Reborn porta a Torino l’India vista attraverso le lenti di Ivana Sunijc

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Dal 5 marzo al 7 aprile la Pinacoteca Albertina di Torino darà spazio ai suggestivi scatti realizzati a Varanasi da Ivana Sunjic, famosa fotografa ed ex assistente di Steve McCurry

Martedì 5 febbraio 2024 alla Pinacoteca Albertina di Torino, si inaugura Reborn – Through India To My Soul la personale di Ivana Sunjic, popolare fotografa, docente Nikon School e autrice di libri bestseller.

La mostra è un percorso che comprende una selezione di 80 scatti fotografici realizzati nell’autunno del 2023 dall’artista, in un unico piccolo ghetto di Varanasi, nel Nord dell’India, considerata la capitale spirituale del paese e lì dove il fiume sacro Gange costituisce l’unico posto della terra in cui gli Dei, secondo l’induismo, permettono agli uomini di sfuggire al Samsara e al Mokcha, un perpetuo ciclo di vita, morte e rinascita, da cui ogni anima è imprigionata.

 

L’artista, che è stata anche assistente del fotoreporter e ritrattista Steve McCurry, oggi considerato tra i massimi esponenti della fotografia contemporanea, ha finanziato il suo progetto con una campagna di crowdfunding di oltre 100 donatori che dal 2019 hanno mantenuto attiva la loro partecipazione nonostante il suo viaggio fosse stato rimandato a ottobre 2023 a causa della pandemia.

Ivana, con il tema della rinascita, ha incontrato storie, paesaggi, tradizioni e sguardi di un Paese dalla storia millenaria e, con lo stile essenziale e mai ovvio che la caratterizza, ha restituito le suggestioni del suo obiettivo in immagini intitolate «Reborn». In esse vita e morte, inizio e fine, acquistano un sapore unico e inscindibile: una stagione tra le infinite stagioni si consuma tra le strade più affollate del globo, in un Paese dai mille contrasti e in cui l’accentuata componente spirituale è proverbiale.

 

Sunjic, di origine croata ma italiana d’adozione dal 2001, è specializzata in ritratto d’autore, fotografia di moda e fotografia di viaggio oltre ad insegnare fotografia attraverso un esclusivo metodo personale. Con il maestro statunitense l’artista ha condiviso quella ricerca dell’anima più genuina della gente che, in un momento imprecisabile dell’osservazione, si può manifestare cambiando il corso delle cose. Catturare l’esperienza umana significa infatti attraversare diverse barriere per riuscire a cogliere il vero punto di contatto tra soggetto e autore.

Il mio viaggio in India è consistito nel trovare una nuova fotografia, la mia” – ha dichiarato Ivana Sunjic – “quella che non somiglia a nessun altro, quella che scava dentro e non ha scuse. Si esprime con un linguaggio riconoscibile e riconducibile a una cosa sola: a me stessa. Per me c’è una sola via d’uscita, buttarmi dentro a una ricerca fotografica travolgente. Affrontare i miei demoni, fotografarli, perdonandoli, uno a uno, chiedendo agli angeli di essermi di supporto e gioiosamente, rinascere”. 

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