Alla scoperta dell’Arneo leccese, dove un tempo il commercio dell’olio lampante generava fortune. Nei 12 comuni dell’arco ionico tra Gallipoli e Porto Cesareo (e nel loro entroterra, a Copertino, Leverano e Galatone) ci sono storie, personaggi e bellezze da svelare
Non solo spiagge in Salento. Non solo turismo invernale. Nell’arco ionico leccese, nel tratto che va da Gallipoli a Porto Cesareo, c’è un interno che è pieno di sorprese. Borghi, castelli e chiese barocche racchiusi come in uno scrigno, che si può aprire se si sceglie di seguire un itinerario originale e fuori dalle rotte dei grandi flussi turistici estivi legati alle spiagge. Un itinerario che si può scoprire seguendo un filo d’Arianna diverso, intrecciato di storia e di cultura, di tradizioni e di commerci. Di questi ultimi il più importante fu decisamente quello dell’olio lampante che per due secoli, fra ‘600 e ‘800, significò la fortuna di quest’area. Olio che si produceva dalle olive frante nei tanti frantoi ipogei della zona e che riempiva le navi in partenza da Gallipoli e dirette in tutto il mondo. Era richiestissimo perché era il combustibile ideale per le lampade domestiche e di luoghi pubblici, visto che aveva il pregio di non produrre fumi e cattivi odori.
Il prezioso lavoro di valorizzazione svolto dal Gal
Chi vuole “illuminare” oggi questi semisconosciuti brani di cultura materiale del Salento è il Gal “Terra d’Arneo”, gruppo di azione locale formato da 12 comuni: Alezio, Campi Salentina, Carmiano, Copertino, Galatone, Gallipoli, Guagnano, Leverano, Nardò, Porto Cesareo, Salice Salentino e Veglie. “La Terra d’Arneo ha una densità incredibile di cose belle da scoprire – dice il presidente del Gal Cosimo Durante – Si tratta di bellezze e chicche storiche che esulano i luoghi comuni. Terra intrisa di valori la nostra, con una storia antichissima, che affonda le sue radici nella civiltà messapica”. E a questa civiltà preromana, quella legata ai Messapi, di cui non è stata ancora decriptata la lingua, uno dei comuni dell’Arneo, Il Comune di Alezio (nel cui territorio sono stati rinvenuti i lacerti di una città ancestrale), ha dedicato un interessante e sorprendente museo. L’agente di polizia municipale, che ha fatto studi di archeologia, si può rivelare al’occorrenza una guida particolarmente ferrata (e appassionata).
Copertino e il castello di Carlo V: carrozze e viti storiche
Come pure una storia poco conosciuta è raccontata dal possente castello di Copertino (cittadina gemellata con la più nota Cupertino californiana, sede della Apple): un maniero ristrutturato nel ‘500 da Carlo V e che oggi risulta magnificamente restaurato: è famoso anche per la splendida collezione di 29 carrozze donate dai conti Vincenzo e Barnardino Telesio di Trani. Ma sulla sommità del maniero spicca un’altra particolarità: un vigneto ottenuto da antichi cloni locali di Negramaro. Tradizione ripresa anche dalla cantina cooperativa Cupertinum, nata nel 1935 (molta bella la sede in pulito stile razionalista) e custode esclusiva del privilegio vescovile di produrre vino da messa. Ma di cantine di radicata tradizione la zona è ricca, come quella dei Conti Zecca a Leverano e dei Coppola a Gallipoli, aziende le cui porte sono sempre aperte all’ospitalità e alle degustazioni. Il Negramaro è il vino che meglio rappresenta questa zona, famosa anche per il Salice Salentino, vino Doc (una delle sei Doc presenti nel territorio delle “Terra d’Arneo”) che, oltre al rosso, dal 2010 presenta anche le varietà bianco e rosato. Dalle uve baciate dal sole si ottengono anche la grappa e gli altri distillati di una premiata azienda familiare di Carmiano, la Grapperia Tenuta Verola che si ispira ai metodi di distillazione trentini. Non poteva mancare il Gin, prodotto che oggi va per la maggiore: ed ecco il Gecogin, prodotto da Valeria e Gabriele Caroppo, una coppia che ha maturato la propria “vocazione” in Irlanda. Gin di botaniche ben selezionate che si degusta fra gli alamibicchi in un ambiente di gradevole e vivace design.
Leverano: Novello, scapece e pizzica all’ombra della torre federiciana
E restando nel solco della cultura del vino, va ricordato che a Leverano ancora si festeggia il Novello, brioso vino d’autunno a cui la città dedica una delle sue feste più famose e popolari, inscenata all’ombra della austera torre normanna di Federico II ai primi di novembre, con tanto di danze di pizzica a piedi nudi sul selciato bianco della piazza. Vino Novello da abbinare a un buon piatto di scapece: piccoli pesci fritti e marinati tra strati di mollica imbevuta di aceto e zafferano, prima di concludere con il celebrato pasticciotto, il dolce della zona. Leverano è orgogliosa anche del grande pannello “Il teatro della vita”, dipinto nel dopoguerra da Geremia Re e ospitato nella sede di una banca: rappresenta l’Italia e il Sud, un affresco al femminile dove le donne raccontano la storia dei loro uomini in guerra, ma con la speranza nel domani e in una società migliore. Restando in ambito culturale, va ricordato che in questa terra, nella vicina Campi Salentina, nacque Carmelo Bene, genio del teatro, uno degli astri del mondo artistico italiano nel dopoguerra.
Gallipoli e Porto Cesareo: case bianche, mura e tradizione della pesca…
Gallipoli e Porto Cesareo sono le gemme di mare che, come ricordato, racchiudono la “Terra d’Arneo”. La Gallipoli intima di case bianche, tutta compresa dentro le sue mura sul mare; città che pur essendo una delle perle del turismo internazionale per via delle sue spiagge ha ancora molti segreti da svelare, come i tanti riti legati alel confraternite. Anche Porto Cesareo è fiero del suo mare, come pure della sua fiorente attività peschereccia. Una storia emblematica lo sottolinea: quella di Antimo, un ex pescatore di 88 anni (che iniziò tanti anni fa l’attività con la barca a remi) che oggi è diventato albergatore e ristoratore. Porto Cesareo è tutt’oggi famosa per le sue numerose pescherie, dove ogni mattina guizza un pescato di rara varietà e qualità.
L’ingegnere della macchine leonardesche a Galatone
Una bellissima storia, che ha per teatro la barocca Galatone, è quella di Giuseppe Manisco, ingegnere che ha dedicato la sua vita a studiare e a ricostruire la geniali macchine progettate da Leonardo Da Vinci. Macchine oggi esposte al Palazzo Marchesale e meta di tante visite da parte di turisti e di scolaresche. Paese che vai e geni che trovi. In questa terra spiccare il volo ha un riscontro ancestrale: San Giuseppe da Copertino è il santo dei “voli”, vissuto nel ‘600. Le sue estasi mistiche gli costarono il giudizio della Santa Inquisizione, con l’accusa di messianismo. Il frate francescano fu per questo costretto a vivere isolato, prima della accertata innocenza. Oggi è ancora oggetto di devozione e di studio. Come la terra ove si compì il suo contrastato percorso terreno verso la santità. Storie del Salento, storie da riscoprire. Storie fra mare e terra… belle anche d’inverno, perché il Salento si accende di sorprese tutto l’anno.
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