L’Africa ha un colore? La Guinea Equatoriale ne ha tanti. Ha il blu del mare e il bianco della spiaggia di Corisco, ha il verde delle foreste dell’isola di Bioko, ha il rosso sanguigno della polpa del “frutto del drago”, ha il blu di un cielo che sembra infinito, ha il bianco splendente del sorriso delle ragazze che festeggiano il diploma che permetterà loro di andare all’università.
L’Africa ha un odore? Quelli della Guinea Equatoriale sono tanti: quello salmastro e balsamico del mare, quello spumeggiante delle cascate vicine ad Ureka, quello dei mercati di Bata dove si vende di tutto, quello del pesce freschissimo che viene cucinato al Grand Hotel Djibloho e quello, a ridosso dell’albergo, della foresta che è un grande polmone verde che sembra respirare esalando profumi di foglie e di erba, di terreno umido, di acqua di fiume, di sole sui tronchi. Colori e odori di un pezzetto di Africa piccolo – meno di 700mila abitanti e una superfice di poco più di 28mila kmq- ma capace di affascinare con le sue particolarità. La religione è quella cattolica, si parlano spagnolo, francese e portoghese, c’è un’attenzione crescente per la scolarizzazione, e il turista non viene assalito, nelle città e nei villaggi, da ragazzini petulanti.
La Guinea Equatoriale, ricca grazie al petrolio, ruota attorno a Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, classe 1942, Presidente dal 1979, quando succedette a suo zio Francisco Macias Nguema, portando un Paese poverissimo verso lo stato attuale. E’ un Paese che guarda avanti, che non si vuole limitare all’oro nero e punta anche sul turismo. Italiano in particolare, tanto che nei giorni scorsi ha ospitato una delegazione di tour operator italiani, ricevuti da esponenti politici locali, compreso il figlio del Presidente Teodoro (Teodorin) Nguema Obiang. Perfetta “padrona di casa” è stata Catalina Martinez Asumu, Segretario di Stato per il Turismo, che conosce bene l’Italia e ha saputo magistralmente organizzare eventi e incontri, mostrando un Paese autentico e con tanta voglia di crescere. Aprirlo al turismo internazionale è un obiettivo non certo lontano. La Guinea Equatoriale ha collegamenti aerei con Air France, Ethiopian Airlines, Royal Air Maroc verso Malabo, la capitale nell’isola di Bioko, dove c’è l’aeroporto internazionale, e ora sono in atto le procedure per ottenere il visto d’ingresso anche on line.
Dalla capitale alla foresta
La Guinea Equatoriale è un’ Africa che unisce il fascino di una natura intatta – con conseguenti precauzioni da adottare ad esempio se ci si inoltra nella giungla- a radici culturali locali che si mixano a quelle occidentali. Le strade sono molto buone, gli alberghi anche, le cose da vedere sono tante. Ma bisogna adattarsi un po’, considerando che il turismo è agli inizi. L’isola di Bioko è imperdibile, sia perché qui c’è la capitale Malabo con l’aeroporto internazionale, -circa 140mila abitanti-, sia perché racchiude una natura incontaminata. La città ha palazzi moderni, grandi alberghi, la Cattedrale di Santa Elisabetta del XX secolo (alla domenica è possibile assistere a suggestive funzioni religiose con canti e musica), il verdissimo Parco Nazionale con un Museo di arte contemporanea.
Del periodo coloniale resta poco, solo la Casa Verde, privata e non visitabile. Ma Malabo ha strade vivaci dove pulsa la vita locale e dove tanti negozi invitano allo shopping, che affascinano il visitatore coi capi di abbigliamento dai bei colori. Malabo è il punto di partenza per scoprire l’isola di Bioko e la sua natura ancora intatta, come -grazie a un’ottima strada- la bella cascata sul mare, al villaggio di Ureka, fino alla cittadina di Moka. Il percorso è suggestivo fra una foresta dove stupiscono i bambù giganteschi e le felci alte come alberi, e dove di tanto in tanto si incontrano bancarelle che vendono banane e altri frutti appena raccolti… a metro 0. Chi ama l’escursionismo, può arrivare al Pico Basile con un percorso di trekking, con partenza da Riaba.
Bata, mercati e movida
Da Malabo si raggiunge la terraferma con un volo aereo di meno di un’ora per Bata, circa 300mila abitanti, con un bel lungomare, negozi, supermercati, bar e ristoranti, e mercati locali, un dedalo di labirinti coperti dove si vendono carne, frutta, verdura, pesce e così via. Il “Paseo maritimo” è il vanto della città, un bel lungomare recente, lungo 15 km, che va dalle spiagge di Ukomba a Iyubu, occupando quasi tutte le spiagge dell’area urbana di Bata.
A metà del lungomare, si unisce alla struttura del porto vecchio di Bata, dove si trova la Torre Libertad, alta 63 metri che comprende un ristorante circolare con una bella vista panoramica.Per soggiornare e mangiare, ha una piacevole atmosfera africana di grande gusto (bella anche la boutique) il Panafrica Hotel Boutique & Spa, con un buffet davvero ottimo. Nuovissimo, il Grand Hotel Bata è un capolavoro di design con tanto di eliporto sul tetto.
San Pietro e le Maldive in Africa
Fra le attrazioni che colpiscono il turista, nella cittadina di Mongomo spicca la Cattedrale della Immacolata, ispirata a San Pietro di Roma, con i lunghi portici e i marmi italiani all’interno. Una visione inattesa, sorprendente. E poi, gioiello del Paese, le “Maldive della Guinea Equatoriale”: sono all’isola di Corisco, si raggiunge dalla cittadina di Kogo, sull’ estuario del Rio Muni. A Corisco c’è un villaggio piccolo ma bene attrezzato, con un bell’albergo, piccoli negozi di frutta e verdura, la scuola e la chiesa, che ha la curiosa forma di un ferro da stiro. Poi ci sono lunghe spiagge bianchissime ombreggiate da palme e da una vegetazione molto fitta, dove si potrebbe stare per ore, fra una brezza leggera e un bagno in quelle acque verdi-blu invitanti. Un’altra isola da visitare è Annobon, un vulcano spento, lunga circa 6 chilometri, con ricchi boschi e una bella spiaggia.