Andiamo alla scoperta della Provincia di Pesaro – Urbino

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La scorsa settimana, a Milano, città sempre più finestra aperta sull’Europa, la provincia di Pesaro – Urbino ha presentato se stessa in una prospettiva turistico-culturale, i suoi tesori, la sua identità, la sua bellezza. Con parole, con immagini, con entusiasmo, con amore. Ed è stato un bel racconto quello di una terra, la più settentrionale delle Marche (ora unica regione italiana al plurale, ma non è lontana dall’eco di altre pluralità, ora desuete, quali Abruzzi e Puglie), che possiede un patrimonio i cui dati salienti sono due, intrisi l’uno dell’altro, il valore e l’esser composito. Emerge così come, su di un’area di 2.500 kmq. (per capirsi in un flash 50×50 km.), 360.000 abitanti (densità 141 ab/Kmq.), coesistano, dalla linea di costa all’Appennino, in una sorta di preziosa sintesi, con natura-arte-cultura di assoluto risalto. Verrebbe da dire: “ancora una volta” poiché quel nome, “Marche”, evoca qualcosa di unificante tra realtà diverse, i marchesati appunto, confinanti tra loro ma con tante affinità, per morfologia del territorio, per carattere della gente, per tipologia dei borghi, per saperi e sapori, per capacità di fare impresa. E non solo.

L’armonioso assetto dell’intera provincia è il frutto della conciliazione, tenacemente perseguita, dell’opera dell’uomo con il rispetto dell’ambiente. Di questo risultato può godere oggi colui che si reca da quelle parti. Avrà anche una piacevole ulteriore sorpresa. Sono infatti possibili diverse chiavi di lettura senza però che, sceltane una, le altre debbano scontare, come spesso si riscontra altrove, elementi spuri, stridenti, francamente più che fastidiosi. Partire da Pesaro o da Urbino è naturale. Pesaro, di gradevole aspetto, sul mare, capoluogo dell’operosità e del bene stare, merita un’attenzione non superficiale anche per gli aspetti storici-artistici.

Urbino, culla del Rinascimento, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, su due colli (“Urbino ventoso” – G. Pascoli, L’Aquilone), è una meta irrinunciabile dove l’arte si respira e quasi si tocca. In ogni caso non due città da visitare e basta. Fermarsi e viverle, questo crediamo si debba fare. Dicevamo di chiavi di lettura, vale a dire di specifici poli d’interesse. Intendiamoci, il territorio è un unicum e come tale va sempre considerato, ma nulla esclude che, in prima istanza, qualcuno decida di recarvisi portato sulle ali di un suo proprio sentire. È un vero piacere dilagare affiancando alla realtà la fantasia o l’ispirazione o lo stupore, con l’azzurro dell’Adriatico negli occhi e poi, per ondulazioni collinari modellate da sapienti mani, su su fino alle montagne, al Catria e al Nerone, al Carpegna, al Sasso Simone e Simoncello. Lasciarsi ammaliare dal paesaggio, dal sole che sorge sul mare e scompare, a sera, dietro le quinte di un palcoscenico d’autore, tra velature di un pastello tenue, dà sensazioni forse sopite.

Ci attendono castelli, rocche, luoghi archeologici, abbazie, eremi, santuari. Ci attende una natura che trova nei Parchi del San Bartolo (costiero e lambito dal mare con la stupenda strada panoramica che collega Gabicce a Pesaro), nella Riserva della Gola del Furlo (dove l’aquila si compiace di annidarsi), nel già citato Sasso Simone e Simoncello, la sua espressione più alta di tutela. Il resto della natura tuttavia, pur al di fuori della protezione istituzionale, è comunque curato e preservato. E non è poco. Potremo andar per castelli, rocche, luoghi archeologici, abbazie, eremi, santuari. Potremo godere della Riviera. Nell’economia di queste note, trattare della provincia in esteso non si può e forse neppure si deve, rischiando di scopiazzare lacunosamente guide, opuscoli e siti. Meglio allora proporre degli spunti su cui chi legge possa soffermarsi e trar notizie.

Può essere anche questo l’incipit di un viaggio di scoperta della Provincia di Pesaro – Urbino:

– Da Gabicce a Marotta-Mondolfo 48 km.: quante bandiere blu e dove?

– Il Montefeltro (che da solo merita un viaggio)

– Quante Bandiere Arancioni  TCI e dove? Quanti e quali Borghi più Belli d’Italia?

– Chi era e che cosa fece Pasquale Rotondi? (nota: davanti alla Rocca siate riconoscenti a Francesco di Giorgio Martini, ma poi entrate col cuore largo e il capo chino in segno di gratitudine!)

– Gioacchino Rossini e Renata Tebaldi

–  Masaccio e Raffaello

– Che cosa sono i Bronzi Dorati?

Dante Alighieri (Gradara, Fiorenzuola di Focara, Eremo di Fonte Avellana, il Monte Catria, Fano).

– Ceramica, tappeti, lavorazione del ferro: dove? 

– Dove le terme?

– Dove i pregiatissimi tartufi, la casciotta “d’Urbino” e un delizioso prosciutto? E che dire del brodetto alla fanese? Ah, non dimentichiamo di scovare lieti bicchier di vino!

Spunti, soltanto spunti, senza pretesa di completezza, anzi certi di non aver potuto trasfondere la ricchezza infinita di questa provincia. Ma sarebbe stato velleitario pretenderlo. Andateci, rimaneteci, senza fretta e ci saprete dire.

Info: www.turismo.pesarourbino.it

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