Oasi Zegna: una storia d’impegno civile e sostenibilità

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Conviene cominciare da qui, da un uomo di fine Ottocento e da una montagna brulla. L’uomo è Ermenegildo, Ermenegildo Zegna (1892-1966). Suo padre, orologiaio, lo chiamò, in giovanissima età, a collaborare con sé in un’attività che aveva avviato nel settore della tessitura. Scomparso il padre, Ermenegildo si trovò, appena trentenne, alla guida di un lanificio che produceva drapperia di alta qualità e lo portò rapidamente al successo. Di lì in poi fu un crescendo continuo. Chi, dopo di lui, ha preso, come si dice, le redini, ha saputo valorizzare il patrimonio ricevuto, mantenendolo sempre ai massimi livelli e al passo coi tempi, sicché oggi, nel mondo, quel nome e cognome, divenuti celebre marchio, contribuiscono, e molto, a far ben figurare il nome dell’Italia. Sul finire degli anni Venti del secolo scorso, intanto che l’Azienda prosperava, maturò nell’ancor giovane imprenditore quello che non poteva non essere un germe già presente in lui: la filantropia. Germe trasmesso ai suoi discendenti, di generazione in generazione.

È da credere che Zegna si sia guardato attorno, la sua Trivero, nel Biellese, dov’era situato, ed è tuttora, lo stabilimento, la sua gente e con quel coacervo di doti, di mente e di cuore, che contraddistinse gli industriali illuminati, abbia concepito il suo progetto munifico e altruista. Nella realizzazione poi non esitò a profondere energie e risorse proprie. Un esempio, ante litteram, di impegno civile e sostenibilità. Perché non sembri che vogliamo fare un panegirico, aggiungeremo che, complice la mentalità del tempo, verosimilmente sarà stata presente in lui anche l’idea secondo cui il benessere della popolazione locale si sarebbe tradotto in un benessere dell’Azienda. Ma averne di “opportunismo” del genere! Nacquero un piccolo ospedale, una scuola professionale, un centro sociale e ricreativo, una sala convegni, una biblioteca, una palestra, un cinema-teatro, una piscina. E tutto ciò che potesse insomma promuovere un palpabile miglioramento delle condizioni di vita di quel suo piccolo mondo antico, fu aperto al pubblico.

Ma a lui, a Ermenegildo, non doveva bastare: macinava nuove prospettive. C’era lì, quella montagna brulla, sfruttata per secoli dalla pastorizia, che poteva diventare un luogo di evasione, di ricreazione fisica e dello spirito, un luogo di passeggiate ed escursioni. Già, ma ci voleva una strada e ci volevano 500.000 piante, abeti, larici, pini, rododendri, azalee, ortensie. Non esitò. Per la strada, che si chiamerà Panoramica Zegna, ci voleva un tracciamento non casuale, studiato, perché potesse offrire più scorci che assicurassero un piacere visivo, paesaggistico e di fruizione. Per le piante bisognava prima ripulire, ricondizionare il suolo e mettere a dimora il poderoso impianto vegetale. Per completare, ci volevano infrastrutture che dessero agio alle persone, alle famiglie, a chiunque lo desiderasse, di godere della realizzazione. Con il pragmatismo e la tenacia di pura marca piemontese, tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta/Sessanta, la fase esecutiva iniziò e progredì, fatta salva la parentesi della guerra. Nel frattempo l’instancabile impulso benefico verso la comunità locale di Ermenegildo Zegna diede anche altri frutti  e durò finché visse.

Dicevamo dei successori. Essi hanno posto il loro talento a servizio delle fortune aziendali, ma anche nella custodia e reinterpretazione, in chiave attualizzata e mantenendone lo spirito, di quell’intento di far bene agli altri ch’era un tratto comprimario dell’uomo Ermenegildo Zegna. Ed è proprio questa circostanza che ci consente di compiere un balzo in avanti di mezzo secolo e di ritrovarci ad oggi, con una Panoramica che è una strada bellissima attorno alla quale si adagia una splendida Oasi. L’Oasi Zegna, da Trivero all’Alta Valle Cervo, ci troviamo alle falde delle Alpi biellesi, è una distesa di 100 kmq punteggiata da borghi, da piccoli agglomerati di case, tra boschi e aree prative, monti ora severi, ora meno impegnativi, spesso aperti ad accogliere persone di ogni età per momenti di puro svago, di serena letizia. Così l’Oasi coniuga modernità e tutela, fruizione ed ecologia in un “contenitore” di emergenze faunistiche, floristiche, mineralogiche e antropiche. Una guida scritta da Franco Grosso, l’ Oasi Zegna ed. Leone e Griffa e una mappa acquistabile presso il Punto Informazione di Trivero (Centro Zegna) sono più che sufficienti per muoversi agevolmente con adeguate cognizioni all’interno dell’Oasi, sia d’estate che d’inverno. Gli itinerari, è facile immaginarlo, sono molti. La montagna su cui corre la Panoramica separa la pianura biellese dalla selvaggia Valsèssera dietro la quale si staglia, ma spesso si cela, la possente mole del Monte Rosa. Per una vista eccellente, non l’unica, basta salire da Bielmonte, per 3 min. di seggiovia, 20 min. a piedi per comodo sentiero, all’accogliente Rifugio Monte Marca, dove si può pernottare e dove si mangia pure bene.

Tra i percorsi si segnalano in particolare la via dei Rododendri che tra maggio e giugno, con la fioritura, sono un stupendo sorriso della natura; la via delle Bocchette, dove Bocchetta è un passaggio o un rilievo che mette in comunicazione il fianco della montagna rivolto verso la pianura, con la Valsèssera ed infine, la via della Sienite, una roccia magmatica. Nell’Oasi sono presenti diverse le attività produttive, industriali e artigianali, mai invasive, ciò che assicura ai luoghi una buona vitalità. Non di meno l’Oasi è una palestra formidabile per le attività sportive. Nella bella stagione l’escursionismo e il trekking hanno il posto d’onore, ma anche la mountain-bike,  l’equitazione, il parapendio, una scuola di roccia trovano spazi ideali. D’inverno è lo sci di fondo a detenere la palma. Si fanno notare gli ampi parcheggi, compreso quello per camper e caravan, le strutture ricettive e i punti di ristoro, ma attenzione sulla Panoramica dove non ci sono distributori di benzina. Un cenno a parte, che vuol essere anche un elogio, merita la segnaletica propria dell’Oasi, completa, curata, qualitativamente pregevole.

Info: Centro Zegna tel. 015.756129; www.oasizegna.it; www.montemarca.it