Il sogno si è avverato! Assegnate a Milano e Cortina le Olimpiadi invernali 2026

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#DreamingTogether, sognare insieme. Questo il claim della candidatura Milano Cortina 2026: la 134a sessione del CIO ha scelto di assegnare l’organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali 2026 al tandem italiano.

Abbiamo vinto. L’Italia avrà la sua terza Olimpiade invernale nel 2026 e speriamo che sia una grande svolta, non solo per l’Italia, ma anche per l’olimpismo che nelle ultime edizioni, sia che fossero i giochi estivi o invernali, aveva fatto non pochi danni con i sogni di vanagloria e i conseguenti deficit spaventosi che le nazioni ospitanti si dovevano accollare: il più emblematico e triste la Grecia che ha notevolmente accelerato la degenerazione dell’economia nazionale. Abbiamo vinto per tanti motivi. La retorica indica nella bellezza delle Alpi, nella tradizione degli sport alpini e i grandi atleti azzurri, nel buon cibo e lo stile di vita assai invidiato, ma anche per la concretezza che ha saputo offrire il recentissimo Expo, una sorta di garanzia sotto gli occhi di tutti. A noi piace ricordare che abbiamo vinto perché sarà l’Olimpiade del buon senso che usa le infrastrutture eccellenti che già esistono e che hanno fatto dell’Italia un’icona da imitare negli sport invernali. 

Si dovrà costruire pochissimo (questo era il tema principale del nuovo corso del C.I.O.): tre villaggi olimpici (Milano, Cortina e Livigno) che verranno fagocitati facilmente dopo i giochi; la gloriosissima pista da bob a Cortina (quella del Rosso Volante, l’iridato Eugenio Monti) verrà totalmente rifatta e poche altre strutture. Le faraoniche costruzioni necessarie per le cerimonie di apertura e chiusure dei giochi (nonchè gli eventi più mediatici di tutti i giochi) saranno lo stadio Meazza a San Siro e l’Arena di Verona!

Siamo riusciti ad inserire un unico impianto in Alto Adige, ad Anterselva (val Pusteria e a pochi chilometri da Cortina), che è considerato il migliore al mondo dagli atleti del biathlon perché ottimamente organizzato e funzionale, oltre che stupendo per il contesto scenografico. In Trentino ci saranno altri tre siti olimpici, in località minori: Baselga di Pinè, Tesero e Predazzo che hanno le stesse caratteristiche di straordinarietà per la tradizione che hanno saputo costruire e le eccellenti strutture, ma anche le grandi competenze dei locali, rispettivamente nel pattinaggio di velocità, lo sci di fondo e salto con gli sci insieme a combinata nordica. E poi c’è la Valtellina con Bormio e Livigno dove si gareggerà nello sci alpino (solo maschile) e in tutte le categorie dello snowboard.

Se saranno le Olimpiadi di Milano e Cortina molto girerà anche nelle due città. Sotto il Duomo: hockey ghiaccio, pattinaggio, e short track. A Cortina: sci alpino femminile, curling, bob, slittino e skeleton. Auguriamoci che il milione di dollari che il C.I.O. ci accrediterà a giorni per contribuire alla costruzione e all’ammodernamento delle strutture verrà ben speso insieme ad una cifra di circa la metà a carico delle regioni (Lombardia e Veneto). Una bazzecola in una visione generale e lungimirante se si considera che questi poli eccellenti sono dei motori straordinari di lavoro, reddito, ricettività turistica che hanno bisogno di conferme e attenzioni per restare sempre in cima. Per questo lo stato ci metterà del suo attenzionandosi sulle infrastrutture che verranno migliorate e messe in sicurezza per la felicità di tutti, compresi quelli che non hanno interesse per le Olimpiadi.

Il quadro pare idilliaco e tutti dovrebbero essere felici di questa nuova formula dove l’Italia ha trovato compattezza per risultare la vincitrice. Il pensiero corre però a Torino e alle Alpi del Piemonte che ospitarono l’Olimpiade del 2006. Erano perfetti per farne parte e proprio in questo nuovo spirito dopo vent’anni esatti. Hanno perso un’opportunità che altri hanno colto. Ora è ridicolo sentire chi tenta di salire sul carro dei vincitori offrendo la disponibilità last minute del territorio e delle infrastrutture che in alcuni casi sono diventate cattedrali nel deserto. Ne facciano tutti tesoro e trasformino in saggezza l’esempio perché i treni si devono prendere quando passano.