Intervista al Presidente di Enit Palmucci. “L’Italia non spaventa e viene considerata un Paese covid free e rassicurante”

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Le nubi sul turismo sono un po’ meno fosche se è vero che il “Piano Colao” presentato pochi giorni fa al governo riconosce la rilevanza del settore ed il contributo che turismo ed industria alberghiera possono dare al rilancio dell’Italia. Potremmo dire che non c’era bisogno di mettere assieme tanti esperti lautamente pagati per giungere a queste conclusioni, piuttosto ovvie per noi, ma così è e quindi passiamo alla fase 3, quella del “cambio di passo” richiesto da tutti gli operatori del turismo e sin qui più che mai latitante. Giorgio Palmucci presiede l’Enit ed è uomo di turismo a 360 gradi: abbiamo voluto conoscere il suo parere senza entrare in polemica con gli atti governativi – sui quali nulla può fare – ed egli ha risposto con la sua consueta franchezza.

Presidente, come giudica la situazione del comparto in questo momento in cui è già partita la fase 2 del Coronavirus e si avvicina la fase 3?

R. L’esordio di un’estate condizionata dal virus ha motivato ancora di più i viaggiatori che non sembrano intenzionati a rinunciare alle vacanze anche grazie all’apertura delle frontiere regionali e alla ripresa di alcuni voli interni ed internazionali. L’Italia non spaventa e anzi viene considerata come un Paese covid free, iper monitorato e rassicurante stando al monitoraggio social di Enit- Agenzia Nazionale del Turismo.

Da qui a luglio/agosto quali prospettive vi sono per il comparto turistico e alberghiero italiano che paga più di tutti una crisi del turismo mondiale e purtroppo epocale?

R. La crisi del settore in Italia è maggiormente percepita per due fattori che in tempi normali sarebbero motivo di orgoglio per il Paese: i maggiori controlli e tamponi a dispetto di altre Nazioni e il maggior numero di turisti al punto che l’Italia è la destinazione prediletta per i Paesi long haul. Dobbiamo essere fiduciosi perché la stagione estiva ci regala prospettive sempre meno allarmanti man mano che si riaprono le frontiere pur tra mille avversità e precauzioni necessarie. L’italia non fa paura, è tra i Paesi più ambiti dagli stranieri e lo dimostrano non solo le quasi 3oomila prenotazioni aeree ma anche le ricerche web: il Bel Paese è nelle intenzioni di viaggio di oltre 300milioni viaggiatori nel mondo.

Ora che il Covid19 è esploso in Brasile e continua la diffusione negli USA si presume che da moltissimi paesi non potranno muoversi in estate: quale sarà la vs. strategia di marketing?

R. Stiamo definendo il riposizionamento sul mercato, che già naturalmente vede i turisti non dimenticare l’affezione al Bel Paese, stiamo dialogando con gli imprenditori e tutto il Sistema Italia. Inoltre grazie alle esperienze naturalistiche e alla valorizzazione delle aree meno note, Enit si appresta a realizzare uno dei cardini del Piano triennale che è appunto la sostenibilità. Grazie poi ad un’app gratuita scaricabile su qualsiasi smartphone nel mondo si può avere un assaggio d’Italia prima di esplorarla live.

L’Italia turistica è ancora nei sogni di italiani e stranieri con destinazioni termali, balneari e climatiche, le città d’arte, le mete del lusso con la moda e il design nonché lo shopping e i centri attrezzati ad accogliere i meeting internazionali. I primi segnali di ripresa li avremo dal mercato domestico a partire da quello regionale. Il turismo di prossimità e i collegamenti agevolati con le tratte autostradali consentiranno anche la ripresa degli arrivi dall’estero e quindi dalle mete più vicine all’Italia che la rendono raggiungibile anche in auto. La contingenza offre un’occasione a tutti gli operatori del settore di alzare gli standard di qualità e operare quel rinnovamento e adeguamento che richiede il settore con l’avanzata dell’innovazione e le politiche ambientaliste.

Le risorse che ENIT ha ottenuto, sono state indirizzate a quali segmenti per il mercato turistico italiano?

R. Saranno utili investimenti per scacciare la cattiva convinzione di Paese in emergenza. L’Italia gode di regioni totalmente covid free come la Campania ad esempio, come riconosciuto anche dal New York Times. E’ il momento di sviluppare il  trend del turismo outdoor e la riscoperta delle località meno conosciute. Oltre a visitare la Penisola come turisti, i turisti stranieri vivono il Bel Paese anche come un’oasi di esperienze preziose e impareggiabili e amano andare alla scoperta di luoghi inesplorati, anche da soli e in piccoli gruppi. Normalmente il turismo italiano si divide al 50 per cento tra turisti stranieri e 50 per cento di visitatori italiani. Quest’anno ci si attende una maggiore incidenza del turismo domestico che detterà i primi segnali di ripresa. La crisi post Covid sarà un’occasione per affrontare il tema della sostenibilità e di un nuovo modo di proporre e vivere il turismo: più green e più slow. La contingenza offre un’occasione a tutti gli operatori del settore di alzare gli standard di qualità e operare quel rinnovamento e adeguamento che richiede il settore con l’avanzata dell’innovazione e le politiche ambientaliste. Molte realtà che dovevano fare i conti con flussi di overtourism hanno l’occasione di orientare i flussi su aree meno conosciute. 

Il grande entusiasmo riscontrato all’estero dalle Vs. indagini produrrà risultati nel breve periodo o sarà concretizzabile solo il prossimo anno?

R. L’auspicio è che i processi siano accelerati il più possibile.

 L’autunno potrà segnare una ripresa? I Cinesi già lavorano per questo, con le dovute cautele, ma sono più organizzati, più tecnologici e ben più ricchi di noi…

R. Abbiamo una ricchezza che nessuna somma può comprare che è il patrimonio artistico culturale ed esperienziale. Ben prima dell’autunno si manifesterà il desiderio di lifestyle e italianità e l’affezione dei turisti verso l’Italia.