Delle interessanti novità di questo Paese ce ne parla Federico Rampini da noi intervistato per l’uscita del suo ultimo interessante libro “La lezione del Giappone” edito da Mondadori per la collana del Saggiatore, scritto con la sua consueta chiarezza e capacità di analisi
Grazie ad un boom turistico senza precedenti, il Paese del Sol Levante sta vivendo una nuova stagione di attenzione globale. Ma dietro le folle che affollano i templi di Kyoto o le strade ultramoderne di Tokyo, si cela una riscoperta ben più profonda: quella di una civiltà che incarna, come nessun’altra, il dialogo tra modernità e tradizione. Il fascino del Giappone è multiforme. Se la sua industria hi-tech resta spesso invisibile agli occhi del grande pubblico, la sua cultura popolare è ovunque: anime, manga, videogiochi, letteratura, J-pop. Il sushi è diventato globale quanto la pizza, e l’influenza giapponese si insinua nelle abitudini e nei gusti di milioni di persone, spesso senza che se ne accorgano. Ma il Giappone è anche un laboratorio vivente per alcune delle grandi sfide del nostro tempo: invecchiamento della popolazione, denatalità, crisi ambientale, identità culturale. È un Paese dove le buone maniere convivono con un rigido conformismo sociale, dove la criminalità è ai minimi storici ma esiste ancora la Yakuza, e dove le cicatrici di Hiroshima offrono una prospettiva unica sui temi dell’energia e della geopolitica.
A guidarci in questo viaggio complesso e affascinante è Federico Rampini, firma storica del giornalismo italiano e profondo conoscitore dell’Asia. Da oltre quarant’anni osserva e racconta il Giappone, paese che ha frequentato più volte e in cui ha colto, con lucidità e passione, le contraddizioni e le lezioni che può offrire all’Occidente. Editorialista del Corriere della Sera, Rampini è stato corrispondente da alcune delle principali capitali del mondo – da Parigi a Pechino, da San Francisco a New York – e ha firmato oltre venti saggi di successo. In questa intervista esclusiva ci accompagna alla scoperta di un Giappone che va ben oltre le mete da cartolina: un Paese che, nel silenzio, continua a tracciare sentieri per il nostro futuro. Nel corso della conversazione Rampini affronta, con la consueta chiarezza, svariati temi interessanti che ha sintetizzato per noi su questo libro ricco di informazioni sul paese del Sol Levante.
Può descriverci la situazione attuale deI Giappone, considerato «il grande incompreso» del nostro tempo?
È un grave errore, da parte nostra, sottovalutare il Sol Levante o fraintenderlo come facciamo da alcuni decenni. Sbagliamo a liquidarlo con luoghi comuni e pregiudizi, perché se c’è un paese ricco di lezioni preziose per noi è proprio questo. Tokyo può insegnarci tante cose, a cominciare da come affrontare la denatalità e l’invecchiamento della popolazione: fenomeni che l’arcipelago ha conosciuto prima di ogni altro paese al mondo. È anche un laboratorio di sostenibilità, dove la cultura ambientalista si fonde con la capacità d’innovazione tecnologica.
Inoltre è un paese che ha dovuto misurarsi con due concorrenti forti, l’America e la Cina, e ha trovato il modo per ritagliarsi una vocazione originale in mezzo a quei due colossi. L’eccellenza nipponica non fa notizia, perché spesso è ben nascosta nei prodotti che usiamo, anche quando sono etichettati «made in China» o altro. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta il Sol Levante realizza una formidabile ascesa: da nazione sconfitta e povera, a una Tomorrowland, una pioniera, un laboratorio del futuro, un luogo dove gli americani stessi cominciano a «immaginare ciò che diventeranno».
Ci può illustrare l’essenza della cultura e delle religioni di questo Paese?
Le principali componenti che formano il pensiero giapponese, religioso e filosofico, vengono descritte come un modello a quattro strati: shinto, buddista, taoista, confuciano. Un quinto e ultimo strato, il più recente e superficiale, è stato portato dall’influenza politica, scientifica e tecnologica dell’Occidente. L’essenza della cultura del Sol Levante nasce dall’interazione e fusione che per molti secoli ha mescolato la base shintoista-animista (la più originale, indigena) con le successive aggiunte dalle grandi tradizioni dell’Asia orientale, che sono appunto il taoismo, il buddismo soprattutto nella versione zen, e il pensiero laico etico-politico di Confucio.
L’intreccio è così denso e durevole che ancora oggi in una stessa casa giapponese si possono trovare sia un altarino shintoista in miniatura sia, al suo fianco, un tabernacolo buddista. Ancora oggi molti giapponesi, anche fra le giovani generazioni, scelgono la cerimonia shinto per il matrimonio, ma preferiscono i riti buddisti per i funerali dei propri cari. Nella vita di tutti i giorni, shintoismo e buddismo convivono come un sistema unico, in una fusione totale; al tempo stesso la maggioranza dei giapponesi sa distinguere l’una e l’altra religione, pur praticandole entrambe.
Può fornirci qualche dato statistico sui numero di visitatori e turisti ?
In un decennio il numero di visitatori in Giappone è passato da meno di 10 milioni a oltre 30 milioni all’anno. Il 2024 ha toccato un record:37 milioni. Alla fine del 2025 si prevede che la soglia dei 40 milioni sia superata. Aiuta pure lo yen, sottovalutato, che rende il Giappone meno caro di una volta.
La qualità della vita oggi: lei la cita come tra le cose affascinanti di questo paese…
Io credo che si possa tranquillamente definire una delle migliori qualità della vita del mondo, usando dei parametri molto oggettivi Sono tutti temi che io tratto nel libro: intanto per cominciare, hanno la longevità più lunga in assoluto degli anni, che non è poco; intanto c’è il non morire giovani, hanno un livello di salute ottima, gli indicatori medici dicono che è una delle popolazioni più sane del pianeta! E poi zero criminalità, ma proprio a dei livelli infimi, è una delle popolazioni più sicure del mondo in quell’area lì, diciamo anche Taiwan e la Corea. Sono centoventiquattro milioni di abitanti che vivono in un ordine, in un’assenza di tensioni, di violenza veramente eccezionale, tanto che è un paese dove i genitori mandano tranquillamente bambini di cinque anni a fare la spesa da soli al supermercato: non corrono nessun rischio né di criminalità, ma neanche la potenza del traffico, rispetto ai codici della strada, le strisce pedonali, soprattutto se sono dei bambini in giro da soli. Hanno fatto dei documentari su questo, è un fenomeno per noi occidentali talmente stupefacente che non si vedono poveri, non ci sono mendicanti. Insomma sono tanti, uno dei popoli che leggono più giornali al mondo. E potrei andare avanti…
Overtourism, un problema che ben conosciamo! Ci può citare quello che ha trovato?
E’ una sorpresa, avendo io frequentato il Giappone per 40 anni, il punto raggiunto dal turismo degli ultimissimi anni, perché è un fenomeno recente: una sorpresa per me, ma lo è anche per i giapponesi che non erano preparati e si trovano invasi da quelle che letteralmente sono per loro delle orde barbariche, perché è un paese delle buone maniere, della cortesia, della pulizia.
A Tokyo io sono esterrefatto! Una città che è il doppio o addirittura triplo a seconda di come si contano gli abitanti della mia New York – dove abito – e non c’è una cartaccia per terra neanche a trovarsi. Posso girare una settimana a Tokyo, è di una pulizia impeccabile, tanto che hanno perfino chiamato Wim Wenders in virtù delle sue precedenti felici esperienze con il cinema giapponese. Il noto regista ha preferito realizzare quel delizioso film, “Perfect Day”, mostrando le varie toilette pubbliche come set, nei quali si svolgono le vicende dei personaggi.
Da un’idea di quanto siano igienici loro, hanno qualche difficoltà a insegnarci le buone maniere, perché siamo talmente maleducati, e il mio è un plurale che include tutti gli stranieri… Qui gli occidentali non sono la maggioranza. In Giappone il grosso del turismo è cinese, coreano, indiano, filippino: sono gli asiatici e sono tutti più maleducati, occidentali pure, non siamo gli unici. Gli americani, ad esempio, hanno questo vizio orribile di mangiare dappertutto, hanno sempre del cibo e delle bevande con sé, che per i giapponesi è una cosa indecente, è come girare nudi o fare la pipì nella metropolitana!
Fa parte però anche del fascino di questo paese, osservare il contrasto tra le loro buone maniere e il loro tentativo molto soft, molto gentile di insegnarcele anche a noi. L’aspetto veramente travolgente di questa ondata di turisti, sta diventando un problema politico, perché mentre ora si sta preparando un cambio alla guida del governo, potrebbe arrivare la prima donna Premier. E’ una nuova maggioranza parlamentare con una donna che rappresenta l’anima più di destra del partito liberal democratico; questo tema dei turisti stranieri in eccesso è diventato un tema di dibattito politico nazionale, almeno quanto l’immigrazione. Loro ne hanno pochissima, stanno bene così, non prendono molto in considerazione l’occidente come modello; c’è qualche occidentale che ogni tanto va lì a predicare chi che dovrebbero accogliere gli immigrati ma loro non sono tanto d’accordo. Non solo, capiscono che gli immigrati, soprattutto se vengono da culture aliene e ostili e antagoniste, possono sconvolgere una società ordinata come la loro, ma perfino per i turisti.
Può indicarci i luoghi da non perdere per chi farà una breve vacanza qui?

Tokyo
C’è l’imbarazzo della scelta, nel senso che in realtà nel mio libro racconto anche di alcune visite ad alcuni quartieri di Tokyo che mi affascinano, come il quartiere dei librai. Non a caso, essendo io uno scrittore, ma anche i quartieri dove pullulano i personaggi del nostro cosplay, il mettersi in costume, travestirsi. Solo a Tokyo non bastano quegli 8-10 giorni. È una città gigantesca e ne contiene tante al suo interno!
Poi ovviamente Kyoto, Nara, le antiche altre due città imperiali, e Hiroshima ovviamente. Io in particolare suggerirei, per chi ha la previdenza di prenotare con largo anticipo, il soggiorno nell’isola degli artisti, che è Naoshima, perché ci sono pochi posti letto, soprattutto pochissimi all’interno della fondazione, che è un po’ il cuore di quest’isola che è stata riconvertita con un logo dedicato all’arte.

Kyoto
Hiroshima, se non l’ho già detto, sicuramente va vista. Poi, ecco, se uno ha il tempo… ma ci sono le altre mete, le isole. Perché il Giappone è un arcipelago straordinario e tutta la parte Hokkaido, quindi le Hokkaido sono ancora un altro mondo, un’altra civiltà, addirittura anche etnicamente c’è una parte di quella minoranza etnica di cui uno dei massimi studiosi fu Fosco Maraini, il papà di Dacia Maraini. Oppure all’estremo opposto, cioè spingendosi a sud-ovest, Okinawa, che è ancora un’altra civiltà, un altro mondo! Qui siamo più vicini geograficamente a Taiwan che non al Giappone, ma sono tanti i viaggi che si possono fare in questo Paese, ci vuole tanto tempo ma non ci vogliono tanti soldi, a differenza di una volta quando era un paese poverissimo. Il periodo della fioritura dei ciliegi è il massimo fantastico per le zone turistiche, allora lì i prezzi salgono, le camere d’albergo costano doppio, ma il resto dell’anno diventa tutto fattibile.
Quali sono i trend dei giovani giapponesi o dei meno giovani?

Hiroshima
E’ interessante che i giovani europei sono totalmente succubi della cultura giapponese. Come quando io ero un ragazzino, eravamo completamente invasi dalla cultura dell’industria dei Beatles. Certo. Era la fabbrica dei nostri sogni, la fabbrica dell’immaginario, tutta la cultura pop della mia adolescenza veniva da Londra. Adesso viene da Tokyo, in parte anche dalla Corea del Sud, ma tutto il fenomeno musicale e i marchi di videogame, i manga; è incredibile come la cultura dei nostri giovani era il marchio della cultura dei giovani giapponesi. Magari altre cose no, la cultura sì. Ma questa cultura di massa, chiamiamola cultura pop, nel senso che popolare, creazione di limiti e di icone del consumo quotidiano.
E infine può dare dei suggerimenti pratici ai nostri lettori?
Ecco alcuni suggerimenti per rendere la vostra visita in Giappone più piacevole sia per voi stessi sia per le persone e le comunità che vi ospitano. Comportatevi con rispetto. Quando siete in Giappone, comportatevi come i giapponesi. Imparate le regole locali e rispettatele. Abbiamo preparato una guida completa sull’etichetta in Giappone, con pagine su come comportarsi per strada, nelle case, sui treni e con i bagagli. Inoltre, vogliamo dare particolare enfasi ai seguenti cinque punti, che probabilmente rappresentano il 95 per cento delle lamentele. Evitare bagagli ingombranti. Se non potete fare a meno di portare grandi valigie in Giappone, non trascinatele ovunque. Usate i servizi di consegna per inviare gli oggetti più grandi da una tappa all’altra e portate con voi solo borse più piccole. In particolare, non portate valigie ingombranti sugli autobus locali, che non sono progettati per trasportarle.
Scheda del libro: FEDERICO RAMPINI – La lezione del Giappone – Editore Mondadori – pag. 336; €20.00
