Carlo Carrà, un grande maestro del Novecento a Milano

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Carlo Carrà, La musa metafisica, 1917

Carlo Carrà, La musa metafisica, 1917

La mostra “Carlo Carrà”, allestita al piano terra del Palazzo Reale di Milano dal 4 ottobre 2018 sino al 3 febbraio 2019, ripercorre l’intera vita del pittore – nato a Quargnento (Al) nel 1881 e morto a Milano nel 1966 – attraverso testimonianze e opere e restituisce con immediatezza il personaggio e la sua epoca.

Nei due anni di lavoro che hanno preceduto la mostra i curatori hanno raccolto scritti, foto d’epoca, documenti, proiezioni e filmati anche inediti e ottenuto importanti prestiti da privati e musei italiani ed esteri. Il risultato è una visione completa della ricerca artistica del pittore che, dall’iniziale adesione al divisionismo, ha attraversato le successive fasi delle espressioni artistiche del ‘900 – futurismo, metafisica, recupero del realismo – mantenendo però sempre una personalissima coerenza ad una pittura “prima di tutto pensata” e sempre memore della tradizione pittorica italiana.

Nell’esposizione le parole tratte dall’autobiografia dell’artista accompagnano le opere e insieme raccontano la storia di una vita ricca e appassionata, dagli esordi come decoratore in patria e all’estero agli studi all’accademia di Brera, alle passioni politiche, agli anni della guerra, allo studio degli artisti del passato e alle amicizie con gli artisti suoi contemporanei, ai riconoscimenti della critica, all’apprezzamento dei collezionisti. In particolare si sottolinea il rapporto con uno di essi, il musicista Alfredo Casella; il catalogo della mostra è infatti corredato da un CD con le sue musiche da camera.

Carlo Carrà, Cinqualino, 1939

Carlo Carrà, Cinqualino, 1939

La pittura di Carrà è varia e molteplice: pitture “di paesi”, rappresentazioni di figure, di stagioni, di luoghi, temi dello sport (i mondiali di calcio del 1934), autoritratti.

Tutto questo potrà ammirare il visitatore in mostra, con più di 130 opere distribuite in sette sezioni e accompagnate da una audioguida con musiche di Casella. Si svolgerà davanti ai suoi occhi l’intera evoluzione artistica di Carlo Carrà, ma anche del ‘900, attraverso opere di grande qualità e senso del colore. E ne godrà conservandone l’impressione.

di Annamaria Taddei

Carlo Carrà, Il Bersaglio, 1928

Carlo Carrà, Il Bersaglio, 1928

Il perché della rassegna

Promossa dal Comune di Milano-Cultura e realizzata in collaborazione con Palazzo Reale e Civita Mostre, la mostra è stata curata da Maria Cristina Bandera, esperta di Carrà e direttrice scientifica della Fondazione Roberto Longhi di Firenze, con la collaborazione di Luca Carrà, nipote del maestro, fotografo e responsabile dell’archivio di Carlo Carrà. L’evento fa parte del palinsesto “Novecento Italiano”, ideato dall’Assessorato alla Cultura per l’intero 2018 e dedicato a tutte le espressioni artistiche e culturali che hanno animato, nel nostro Paese, il secolo appena trascorso.

«L’esplorazione del Novecento Italiano, a cui il Comune di Milano ha dedicato la programmazione culturale del 2018, prosegue in autunno con questa importante retrospettiva. La mostra rende omaggio a un maestro dell’arte italiana della prima metà del secolo, protagonista della pittura moderna europea e che ha scelto la nostra città come epicentro della sua attività creativa e professionale», afferma l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. «Una mostra importante, con oltre centotrenta opere, attraverso la quale Palazzo Reale ricostruisce la storia di un percorso d’arte e di vita sempre all’insegna della capacità di aprirsi a nuove possibilità e orizzonti di linguaggio artistico, in un costante confronto con le opzioni stilistiche e le tendenze espressive del tempo a lui contemporaneo».

Carlo Carrà, Bacino San Marco, 1932

Carlo Carrà, Bacino San Marco, 1932

L’esposizione apre al pubblico a trent’anni dall’ultima rassegna dedicatagli dal Comune di Milano (1987) e a cinquantasei anni da quella che – con Carrà ancora in vita – si svolse nel 1962 sotto la presidenza di Roberto Longhi, entrambe realizzate proprio a Palazzo Reale.
Quella del 1962 era un omaggio al maestro, che nel ‘54 aveva ricevuto la medaglia d’oro di cittadino benemerito e che, giovanissimo, aveva scelto Milano come sua città d’elezione; un doveroso riconoscimento – in una tradizione tutta milanese – che faceva seguito al tributo dedicato al pittore nelle sale della Pinacoteca di Brera nel 1942, in uno dei momenti più tragici della seconda guerra mondiale.

Carlo Carrà, La Carrozzella, 1916

Carlo Carrà, La Carrozzella, 1916

Obiettivo della nuova esposizione è ricostruire l’intero percorso artistico del maestro attraverso le sue opere più significative: dalle iniziali prove divisioniste ai grandi capolavori che ne fanno uno dei maggiori esponenti e battistrada del futurismo e della metafisica; dai dipinti ascrivibili ai cosiddetti ‘valori plastici’ ai paesaggi e alle nature morte che attestano il suo ritorno alla realtà a partire dagli anni venti; una scelta tematica che lo vedrà attivo sino alla fine dei suoi anni, non senza trascurare le grandi composizioni di figura – soprattutto degli anni trenta, il decennio a cui risalgono anche gli affreschi per il Palazzo di Giustizia di Milano, documentati in mostra dai grandi cartoni preparatori.

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