Vinitaly: cuore mondiale del sistema vino

0

Vinitaly and the City 2018Vinitaly 2018 52ª edizione di una storia che ha accompagnato e in notevole misura contribuito a creare l’evoluzione prima e l’esplosione poi dell’enologia italiana, con conseguente leadership mondiale in appassionante competizione con la Francia, antico simbolo dell’eccellenza vinicola – ha confermato il suo ruolo centrale nel mercato mondiale del vino.
Se 4.380 espositori provenienti da 36 Paesi (con un +25% di quelli esteri dell’International Wine Hall, testimonianza della sua crescente importanza nel b2b internazionale) rappresentano un primato, è la presenza di decine di migliaia di qualificati visitatori esteri (+38% sui 48.000 dell’edizione 2017) da 142 nazioni a rendere visivamente tangibile come Vinitaly sia divenuto riferimento fondamentale per qualsiasi Paese, produttore o consumatore: solo i buyer sono stati 32.000 con un incremento del 6% sull’edizione 2017.
Un risultato eccezionale, frutto delle appassionate e intelligenti scelte di Veronafiere che ha saputo coordinare l’attività delle strutture pubbliche e private che operano nel settore e individuare le linee guida per presidiare i mercati esteri 365 giorni all’anno, con le iniziative di Vinitaly International in vari mercati storici, come gli Stati Uniti, o in crescita, quali Russia e Cina, quest’ultima per la  prima volta presente con rilevanti delegazioni di buyer. Iniziative risultato sempre di studi e approfondite analisi elaborati con società di ricerca di caratura mondiale quale Nomisma. Vinitaly and the City 2018Quando, percorrendo i corridoi o fermandosi negli stand, s’incontrano operatori provenienti da tutto il mondo (e le lingue estere prevalgono spesso sull’italiano), si ha un moto d’orgoglio nazionale, non disgiunto peraltro da una nota di rimpianto pensando cosa potrebbe essere l’Italia se in ogni settore esistessero le capacità di cui Vinitaly è espressione.
Capacità anche di saper leggere i trend in divenire e capire che nel terzo millennio un Salone importante non dura solo i giorni dell’apertura, ma deve essere operativo tutto l’anno. Ecco allora Vinitaly Directory, un portale che ha debuttato in questa edizione con lo scopo di essere guida per il business e strumento web di promozione permanente: ogni aderente ha uno spazio digitale per le schede delle proprie etichette, i mercati presidiati e quelli in cui si propone di penetrare e la ‘carta d’identità’ della propria azienda. Questo straordinario e duttile strumento al suo esordio presenta oltre 15.100 vini che usufruiscono della flessibilità del web sia per la lingua (oltre all’italiano sono attive le traduzioni in inglese e cinese), sia per l’ampio spettro di aree di ricerca.
Naturalmente Vinitaly 2018 ha confermato (e a volte ulteriormente migliorato) alcuni caratteri di base: il layout facilmente leggibile (che permette rapidi spostamenti nonostante le grandi dimensioni espositive: è il più esteso salone al mondo dedicato ai vini) essendo articolato in padiglioni regionali o tematici (International Wine Hall, VinitalyBio, Vivit e l’area Fivi, oltre alle collegate Sol&Agrifood ed Enolitech) e rappresenta, grazie alla sua cadenza annuale, la più completa e affascinante vetrina sia delle nuove ‘creazioni’ sia delle nuove annate, perché nel vino ogni annata è diversa e ha proprie peculiarità.

Vinitaly 2018Uno degli aspetti più affascinanti e stimolanti sono da sempre i grand tasting firmati Vinitaly, ineguagliabili momenti di cultura enoica. Resteranno nella memoria di chi ha avuto la possibilità di parteciparvi i cinque argomenti trattati quest’anno, il cui filo conduttore sono stati territorio, ricerca e innovazione su cui si basano i successi del vino italiano e dell’appuntamento veronese.
Interessante e fino a poco tempo fa controcorrente il tema proposto dalle ‘Donne del vino’: “È opportuno difendere e custodire come preziose le vigne vecchie considerando che sulla biodiversità si fonda la peculiarità inimitabile di molti nostri vini?” Dieci i protagonisti provenienti da vigneti in gran parte ottuagenari: magnifici per complessità e finezza, hanno suggerito l’opportunità di sostituire ove possibile alla politica del reimpianto quella di un allungamento della vita dei vigneti.
Indimenticabile il tasting 30 anni di Amarone a Vinitaly: una degustazione di otto Amarone (Serego Alighieri e Cantina Privata Boscaini hanno fornito le bottiglie e il Gruppo Tecnico Masi gli aspetti tecnico-scientifici) che hanno illuminato l’evoluzione di questo rosso della Valpolicella che in trent’anni da ‘Cenerentolo’ è divenuto simbolo dell’Italian Style nel mondo.
Château Malalartic-Lagravière 2009, Domaine de Chevalier 2009, Château Pape Clément 2009, Grattamacco 2010, Ornellaia 2010 e Guado al Tasso 2010 sono stati i grandi protagonisti di una sfida tra i viticoltori di Pessac-Léognan e Castagneto Carducci, comuni gemellati dall’eccellenza vinicola e dalla capacità di versare nei bicchieri classe e stile sopraffini oltre a sentori e bouquet eccezionali.
Vinitaly 2018Un giro del mondo in 15 vini provenienti da Francia, Italia, Giappone, Palestina, Romania, Russia e Stati Uniti è stata l’esperienza unica offerta dall’enologo e viticoltore Riccardo Cotarella che ha illustrato, bicchiere in mano, le sue creazioni partendo dal terroir e spiegando le scelte tecniche effettuate. Un’occasione di approfondimento culturale e di soddisfazione dei sensi.
Infine un percorso tra cinque grandi cru storici del Barolo e del Barbaresco, effettuato grazie alle ricerche e ai vini delle Cantine Ceretto, che hanno posto a confronto annate vecchie e nuove dei vari cru: un’esperienza che ha permesso di toccare con mano la vasta gamma di emozioni propria di questi due affascinanti figli delle Langhe e sottolineato l’importanza del terroir nell’enologia di eccellenza.
Tema ripreso anche da molte degustazioni organizzate dagli espositori: tra queste di grande interesse quella promossa da Mandrarossa (i vigneti sono a Menfi, in un’area di eccellenza vinicola lungo la costa Sud-occidentale della Sicilia) nota per l’alta qualità, per la ricerca di varietà innovative e per aver interpretato i vitigni autoctoni in modo fresco e moderno. Nello spazio istituzionale della Regione Sicilia, la Cantina ha realizzato una degustazione dedicata al terroir da Sauvignon blanc confrontando caratteristiche e diversità di vini prodotti in Francia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Cile e, naturalmente, Sicilia (lo splendido Urra – ottenuto da uve sauvignon in purezza – dagli intensi aromi di agrumi e frutta estiva e da una mineralità equilibrata).
Degustazione a Vinitaly 2018Il terroir è stato filo conduttore anche delle masterclass organizzate dalla Regione Sicilia: Discover the world of Sicilia Doc, che ha visto protagonisti otto vini (Il Tascante 2014, Shamaris Grillo 2017, Cometa 2016, Sur Sur 2017, Perricone del Core 2016, Delielle 2014, Don Antonio 2014 e Laneo 2015), ottenuti da vitigni autoctoni dell’isola, e Doc Sicilia: un mosaico di sapori, in cui sono state degustate etichette ottenute dai vitigni Grillo, Catarratto, Nero d’Avola e Cerasuolo di Vittoria (quest’ultimo peraltro Docg). Dalla Sicilia alla Valle d’Aosta, presente con dodici cantine (particolarmente stimolante la degustazione-confronto con la Liguria: due regioni legate da una viticoltura – per l’orografia da definirsi eroica – di limitata quantità ed eccellente qualità), tutte espressione dei vitigni autoctoni che hanno rappresentato il filo conduttore delle numerose degustazioni, spesso arricchite dai locali prodotti alimentari (soprattutto salumi e formaggi): abbinati ai vini provenienti dallo stesso humus culturale, rappresentano le tradizioni da salvaguardare per la loro autenticità e sono la migliore garanzia contro contraffazioni e appiattimenti del gusto.