La scoperta di un Oltrepò Biodiverso attraverso vini, borghi e colline

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Il turismo esperienziale e quello dei cammini cercano nuove mete, l’enoturismo è un fenomeno che perdura, anzi cresce l’interesse con sempre nuovi adepti che cercano aree vitivinicole meno conosciute, dall’estero è forte il richiamo per le biodiversità ed i percorsi eno-naturalistici. Proprio su questi obiettivi oggi sta puntando il progetto ‘Oltrepò Biodiverso‘, per rivalutare anche turisticamente le bellissime colline dell’Oltrepò Pavese, sicuramente una serie di percorsi da scoprire e che vi aiutiamo a conoscere, alla scoperta di borghi, vigneti, percorsi e natura, nonché birdwatching e aree riservate alle farfalle per chi ama anche queste piccole nicchie che testimoniano il plus di un ambiente preservato e ripopolato di tante specie protette. Gli investimenti della Fondazione Cariplo sono stati ingenti per questo progetto ‘AttivAree’ che vuole valorizzare un territorio con grandi potenzialità e rilanciare i suoi numerosi vini, un tempo molto noti ma tuttora di notevole livello, piacevolissimi non solo con i variegati piatti di questo territorio lombardo incuneato tra l’alta Emilia, la Liguria ed il Piemonte e ora in cerca di un meritato rilancio.

Una terra dove il tempo si è fermato, almeno un pò… lo rilevo nei piccoli borghi collinari, colloquiando con la gente, i vignaioli, i ristoratori, i produttori di salumi e formaggi incontrati in questo tour, breve quanto significativo e ricco di spunti interessanti; tutti coi loro modi gentili ma non costruiti. La schiettezza longobarda qui si fonde un po’ con la cordialità delle genti emiliane, l’amore per le loro lunghe vallate e l’impegno a migliorare prodotti, è certamente un valore concreto per aprirsi a nuove prospettive come quelle di un turismo lento che vuole scoprire vallate e territori e quanto si sta facendo per recuperarli, rilanciarli, non per stravolgerli.

L’Appennino in Lombardia, così è chiamato questo territorio, si distingue per la lunghezza e la profondità delle sue vallate, che alternano vigneti a colline e calanchi, sentieri a boschetti con piccoli borghi che si alternano alle località di pianura più conosciute come Castel S. Giovanni, Broni, Stradella, Casteggio e Voghera, lungo il 46° Parallelo. Un Appennino diverso, molto variegato che certamente può essere la meta giusta per un weekend lungo in molti mesi all’anno.

Ma il brand Oltrepò richiama da sempre a vini importanti quanto sottovalutati per troppo tempo: qui la tradizione vitivinicola è nata svariati secoli fa ed oggi vi sono oltre 13.000 ettari impiantati a vigneto. Queste colline che sono attraversate dal 45° parallelo sono note soprattutto per il Pinot Nero, vitigno da cui si ricava lo spumante metodo classico DOCG, di Riesling e Croatina, ma posizione, terreni e microclima lo rendono una zona ideale per diversi vitigni, siano autoctoni od internazionali. La denominazione Oltrepò Pavese è riservata ai vini DOC la cui produzione è consentita nella zona chiamata Oltrepò Pavese, compresa nella fascia collinare della provincia di Pavia a sud del Po. A partire dalla vendemmia 2007 è stata riconosciuta la DOCG al vino spumante ‘Oltrepò Pavese metodo classico’.

C’è davvero tanta competenza e passione tra i piccoli e medi produttori di quest’area. Molti sono giovani imprenditori che hanno rilevato o fatto nascere aziende ex novo, tra mille difficoltà: ognuno ha scelto un percorso, che sia tradizionale o biologico o biodinamico, puntando sulla qualità a scapito dei grandi numeri. E i prodotti sono certamente il degno risultato dei loro sforzi, delle loro conoscenze, dell’entusiasmo che si sente quanto hanno saputo mettere nel loro lavoro. Per un’offerta turistica, in buona parte da costruire, credo che i Comuni e le APT lombarde potranno puntare su questi segmenti di valorizzazione della zona collinare pavese, curando gli aspetti informativi e la fondamentale segnaletica.

I percorsi naturalistici del turismo lento a piedi ed i cammini, quali le antiche Vie del Sale e Via Francigena;

I percorsi in bicicletta, sempre più praticati e che richiamano gli appassionati da Italia ed estero;

L’enoturismo per conoscere la varietà e ricchezza di questi vini e la gastronomia di ottimo livello.

 

Il via a questi tre segmenti turistici richiederà una radicale messa a punto della segnaletica stradale e dei sentieri, il rilancio e l’ampliamento dell’ospitalità sia sotto forma di B&B che di agriturismi ma anche di relais e hotel di fascia medio-alta come già abbiamo verificato nascere in aree ambientali molto piacevoli. Ecco quindi che, grazie alle risorse naturali, paesaggistiche e storico-culturali, potranno abitare questi luoghi e mantenere l’identità di queste vallate. Inoltre l’obiettivo che abbiamo inteso è di puntare molto sulla biodiversità dell’ambiente e che questo favorisca e migliori le produzioni già presenti quali agricoltura, allevamento, silvicoltura e naturalmente la viticoltura.

Visite, prodotti, degustazioni

Nel breve ma intenso tour con incontri tra produttori vinicoli o di specialità locali e degustazioni, le giornate passano veloci nell’apprezzare questi piccoli imprenditori accomunati dalla grande passione per quello che da tempo fanno o perchè, in quanto giovani, hanno iniziato da poco tempo: la passione, la meticolosità di quanto stanno facendo, le difficoltà incontrate… ma non mollano! Un bell’esempio di luoghi dove lavora senza troppe chiacchiere e senza tanti aiuti ma rimboccandosi le maniche ogni giorno per reggere in un mercato difficile; oggi la qualità di molti prodotto sta dando i frutti auspicati. Il progetto ViNO si pone l’obiettivo di far convivere l’attività vitivinicola e la tutela della biodiversità nell’area dei vigneti dell’Oltrepò Pavese.

Sui piacevoli rilievi di San Damiano al Colle la giornata inizia incontrando il produttore Claudio Bisi e la visita ai terreni ed alla cantina dell’Azienda Bisi che aderisce al progetto ViNO, produce da 2 generazioni una gamma di 8 vini, solo con uve di proprietà, bei filari ordinati che scendono su due versanti delle valli, e sono per l’80% a bacca rossa, con una produzione di 80 mila bottiglie/anno. Le uve vengono raccolte, selezionate e subito vinificate secondo i ritmi biologici di maturazione. Ricordo in particolare due rossi che mi hanno stupito molto favorevolmente: sono il bianco riesling La Grà, dai profumi freschi, intensi e la Peccatrice, Bonarda (frizzante, il vino di questo terroir) di colore rosso rubino con riflessi violacei. E ancora il Roncolongo, ottenuto da uve barbera in purezza raccolte a mano, affinato in barrique per 15 mesi. (tel. 0385 75037).

La giornata è soleggiata, bellissima, le colline si stagliano nitide nel cielo azzurro, le strade tortuose, percorsi ideali per gli amanti del bike, ci portano in cima al crinale d’un altro colle, al borgo di Montù Beccaria.

Qui siamo all’agriturismo Piccolo Bacco dei Quaroni, ora gestito dal giovane della famiglia Cavalli che ha acquistato l’azienda agricola nel 2000 (ottimi i risotti e la cucina locale della signora Laura). Produzione ampia, con ben 8 etichette, tutte da uve biologiche, vinificate direttamente, con attenzione alla cura del vigneto alla lenta maturazione dei vini, alla tradizione, al basso impatto ambientale. Il prodotto di punta è il Pinot nero, sia Cruasé rosé Docg che Brut, poi Riesling, Buttafuoco, ecc; la produzione attuale arriva a 35.000 bottiglie (tel. 0385 60521).

Un’altra visita ad un giovane ed appassionato vignaiolo avviene a Rovescala, dove facciamo conoscenza con Giorgio Perego che gestisce, col padre e il fratello, la Perego&Perego. Vini qualificati, autoctoni, biologici e senza solfiti, a bassa anidride solforosa, per una produzione che ha la Bonarda come prodotto di punta. Ottimo il ‘Barocco’ un vino rosso Bonarda D.O.C. ottenuto dalla vinificazione in purezza dell’uva Croatina, evoluto per circa 18 mesi in botti di rovere, di buon corpo, dal colore rosso granata. Grande attenzione è stata data al recupero di particolari qualità autoctone di Croatina ormai perdute quali la Moradella e la Vespolina (tel. 329.7039272).

 

La serata si conclude con una piacevole cena in un locale storico a Canneto Pavese, il Ristorante Bazzini, recentemente ristrutturato dopo il cambio di proprietà. E’ gestito con passione da Mariella Mariotti e da Riccardo Rezzani e resta custode fedele delle tradizioni di un locale da sempre noto e molto affermato. Atmosfera raffinata, spazi interni piacevoli, all’esterno sotto una tettoia con vista sulle colline circostanti.

Il menu segue la tradizione della famiglia Bazzini, dai ravioli ripieni ai risotti, non manca qualche rivisitazione di piatti locali o della ‘spalla cotta’ parmense oltre a bollito, tagliata e il guanciale di manzo brasato. Potete chiedere il ‘Bata Lavar’, caratteristico agnolotto di qui, servito in brodo. Il nome dialettale di Bata Lavar è dovuto alle sue notevoli dimensioni (foto sopra – diametro di 7 cm), che lo rendono impossibile da mettere in bocca per intero; quando viene mangiato “batte infatti sulle labbra”. Una serata da ricordare per l’atmosfera, i piatti e gli abbinamenti con i migliori vini del territorio (tel. 0385.88018).

Le visite si concludono con l’incontro con Armando Colombi, direttore del Club del Buttafuoco Storico, presso la cantina di questo marchio marchio privato, creato nel 1996 per valorizzare la Doc nata nel 2010. Oggi i 14 produttori cercano un invecchiamento di almeno 12 mesi perchè i vigneti di questo territorio sono vocati a produrre rossi che abbiano buona struttura. La collaborazione nella ricerca delle caratteristiche storiche, nella selezione delle vigne più vocate, nella produzione controllata, nella promozione del vino Buttafuoco.

Il Buttafuoco (50% croatina, 25% barbera e rimanente uva rara e uvetta di canneto), viene affinato in barriques di rovere per almeno 12 mesi ma molti produttori arrivano ai 16/24, viene commercializzato dopo3 anni dalla vendemmia e 6 mesi in bottiglia.

Dopo tale periodo ottiene un bollino che certifica i dati di filiera.

 

Non c’è solo il vino tra le maggiori attrattive di queste valli… il salame di Varzi è un prodotto DOP riconosciuto ed apprezzato. Abbiamo visitato l’azienda Valverde, in località Casa Balestrieri nel comune di Valverde, di proprietà di Angelo Bozzola. Un salumificio piccolo ma che guarda alla qualità e produce in primis il salame di Varzi, caratterizzato da una consistenza d’impasto tenero e compatto, aspetto di colore rosso vivo, profumi speziati con aromi erbacei di legno verde e mimosa, sapore dolce e delicato con retrogusto leggermente amarognolo. (Tel. 0383 589901).

L’offerta di ospitalità si basa soprattutto su agriturismi, pochi alberghi, taluni di alto livello, e molti B&B. Tra questi segnaliamo ‘La Vecchia Cantina’ che si trova a Canneto Pavese ed offre camere ampie, pulite e ben attrezzate, silenziose e con vista sui colli: tel. 0385/883286.

La Strada dei Vini e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese ha organizzato al meglio questa serie di incontri conoscitivi; lo si deve alla passione del segretario Patrizio Chiesa (pro-tempore). Grazie all’amore per la sua terra e alla conoscenza di tanta gente nel mondo del vino e della ristorazione ci ha fatto conoscere in poco tempo ma molto approfonditamente cosa possono dare queste vallate al turista in cerca di luoghi veri e non contaminati.

Info: oltrepopavese.com