La collaborazione tra Italia e Spagna porta El Greco a Milano

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Da mercoledì 11 ottobre 2023 a domenica 11 febbraio 2024 Palazzo Reale a Milano accoglie l’inedito progetto espositivo “El Greco”, nato dalla collaborazione tra Italia e Spagna. La mostra è il frutto di cinque anni di lavoro, non interrotto neanche dalla pandemia

Promossa dal comune di Milano, prodotta da Palazzo Reale e Mondomostre, patrocinata dall’ambasciata di Spagna in Italia, con la curatela di insigni studiosi ed esperti quali Juan Antonio Garcìa Castro, Palma Martìnez-Burgos Garcìa e Thomas Clement Salomon e il coordinamento scientifico di Mila Ortiz, la mostra ha dato vita ad una esemplare  collaborazione interistituzionale che ha permesso di raccogliere 54 opere di cui 41 dell’artista cretese. Esse provengono da varie città, da musei, luoghi di culto, enti pubblici e privati e di queste opere alcune non avevano mai prima d’ora lasciato il luogo d’origine.

Con visibile soddisfazione l’ambasciatore Miguel Angel Fernàndez Palacios Martinez ha sottolineato che eventi come questo consolidano il legame tra Italia e Spagna e che nel semestre di presidenza spagnola del consiglio dell’UE ben 2 artisti spagnoli saranno a Milano, ora El Greco, prossimamente Goya.

Lasciamoci guidare nel percorso della mostra dall’intenzione dei curatori, che seguendo il maestro nel suo viaggio attraverso il Mediterraneo svelano il segreto della sua pittura così straordinariamente atemporale e universale e la confrontano con quella degli artisti che ebbe modo di conoscere e assimilare.

Il percorso è scandito cronologicamente in cinque sezioni. Nella prima, il Bivio, ammiriamo gli esordi di el Greco come pittore di icone, ancora influenzati nei temi e nelle dimensioni dalla tradizione post bizantina che conviveva con la cultura occidentale nella sua terra natia (lo stupendo trittico di Modena, Adorazione dei magi, in cui già si avverte l’originalità della sua pittura).

Nella successiva tappa della mostra, Dialoghi con l’Italia, seguiamo el Greco a Venezia (1567 – 1570) e poi a Roma fino al 1576, dove si reca sperando di occupare il vuoto lasciato da Michelangelo. A Venezia il maestro scopre l’uso del colore, della luce, delle emozioni. Conosce  Tiziano, Tintoretto, Bassano e troviamo le opere di questi autori in mostra con le sue (San Martino e il mendicante, San Giovanni Battista, ritratto di uomo). A Roma è ospite nel palazzo del cardinal Farnese, uno dei più grandi mecenati dell’epoca, è colpito dalle opere di Raffaello e Michelangelo (pur criticando quest’ultimo come pittore), non resta immune dal manierismo. Realizza alcuni ritratti e pitture devozionali ma non ha commissioni importanti perchè il carattere decisamente originale e inconsueto della sua pittura non trova apprezzamento.

Nel 1563 intanto il re Filippo II aveva iniziato a costruire i grande monastero di san Lorenzo all’Escorial presso Madrid e questa notizia convinse el Greco a trasferirsi in Spagna sperando in qualche incarico a corte. Nel 1577 si stabilì a Toledo dove aveva ottenuto l’incarico della decorazione del monastero san Domenico di Silos e grazie a quest’opera divenne famoso. Ottenne anche due importanti incarichi dal re ma i dipinti non piacquero a Filippo che non gli conferì altri incarichi, così decise di restare a Toledo, dove ebbe bottega e consolidò la sua fama.  

La terza sezione della mostra, Dipingendo la santità, è dedicata alle opere realizzate a Toledo, sua seconda patria, dove El Greco continuerà a vivere sino alla fine. Ci presenta scene religiose e dipinti devozionali eseguite per una clientela eterogenea ma fedele che apprezza il suo personalissimo linguaggio e il profondo sentimento religioso e umano con cui il pittore interpreta i dettami stilistici della controriforma. L’artista di icone ha assimilato la lezione dei maestri italiani restituendo un’arte, in cui essi convivono tutti, che si proietta in una dimensione onirica, senza tempo. Ma attraverso le sue opere possiamo anche apprezzare la vastità della sua cultura (aveva una ricca biblioteca che comprendeva testi classici, filosofici e religiosi). Ammiriamo tra le altre opere Annunciazione, Espulsione dei mercanti dal tempio, Incoronazione della Vergine, Martirio di San Sebastiano, San Giovanni Evangelista e San Francesco d’Assisi.

Nella successiva sezione – L’icona, di nuovo – i curatori mostrano come nei suoi ultimi anni il pittore si richiami alle origini con immagini più semplici e prive di scenografia ma con una nuova espressività (San Paolo, San Luca,  Cristo che porta la croce, Veronica con il Volto Santo).

La quinta sezione della mostra, El Greco nel labirinto, è costituita da una delle ultime opere del maestro, Laocoonte, una tela spettacolare presentata a fronte del calco in gesso del celebre gruppo marmoreo dei musei vaticani. 

El Greco sorprende ed emoziona sempre. Vittorio Sgarbi lo definisce “il pittore più dotato di spirito che noi conosciamo, il più moderno e il più contemporaneo”.

Un ricco catalogo edito da Skira con testi di vari autori accompagnerà la mostra.

di Annamaria Taddei

Info: palazzorealemilano.it/mostre/el-greco

 

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