Il giovane Umberto Boccioni in mostra a Parma

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Fino al 10 dicembre 2023, Fondazione Magnani-Rocca apre gli spazi della sede di Mamiano di Traversetolo presso Parma a una grande mostra delle opere giovanili di Umberto Boccioni

Composta da quasi duecento opere, tra cui alcuni capolavori assoluti, Boccioni. Prima del Futurismo si propone come un viaggio nella formazione di un artista destinato a segnare la storia dell’arte del Novecento. Il percorso ricostruisce gli anni che vanno dalla primissima esperienza romana del 1899 fino agli esiti pittorici immediatamente precedenti il Manifesto dei pittori futuristi della primavera 1910, un decennio decisivo in cui Boccioni esplora tecniche, registri e soluzioni formali alla ricerca di un linguaggio personale capace di dialogare con le avanguardie emergenti.

A cura di Virginia Baradel, Niccolò D’Agati, Francesco Parisi e Stefano Roffi, la mostra si articola in tre sezioni geografiche, legate alle città che hanno costituito tappe fondamentali della sua formazione: Roma, Venezia e Milano. Particolare attenzione è riservata ai lavori a tempera realizzati per finalità commerciali e alle illustrazioni, presentati nella quasi totalità, che consentono di osservare come la sperimentazione giovanile, dalle prime prove romane agli esiti milanesi più maturi, sia stata ricca e articolata.

Le ricerche sui diari e sulla corrispondenza di Boccioni fino al 1910, integrate da indagini recenti, hanno permesso di fare luce su aspetti finora meno noti di questa fase della sua attività. L’obiettivo della mostra non è seguire un percorso deterministico dalla formazione al futurismo, ma raccontare la costruzione di un linguaggio e di una visione estetica in dialogo con le ricerche coeve che l’artista incontrava e assimilava.

Il percorso espositivo include alcune tra le opere a olio più note della prima produzione, come Campagna romana (1903), Ritratto della sorella (1904), Ritratto della signora Virginia (1905), Ritratto del dottor Achille Tian (1907), La madre (1907), Autoritratto (1908), Contadino al lavoro (1909), oltre a tempere, incisioni e disegni. L’accostamento a opere di artisti come Giovanni Segantini, Giacomo Balla, Gino Severini, Roberto Basilici, Gaetano Previati, Mario Sironi, Carlo Carrà e Giovanni Sottocornola evidenzia le influenze, le ascendenze e i confronti culturali che hanno contribuito a definire la personalità artistica di Boccioni.

Si parte da Roma, dove Giacomo Balla introduce il giovane alla tecnica divisionista, mentre una fitta rete di stimoli artistici e intellettuali – da Sartorio a Prini, dai coetanei Ferenzona e Sironi – contribuisce a plasmare il suo sguardo. In questo contesto si documenta anche la produzione “commerciale”, che diventa un’occasione di sperimentazione moderna e di raffinata espressione artistica.

Il secondo approdo della formazione boccioniana è rappresentato dai soggiorni padovani e dal soggiorno veneziano, che coincide con la Biennale del 1907. Questa sezione mette a fuoco tanto il progredire della pittura di Boccioni, quanto la posizione estetica dell’artista rispetto a ciò che ha modo di osservare e conoscere a Venezia, con una selezione di dipinti di pittori veneziani a fare da controcanto ai commenti espressi nella visita alla Biennale, che criticano i pittori del “vero”, orientando l’attenzione piuttosto verso il simbolismo notturno della cerchia di Marius Pictor. Riguarda il periodo veneziano anche il focus presente nella mostra relativo all’avvicinamento dell’artista al mondo dell’incisione, sotto la guida di Alessandro Zezzos. In tale sezione vengono infatti esposte opere grafiche di Boccioni che permettono di ricostruire lo sviluppo della sua attività incisoria nel periodo veneziano e successivamente milanese; per la prima volta vengono presentate le lastre metalliche incise da Boccioni, recentemente ritrovate.

Il terzo momento fondamentale è rappresentato dall’arrivo a Milano. L’importanza del confronto con il capoluogo lombardo è suggerita nella mostra dall’accostamento delle opere di Boccioni a quelle degli artisti maggiormente influenti nella Milano di inizio secolo, in particolare dei maestri storici del divisionismo locale, da Longoni a Sottocornola e Morbelli, da Segantini a Previati, cercando di mettere in evidenza il posizionamento dell’artista nei confronti dell’eredità di questa cultura all’interno di una più articolata e complessa frangia sperimentale che rielaborava e rivitalizzava le conquiste tecniche e culturali degli anni Novanta tra divisione cromatica e tensioni simbolico-ideali.

Il catalogo, pubblicato da Dario Cimorelli Editore, raccoglie saggi dei curatori e contributi scientifici, trasformandosi in uno strumento prezioso per approfondire non solo le opere in mostra, ma anche gli studi più recenti sul Boccioni pre-futurista.

Maria Giovanna Genovese

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