimonio Storico e Architettonico unico

La città friulana oggi racconta storie di un importante passato attraverso i suoi monumenti, chiese e palazzi storici. Il Castello medievale, simbolo della città, domina il paesaggio circostante da un colle con una vista a 360 gradi, testimone delle vicende che hanno segnato la sua storia. Una visita non deve mancare: dal qui la vista sulle due città separate dall’azzurro Isonzo e sulle colline del Collio è imperdibile.

La piazza Transalpina, simbolo di una regione a lungo divisa, testimonia i profondi mutamenti geopolitici che l’area ha vissuto nel corso dei secoli: conflitti, separazioni, ma anche rinascite. Il crollo della Jugoslavia di Tito, l’indipendenza della Slovenia e il suo ingresso nell’Unione Europea hanno aperto una nuova fase di cooperazione (nella foto a destra di Leo Caharija e il vecchio confine nella piazza, sotto).
Dal 2011, tre comuni – Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba – collaborano attraverso il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT GO), per affrontare sfide condivise e promuovere una reale integrazione urbana e sociale. Grazie a questa sinergia, le differenze di confine sono diventate opportunità. Un traguardo importante è stata la candidatura congiunta di Nova Gorica e Gorizia come Capitale Europea della Cultura 2025, sotto lo slogan “GO! BORDERLESS”. Un progetto culturale partecipativo e concreto, pensato per migliorare la qualità della vita di tutta l’area di confine.

La piazza Transalpina – Trg Evrope – oggi periferica, è diventata il cuore simbolico e operativo del programma culturale. Divisa a metà tra Italia e Slovenia, è già un punto d’incontro tra due mondi e, con l’eliminazione delle barriere fisiche, un simbolo di amicizia e cooperazione. Tuttavia, permangono ostacoli amministrativi. Durante la pandemia, la temporanea chiusura del confine ha reso evidente quanto le due città siano, in realtà, strettamente legate da relazioni quotidiane e scambi: due centri distinti, ma un’unica comunità. Gli Alleati, intransigenti, segnarono il confine con il gesso, arrivando persino a separare le case dalle rispettive stalle. La linea, parallela ai binari della Transalpina, spezzò una comunità etnicamente e linguisticamente mista, costringendo molti a scegliere tra i due Stati e ad abbandonare le proprie proprietà. Oggi, vivere qui è ben diverso. Il confine tracciato a tavolino dopo la guerra – rigido e insensibile alla vita reale tra campi, strade e abitazioni – appartiene al passato: una barriera tagliata senz’anima, senza il minimo rispetto per le popolazioni tra campi, strade e case, passate in poche ora da un Paese (il nostro) all’altro, la Jugoslavia di Tito.

Emblematica è via del Rafut, salita alla ribalta nel 1947, quando la nuova frontiera tra Italia e Jugoslavia, tracciata con i trattati di pace, la divise in modo brutale. Gli Alleati, intransigenti, segnarono il confine con il gesso, arrivando persino a separare le case dalle rispettive stalle. 

La striscia bianca del confine tra Italia e Slovenia del 1947 divideva in 2 case e stalle

La linea, parallela ai binari della Transalpina, spezzò una comunità linguisticamente ed etnicamente mista, costringendo molti a scegliere tra i due Stati e ad abbandonare le proprie proprietà. Oggi, vivere qui è ben diverso. Il confine tracciato a tavolino dopo la guerra – rigido e insensibile alla vita reale tra campi, strade e abitazioni – appartiene al passato: una barriera tagliata senz’anima, senza il minimo rispetto per le popolazioni, passate in poche ora da un Paese (il nostro) all’altro, la Jugoslavia di Tito.

Tra i tesori della cittadina friulana, spiccano Palazzo Werdenberg, sede della Biblioteca Statale Isontina, e Palazzo Attems Petzenstein (foto Massimo Crivellari), che ospita i Musei Provinciali e una rinomata Pinacoteca. Qui si possono ammirare opere di maestri del Settecento veneto e visitare mostre temporanee di rilievo. Villa Coronini Cronberg, una residenza storica costruita nel Cinquecento, è un qualificato esempio di architettura di confine. Qui, il visitatore può immergersi nel passato, attraversando sale arredate con mobili e opere d’arte che spaziano dal Seicento all’Ottocento. Al suo interno si trovano reperti archeologici, sculture e dipinti di artisti famosi come Bernardo Strozzi e Rubens. 

Il Duomo di Gorizia, è dedicato ai Santi Patroni Ilario e Taziano che sono anche i Patroni della città. Le origini risalgono a tempi remoti: c’è infatti una testimonianza del 1296 che ne accerta l’esistenza. Dopo vari rimaneggiamenti nel corso dei secoli, una fra le più rivoluzionarie fasi di ripristino fu quella tra il 1688 e il 1702, quando venne abbattuta l’unica navata centrale in stile gotico. Al suo posto venne costruita una chiesa a tre navate, molto originale in stile barocco, con due gallerie e matronei ed una ampia tribuna per l’organo e il coro sopra la porta centrale. La facciata, del XIX secolo in stile neoclassico, non è certo pari a quanto potrete vedere all’interno.

Nei dintorni non può mancare la visita ad un luogo molto toccante, il Sacrario Militare di Oslavia od Ossario, un monumento commemorativo situato presso la Quota 153 del Monte Calvario, nei pressi di Oslavia, per raccogliere le spoglie dei soldati caduti nelle diverse battaglie della Grande Guerra combattute nella zona di Gorizia e Tolmino. Le quattro torri custodiscono al suo interno i loculi dei caduti identificati, disposti lungo le pareti, per un totale di circa 20 mila nomi, tra cui 138 austro-ungarici. Gli altri 37 mila corpi senza nome (539 di nazionalità non italiana) sono tumulati in tre grandi ossari posti al centro delle tre torri laterali. Nella torre centrale si trovano le tombe di tredici uomini decorati con la Medaglia d’Oro al Valore Militare.

Prodotti agricoli, vini e cucina variegata
Gorizia si trova immersa in un paesaggio che unisce l’urbanizzazione storica alla bellezza naturale delle dolci colline del Collio. I wine lover, come oggi si suole definirli, apprezzano questi vigneti e la produzione di vini pregiati, soprattutto rinomati per bianchi. La città è circondata da verdi colline, ma anche da ambienti naturali come il Parco Viatori e il Giardino delle Azalee, che offrono momenti di tranquillità. Non mancano anche le passeggiate panoramiche, che regalano scorci suggestivi sulla città e sulla valle dell’Isonzo. La sua posizione di confine con la Slovenia ha contribuito a dare alla città una cultura gastronomica ricca e variegata, che unisce influenze italiane, austriache e slovene. Ad esempio un piatto simbolo goriziano è la Rosa di Gorizia, un radicchio dal gusto particolare che rappresenta un’autentica eccellenza locale.
La cucina goriziana è il risultato di un incontro tra tradizioni gastronomiche diverse. Le ricette locali mescolano influenze della cucina mitteleuropea, friulana e triestina, e sono arricchite da ingredienti tipici come il miele, il radicchio, e il musetto con brovada (cotechino con rape bianche).

La tradizione del Collio si riflette nei suoi celebri vini, tra cui un bianco che qui trova le sue migliori realtà produttive, la Ribolla gialla, nondimeno il Friulano, il Cabernet Franc e la Malvasia Istriana, accompagnati da distillati come il Pelinkovec.
Questa è anche la terra di dolci tradizionali molto apprezzati, come la gubana (nella foto), un dolce pasquale a base di frutta secca, miele e canditi, e la putizza, un dolce ripieno di noci, uvetta e zucchero. Questi piatti raccontano non solo la storia culinaria locale, ma anche il suo legame con le diverse culture che l’hanno attraversata nel corso dei secoli. Ne parleremo in un prossimo servizio ad hoc!

Un’esperienza culturale da non perdere 

Fontana di Nettuno, foto di Massimo Crivellari

Gorizia non è solo una città da visitare, ma un luogo da vivere, dove storia, cultura e tradizione si intrecciano. Ogni angolo della città, dai monumenti storici ai parchi, racconta una storia di incontri e confluenze culturali che rispecchiano il suo essere una città di confine, aperta agli altri popoli. Gli eventi culturali, come Gusti di Frontiera, un festival gastronomico che propone la cucina internazionale, rappresentano un’opportunità unica per esplorare la città attraverso i suoi sapori e profumi. Quest’anno che Gorizia è capitale della cultura, la straordinaria città friulana ha l’opportunità di raccontare la propria storia a un pubblico ancora più vasto, unendo il passato al futuro e offrendo a tutti i visitatori un’esperienza culturale unica.

GoGreen per valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico 
Il programma è un progetto di Fondazione Carigo che promuove un modello di turismo sostenibile, basato sulla mobilità lenta e sulla riscoperta del rapporto tra uomo e natura, nel rispetto dei luoghi e delle risorse ambientali, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030. Paesaggio, memorie storiche, sostenibilità e innovazione sono le principali aree d’interesse su cui si fondano le esperienze di goGreen, nel recente spazio espositivo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Le modalità e i linguaggi utilizzati trasformano le storie e le memorie in esperienze, senza violare la natura o aggredire il paesaggio, ma dando vita ad interventi a basso impatto capaci di creare nuove e autentiche, forme di connessione tra l’uomo e la natura. Gorithia. “Tra le pieghe del tempo 1001-2025” è un progetto che si compone di quattro mostre, ciascuna dedicata a un periodo storico della storia di Gorizia, che si alternano nello Smart Space di via Carducci 2. Info: info@fondazionecarigo.it

Un viaggio nel cuore della storia e cultura europea
Gorizia è un luogo che lascia un segno. Un crocevia di culture, una città che, attraverso la sua storia, la sua architettura e la sua gastronomia, racconta l’incontro di mondi diversi. Con la nomina a Capitale della Cultura 2025, Gorizia si conferma come una destinazione imperdibile per chi cerca una città ricca di storia, tradizione e bellezza naturale: festival d’arte contemporanea e rassegne cinematografiche, spettacoli di danza, concerti di musica elettronica e talk su tecnologia e innovazione. Sempre alla ricerca dell’incontro e la contaminazione tra produzioni italiane, slovene e internazionali. Info: https://www.go2025.eu/it/whats-up/calendario-eventi-gorizia-nova-gorica

Tour ed eventi di GO! 2025 nei prossimi mesi
Il Tour del contrabbando è un’immersione nel tempo del contrabbando di ogni genere oltre confine. Si svolge lungo il percorso tra Piazza Transalpina e il museo del contrabbando di Pristava, attraversando più volte la frontiera. I partecipanti diventano contrabbandieri, cercando di “far passare” ogni tipo di merce dall’altra parte. Riusciranno a essere più furbi del doganiere? La storia del contrabbando nella zona di confine di Goriška ha ispirato la creazione di un’esperienza unica: il Tour del contrabbando (di 2 ore). Questo si riferisce al periodo successivo alla seconda guerra mondiale, quando le persone hanno cercato di migliorare leggermente il loro tenore di vita in questo modo. I residenti di frontiera contrabbandavano merci dall’Italia alla Jugoslavia e viceversa. A partire da febbraio 2025, l’agglomerato urbano Nova Gorica – Gorizia offre ai visitatori la possibilità di calarsi nei panni dei trafficanti attraverso una guida interattiva. Sulla strada tra Piazza Transalpina e Pristava, i partecipanti mettono alla prova le loro abilità di “contrabbando” attraverso varie sfide. L’Istituto Pubblico del Turismo di Nova Gorica e della Valle del Vipava ha unito le forze con il Goriški muzej per preparare il tour; l’esperienza include anche una visita al museo di Pristava. È possibile iscriversi all’esperienza sul sito web. Info: tour@vipavskadolina.sl

L’azzurro Isonzo, foto di Fabrice Gallina

Il fiume Isonzo e i suoi ponti
L’Isonzo nasce in Slovenia nella val Trenta e dopo un percorso di 136 chilometri, di cui quasi 100 in territorio sloveno ed una quarantina in territorio italiano, sfocia nel golfo di Trieste. Come tutti i fiumi, l’Isonzo definisce una frattura netta del territorio ed è per questa ragione che l’uomo, nei secoli, ha cercato di collegare le due sponde di questa frattura: sono stati costruiti così con arte ed ingegno i ponti. Questa Mostra vuole raccontare le vicende storiche, la tecnica costruttiva, i materiali utilizzati e le loro prospettive future. Si tratta di un viaggio nella storia del territorio bagnato da quel fiume, delle sue vicende sociali, politiche e culturali. Un racconto delle demolizioni causate dalle numerose guerre e delle successive ricostruzioni che va dalle invasioni delle popolazioni barbariche ai tragici due ultimi conflitti mondiali.

Mostra del pittore e incisore Zoran Mušič. Dal 25 aprile 2025, la mostra di Zoran Mušič sarà esposta alla Galleria Lojze Spacal a Štanjel. Nell’ambito del programma Guerra e Pace citiamo il celebre pittore e incisore Zoran Mušič, nato a Bukovica vicino a Nova Gorica. La mostra al Castello di Štanjel è la seconda una serie: oltre alla mostra al Castello di Dobrovo, la Stanza di Zurigo di Mušič sarà esposta a maggio al Palazzo Attems di Gorizia. 

Info: https://www.go2025.eu/it/discover/programma-ufficiale-progetti-go2025

Piazza Vittoria, foto di Marco Milani