Un percorso d’arte “en plein air” nelle città e nei borghi dell’Emilia-Romagna

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Sono dello scultore Arnaldo Pomodoro, nato a Morciano di Romagna, due opere installate recentemente en plein air, in altrettante località dell’Emilia-Romagna. Si tratta di Obelisco per Cleopatra esposto a Soliera, nel modenese, e “Cono Tronco”, ospitato nel Parco di Sculture di Santa Sofia, ai piedi dell’Appennino Tosco Romagnolo, dove l’artista ha vinto l’edizione 2020 del Premio Campigna. L’ultima in ordine di tempo è dell’artista Gaetano Pesce, una scultura rosa di grandi dimensioni installata a Ferrara per omaggiare le donne. Sono solo alcune delle opere a cielo aperto che si possono trovare visitando on the road l’Emilia Romagna. Da nord a sud, qui trovate un vero e proprio museo a cielo aperto, gratuito e seminato di opere firmate da grandi nomi internazionali dell’arte: da Mimmo Paladino a Robert Morris, da Mauro Staccioli a Tonino Guerra, da Alberto Burri a Anne e Patrick Poirier, Bertozzi&Casoni, Giò Pomodoro, Ettore Sottsass, Giuseppe Spagnulo, Marco Bravura, da Ilario Fioravanti ai Mutoid e tanti altri. Partendo da Reggio Emilia, dove la contemporaneità si respira tra le opere sparse per la città, si arriva nel modenese, nei parchi di sculture tra Fanano e Maranello. Dalla parete ceramica dell’Ospedale di Imola invece si può raggiungere Faenza grazie alla mappa del Museo a cielo aperto faentino, o arrivare a Ravenna dove le installazioni di ferro dialogano con l’arte antica. Si può scegliere di viaggiare in Romagna sulle tracce delle Fontane ideate da Tonino Guerra o delle opere di Arnaldo Pomodoro nel riminese, come puntare al Parco delle Sculture di Santa Sofia, per camminare tra opere adagiate sull’alveo del fiume Bidente o sospese sul fianco di una collina, o raggiungere Mutonia, il parco delle opere dei Mutoid a Santarcangelo di Romagna fino alla recente installazione della Maestà di Pesce a Ferrara.

L’anima contemporanea di Reggio Emilia

Diverse opere d’arte all’aria aperta caratterizzano la città di Reggio Emilia che al visitatore si presenta subito in veste contemporanea grazie alla Stazione Mediopadana (nella foto), le gigantesche onde bianche diventate celebri e considerate una cattedrale dal design avveniristico. Ideata dall’archistar Santiago Calatrava la struttura è composta da 19 moduli di 25,4 metri, costituiti da una successione di 25 portali d’acciaio sfalsati e distanziati a un metro l’uno dall’altro che danno  un particolare ‘effetto onda’. Per realizzarla sono servite circa 14.000 tonnellate di acciaio, una volta e mezzo il peso della Tour Eiffel.

Nel modenese la scultura è a cielo aperto

Un’opera di Arnaldo Pomodoro è stata installata recentemente a Soliera, nel modenese. È l’Obelisco per Cleopatra, opera monumentale che per i prossimi tre anni farà parte integrante del contesto urbano nella piazza antistante il Castello Campori. 14 metri di altezza, progettata per la messinscena della Cleopatra e realizzata nel 2008 in acciaio, corten e bronzo. Sempre in provincia di Modena ha un fascino tutto suo il Museo di sculture all’aperto di Fanano, raccolta di opere selezionate negli anni dal Simposio Internazionale di Sculture su Pietra, nato dall’esigenza di nuovi spazi per la scultura contemporanea all’inizio degli anni Settanta e per celebrare l’arte degli scalpellini, detti “picchiarini”, mestiere che ha origini molto antiche nel territorio di Fanano.

Il Museo all’aperto di Faenza

Il percorso di opere d’arte contemporanee esposte negli spazi della città a Faenza a partire dal primo ‘900 rappresenta nel complesso un’importante parte della storia della città. Questo Museo all’aperto comprende oltre 70 opere che documentano l’evoluzione dei vari stili e l’intreccio fra artisti faentini, nazionali ed europei. La ceramica recita il ruolo di protagonista, anche se sono molte le opere di grande pregio realizzate con altre tecniche, che si affacciano su rotonde, parchi, giardini e piazze. Partendo dalla porta che incornicia l’ingresso del Museo delle Ceramiche di Faenza, realizzata da Mimmo Paladino per celebrare la nomina Unesco ottenuta dal Museo nel 2011, si va alla scoperta delle altre sculture poi disseminate in tutta la città.

Le sculture in giro per Ravenna

Ravenna è considerata la capitale internazionale del mosaico, ma la città sa accogliere e valorizzare ogni forma d’arte e fa dialogare l‘antico patrimonio artistico con l’arte contemporanea. Diverse le installazioni create da grandi artisti, come nel caso del Grande Ferro R, un’opera scultorea di Alberto Burri del 1990 realizzata per il Palazzetto Mauro De André. L’opera ha come tema principale il teatro, simboleggiando una scena teatrale, ma anche al rapporto della città con la pineta di Lido di Classe e il Porto. Due sono le sculture che si trovano di fronte al MAR, il Museo d’Arte ravennate: la monumentale scultura di Mimmo Paladino, dal titolo Cavallo che si erge per più di quattro metri da terra, in cotto dipinto su un monolitico basamento e, accanto, la RotoB di Marco Bravura: l’opera è una rotoballa a grandezza naturale riprodotta in tessere di mosaico. Diverse sono le opere del giovane bolognese Davide Rivalta, artista che popola le città di tutto il mondo con massicci animali, nel prato antistante la Basilica di Sant’Apollinare in Classe.

Nel cesenate opere d’arte all’aperto

Il giardino pubblico di Cesena in Via Gramsci è stato restaurato nel suo aspetto ottocentesco dall’Architetto Pier Luigi Cervellati che vi ha inserito al centro un grande gazebo in ghisa. La particolarità sta nella esposizione di lampioni storici che si sviluppa tutt’intorno. Assai pregevoli per la ricchezza di decorazioni sono i candelabri di Dublino (1880 ca.) e quello di Torino (1890).

Il Parco di sculture all’aperto di Santa Sofia

Il Parco di sculture all’aperto di Santa Sofia è il più celebre museo a cielo aperto dedicato alla scultura in Romagna. Tra il fiume Bidente e il Parco delle Foreste Casentinesi, il Parco fluviale di sculture sulle rive del Bidente è in continuo mutamento, visto che si arricchisce ogni anno delle opere del Premio Campigna, assegnato nel 2020 ad Arnaldo Pomodoro con l’opera Cono tronco 1972 collocata nell’alveo del Bidente. L’itinerario, da percorrere rigorosamente a piedi, parte da Parco Giorgi, nel centro storico di Santa Sofia, e prosegue fino alla località Capaccio. Aprono il percorso le opere di Mauro Staccioli e di Hidetoshi Nagasawa. Costeggiando il fiume si trova, sulla facciata laterale di un edificio, lo specchio spezzato di Chiara Pergola e da questo punto si può scendere con una scala nell’alveo del Bidente. Verso sud si possono ammirare gli interventi artistici di Anne e Patrick Poirier, Giulio De Mitri e la scultura-panchina in legno di Cuoghi Corsello. Lungo il percorso si trovano il Nido bronzeo di Giuseppe Maraniello e la torre in cancelli di ferro battuto di Flavio Favelli. In un pianoro sul Bidente vi sono le installazioni di Eliseo Mattiacci, Nicola Carrino, Luigi Mainolfi. Andrea Nacciarriti, Francesco Bombardi. Proseguendo lungo il sentiero si raggiunge la fontana di Capaccio con le due steli di Francesco Somaini. www.visitsantasofia.it/it/parco-sculture/

Le sculture degli anni Novanta a Riccione

Anche il centro di Riccione offre un percorso d’arte a cielo aperto. Proprio davanti alla stazione, luogo degli arrivi e delle partenze, campeggia Hippo, il cavallo alato creato dall’artista Marco Lodola, uno dei fondatori del gruppo Nuovo Futurismo. Il novello Pegaso è percorso da fili elettrici racchiusi nel plexiglass, che di notte si accende di luci multicolori. Sulla piazza antistante il Palazzo del Turismo si trova la Fontana del nuotatore del 1958, opera in bronzo, frutto della collaborazione tra l’architetto Elio Monesi e lo scultore Remo Brioschi. L’opera rappresenta un giovane e atletico nuotatore nell’atto di tuffarsi in mare.

Le Fontane di Tonino Guerra

Le originali fontane in mosaico, ceramica, vetro e ferro battuto sono la firma che il poeta Tonino Guerra ha lasciato in diverse città, da Santarcangelo di Romagna a Riccione, da Cervia a Sogliano al Rubicone, passando per Poggio Berni, Sant’Agata Feltria e Torriana. A Santarcangelo, la nuova fontana nella Piazza Ganganelli è caratterizzata da una grande pigna. Inaugurata nel marzo 2015, nel terzo anniversario della scomparsa di Guerra, la fontana appartiene ai suoi ‘Progetti Sospesi’.

Da Rimini a Morciano di Romagna alla scoperta di Arnaldo Pomodoro

A Morciano di Romagna, in piazza Boccioni, un’opera monumentale è Colpo d’Ala del maestro Arnaldo Pomodoro, recentemente restaurata. Al centro di una vasca è collocata la scultura del noto artista contemporaneo, nato a Morciano, che l’ha dedicata al pittore futurista Umberto Boccioni, anch’egli di origini locali. Spostandosi a Rimini, situato in prossimità dell’ingresso monumentale del cimitero cittadino che accoglie le sepolture di Federico Fellini, della moglie e attrice Giulietta Masina e del figlio, si trova un’altra scultura realizzata da Arnaldo Pomodoro. E’ La grande Prua, composta da due pareti triangolari affiancate e conficcate nel terreno, realizzate secondo la riconoscibile poetica dell’autore.

A Rimini la bellezza è ‘en plein air’

La bellezza all’aria aperta è a Rimini dove una scultura di grande suggestione rappresenta il Maestro del cinema Federico Fellini. Vicino al ponte di via Coletti, tra Rivabella e San Giuliano, la statua proietta un’ombra che è la sagoma del grande regista riminese con il cappello in testa. L’opera dell’artista polacco Krysztof Bednarski è più di una scultura, si potrebbe definire un’istallazione site specific. Ogni giorno dalle 12 alle 14, ma lo si può vedere anche di notte grazie a una illuminazione ad hoc, il Maestro riappare in uno dei luoghi più felliniani di Rimini, fra le brezze e le nebbie evanescenti del Marecchia. In piazzetta Zavagli, in centro a Rimini, si trova l’Anello Ritrovato di Mauro Staccioli, uno dei più geniali artisti del secondo Novecento. Questo raffinato interprete di un minimalismo che da geometrico sapeva divenire sentimentale, ha realizzato la scultura per Rimini in relazione con un episodio presente nella prima edizione di Amarcord.

A Ferrara varie sculture e l’opera di Gaetano Pesce

Una “poltrona” rosa carne, trafitta da 400 frecce e sei teste di animali predatori (cobra, tigre, iena, coccodrillo, leone e lupo). È La Maestà sofferente, opera dell’artista Gaetano Pesce, collocata nell’area verde interna della sede Fiere e Congressi alta otto metri, larga dieci e lunga dodici, ispirata alle forme delle veneri paleolitiche. Lo scultore l’ha ideata come allegoria del pregiudizio maschile nei confronti della donna e l’ha recentemente donata a Ferrara. In Piazzale S. Giovanni svetta “Il grande Metafisico” fusione in bronzo, ispirata a Giorgio De Chirico ma realizzata nel 1985 da Maurizio Bonora.

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