Un’antologica di Renzo Biasion, pittore di parole e scrittore di immagini

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Sabato 6 settembre 2014, al Museo MAGI ‘900 di Pieve di Cento (BO), si è inaugurata la mostra retrospettiva del pittore Renzo Biasion “Interni – Esterni”, che rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 12 ottobre. A 100 anni dalla nascita dell’artista, la mostra antologica a cura di Valeria Tassinari presenta ottanta dipinti a olio realizzati da Renzo Biasion dagli anni Quaranta agli anni Ottanta, con i suoi temi più noti: interni, notti, paesaggi e periferie. Pittore, incisore, critico d’arte e scrittore, Renzo Biasion è molto noto per il suo romanzo Sagapò, che in greco significa ‘ti amo’, ripubblicato ora da Einaudi proprio per celebrare il centenario della nascita dell’autore, trevigiano di nascita ma di famiglia veneziana. A questo romanzo, che Anna Magnani non riuscì a portare sullo schermo per varie cause, si è ispirato il regista Gabriele Salvatores ed il suo sceneggiatore per il film Mediterraneo, vincitore di un premio Oscar.

Dalla presentazione di Valeria Tassinari ecco uno stralcio del testo sull’artista:

“Il silenzio, il mistero sospeso delle figure, l’armonia segreta della composizione. La luce, capace di indagare i luoghi, la mente, che filtra la visione, la disciplina rigorosa della contemplazione, a lungo esercitata per controllare il sentimento. E, a delineare il tutto, il segno che, meglio del colore, trascrive la vita distillandone le forme: in quattro righe, c’è il racconto di una lunga storia d’artista, che merita di essere ricordata. Per un sensibile narratore come lui, raccontarsi non doveva essere difficile, ma la lucida semplicità con cui queste poche parole di Renzo Biasion tracciano le linee guida del suo percorso poetico appare tanto sincera quanto meditata, così da ricordare lo stile dei suoi disegni, quelli in cui il contorno nitido e sicuro coglie la sintesi finale del vero, con una leggerezza fresca e lapidaria.

Il vero, per Biasion, è stato una fonte di ispirazione irrinunciabile, un universo di figure di fronte al quale le seduzioni dell’astrazione – cui pure, come molti suoi coetanei, si è per un breve tempo rivolto – hanno perso quasi subito di interesse. Quando dipingere l’astratto appare troppo facile e ripetitivo, così come pareva a lui, significa che le corde profonde dell’io suonano solo con un altro vento e che è più appagante cercare visioni fragranti di strada e di casa, di mare agitato o di periferia sonnolenta.

Di quegli umori, che si fanno colore, atmosfera, respiro, polvere o distanza, Biasion amava raccontare le storie quasi senza eventi, racconti trattenuti sotto l’apparenza del mondo. Narratore di talento, con le parole, lo era stato fin da giovane, e il romanzo Sagapò ne è prova, ma prima e dopo era stato soprattutto pittore, per formazione e vocazione, e dentro la pittura anche incisore, traslando nel segno inciso la sua grande attitudine per il disegno, l’altro strumento del narrare.

Case popolari

Così la sua è stata soprattutto una pittura di scenari, di possibili orizzonti di eventi forse già o forse non ancora accaduti, in una continua dialettica tra interno ed esterno, spazi chiusi e luoghi aperti, che è la sua cifra stilistica più riconoscibile. Una dialettica, per certi versi, emblematica della sua generazione che – già attiva tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta, e perciò tesa e inarcata come un ponte sull’abisso del regime e della guerra − aveva vissuto il contrasto tra vita privata e vita pubblica con una sensibilità inevitabilmente ideologica. Ecco perché, sono le periferie e gli interni dello studio i luoghi emblematici del suo cammino”.

Rossana Bossaglia, sul Corriere della Sera” ha scritto pochi anni fa un testo che identifica la pittura di Biasion: “I numerosi e qualificati critici che si sono occupati fin dagli anni Cinquanta di Renzo Biasion hanno ogni volta sottolineato la fondamentale caratteristica di questo straordinario personaggio: di essere disegnatore e incisore puntiglioso, e insieme caldo interprete della realtà concreta, restituita attraverso luci soffuse e atmosfere vaporose; con una tagliente lucidità di tratto e una morbidezza pastosa di colore.

Un artista eccezionale, che potremmo definire eclettico, considerate le caratteristiche della sua opera cui abbiamo fatto cenno; ma l’eclettismo di solito presuppone una varietà di orientamenti l’uno diverso dall’altro: Biasion invece è sempre lo stesso, in modo riconoscibile; quella formula intensa e nitida nella quale lo identifichiamo, la cui diretta matrice è  il  cosiddetto “stile Novecento”, ne sottolinea una chiara personalità; e la ritroviamo dai ritratti ai paesaggi, dalle opere di piccolo formato e dalle vedute ravvicinate ai grandi dipinti e alle vedute profonde.

Ovviamente alla sua precisa peculiarità non è estraneo uno sviluppo nel tempo, cioè l’identificabile successione di fasi diverse del suo operare, anche con predilezioni di argomenti e tematiche. A questo proposito è opportuno sottolineare l’interesse, negli anni Cinquanta, per il tema delle case operaie, o delle periferie con edifici che si sarebbero poi identificati come archeologia industriale; e, negli anni Settanta, l’affascinante sequenza dei simbolici ritratti frontali.

Personaggio di forte comunicativa e insieme di grande complessità. Con la sua biografia, potremmo identificarne la fisionomia nell ‘incontro tra la cultura veneziana e bolognese; ma come escludere l’influenza dell’area veneta e fiorentina e la consapevolezza del menzionato Novecento lombardo? E’ sempre lo stesso ma sempre sensibile agli incontri e ai confronti”.

BIOGRAFIA DELL’ARTISTA 

Renzo Biasion è nato a Treviso nel 1914 da famiglia veneziana e scompare a Firenze nel 1997. Ha collaborato con le pagine culturali di diversi quotidiani (L’Arena, Il Resto del Carlino, ecc.) e periodici (Pirelli, Arte) ed è stato per trentaquattro anni titolare della rubrica d’arte del settimanale “Oggi“. Ha esposto come invitato alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e nelle principali rassegne di pittura e di grafica nazionali ed internazionali ed ha insegnato Figura al Liceo Artistico di Firenze. Numerosissime le sue mostre personali, in Italia e all’estero. È stato accademico delle Arti del disegno, ha conseguito numerosi premi ed onorificenze, fra le quali la Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica come benemerito delle Arti, della Cultura e della Scuola.

Sue opere figurano in diverse gallerie italiane e straniere: Bologna, Firenze, Torino, Verona, Udine, Venezia (Ca’ Pesaro e Fondazione Cini), Lucca, Imola, Treviso, Rovigo, Rodi, Rovigno, Benevento, Pisa, San Pietroburgo (Ermitage), Lima; un suo ricco ‘corpus’ di incisioni è stato acquisito dal Gabinetto delle Stampe degli Uffizi di Firenze, mentre i disegni di guerra sono stati raccolti dalla Fondazione Giorgio Cini a San Giorgio (Venezia).

Fra le sue opere di narrativa, ricordiamo in particolare Tempi bruciati (Milano, 1948) e Sagapò (Torino, 1954), scelto quest’ultimo da Elio Vittorini per la sua celebre collana ‘I gettoni’, tradotto in varie lingue e più volte ristampato.

Info: Museo Magi’900 -Via Rusticana A/1 – 40066 Pieve di Cento (BO) – Tel. 051.6861545 – 

mail: info@magi900 – renzobiasion.com – www.Magi900.com – facebook.com/MuseoMagi900 twitter.com/MuseoMagi900

La mostra è visitabile dal 6 settembre al 5 ottobre 2014 con il seguente orario: da martedì a domenica, dalle ore 10 alle ore 18, con ingresso gratuito. Lunedì chiuso

Monografia a cura di Edi House e Carlo Cambi Editore, formato 24×29, 68 pagine, in vendita a 20 Eu

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