Il 747° anniversario in Turchia di Jalāl al Dīn Rūmī, il più importante mistico e poeta sufi al mondo

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 La cerimonia “Seb-i Arus” presso il Centro Culturale Mevlana di Konya

Tra i paesi del Medio Oriente, la Turchia, che nelle opere di riferimento bibliche è chiamata “L’altra Terra Santa”, si classifica seconda con il maggior numero di siti biblici dopo Israele.  

Il turismo della religiosità in questa terra si concentra a Konya, in Anatolia, consolidato luogo di fede e di fratellanza come predicato dal Mevlana Rumi, il promotore dell’Amicizia e della Tolleranza, capace di mostrare sempre il sentimento dell’amore verso il mondo intero attraverso la sua accoglienza aperta a tutti, senza distinzione di religione o razza. Jalāl al-Dīn Rūmī, mistico e poeta persiano, (Balkh 1207-Konya 1273) noto anche come Mavlana «nostro signore», trascorse la maggior parte della vita a Konya, sotto i Selgiuchidi di Rum che formarono un nuovo regno, il Sultanato di Rum (cioè “di Roma” intesa come terra bizantina). Il padre della letteratura turca Yunus Emre (1240-1231) nel libro “Dei Consigli e le Poesie” racconta come il Rumi, attraverso il potere della sua preghiera, sia riuscito a plasmare le furie dei terribili invasori ottomani e assicurare in Anatolia un  certo margine di libertà. In seguito a questo intervento  molti  letterati e pensatori del tempo decisero di fuggire dalle province orientali e rifugiarsi in questa regione che rappresentava un luogo più accogliente e aperto a livello intellettuale.

Per Il Mevlana Rumi la  vita virtuosa doveva essere incentrata sulla “vera essenza”, sostenendo che tutto il resto non “era altro che apparenza”. La morte, invece, era per lui il momento in cui si sarebbe unito al divino; un giorno di festa, da vivere con la cerimonia Seb-i Arus, che in turco significa “La notte del ricongiungimento” o “La notte nunziale”. Le profondità della spiritualità gli erano state rivelate dal suo maestro Shams di Tabrizi, la cui scomparsa gli provocò un grande cambiamento nell’anima. In seguito al lutto rinunciò a tutto e si dedicò alla scrittura del “Masnavi”, riconosciuto come il più grande poema sufi mai scritto e composto da 25 mila versi.

Il corpo del Rumi fu sepolto accanto a quello del padre, nello splendido Mausoleo- lo Yeşil Türbe Kubbe-i Hadra- Il Mausoleo Verde- collocato nel grande complesso museale di Konya.  In questo luogo, sede anche delle 17 celle dei suoi seguaci (i Dervisci), si è svolta la recente cerimonia funebre commemorativa, alla quale hanno partecipato alcune tra le più alte autorità della Turchia. Mentre la cerimonia dei Sema ha avuto luogo presso il Mevlana Cultural Centre (Centro Culturale Mevlana). L’UNESCO ha inserito l’evento nella Lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità .

I discepoli del Mevlana, alla sua morte, che risale al 1273 all’età di 66 anni, fondarono l’Ordine Mevlevi, noto anche come Ordine dei Dervisci Rotanti, famosi per la danza sufi e nota come cerimonia del “Sema”, in osservanza della ferrea disciplina imposta loro dal Mevlana Rumi. Prima che possano partecipare alla vorticosa danza, viene imposto loro un lungo periodo di progresso spirituale, per la quale indossano un alto copricapo che simboleggia la tomba della carnalità, e una veste bianca che ne è il sudario.

L’eredità di Rûmî

Le raccolte di poesie di Rumi, considerate tra le più amate e vendute negli USA, citate anche da Yunus Emre, sono paragonate a quelle di Shakespeare per la sua vena creativa, e a quelle di San Francesco d’Assisi per la sua saggezza. Nel corso dei decenni, sono state utilizzate in varie parti del mondo per matrimoni e celebrazioni, e una selezione delle sue poesie d’amore è stata interpretata da personalità di Hollywood come Madonna, Goldie Hawn, Philip Glass e Demi Moore.  La sua immagine e quella del suo mausoleo sono riprodotte sul retro delle banconote da 5000 lire turche del vecchio conio del 1981-1994. Infine, nella città di Lucknow (la capitale dell’Uttar Pradesh) nel nord dell’India, esiste in suo onore una famosa porta di ingresso chiamata Rumi Gate.

Presso il suo mausoleo, Mevlana Rumi, fece esporre un’iscrizione ancora presente:

«Vieni, vieni; chiunque tu sia, vieni.
Sei un pagano, un idolatra, un ateo? Vieni!
La nostra casa non è un luogo di disperazione,
e anche se hai tradito cento volte una promessa… vieni

L’emozionante incontro con la discendente del Mevlana Rumi: Madame Esin Celebi

Una delegazione della stampa internazionale (tra cui solo uno in rappresentanza dell’Italia, designato dall’Ufficio Turistico dell’Ambasciata di Turchia di Roma) ha avuto il privilegio di incontrare M.me Esin Celebi, ventiduesima nipote di Mevlana Celaleddin-i Rumi convenuta in via eccezionale presso il Novotel Konya grazie ai dirigenti del Tourism Promotion and Development Agency (TGA) di Istanbul. L’ incontro con questa figura, che incorpora e perpetra la saggezza ultracentenaria di un grande filosofo, è stato emozionante. Disponibile a soddisfare le curiosità dei giornalisti sul suo operato, ha dichiarato di osservare i principi dell’Antenato tramandati a lei dalle precedenti generazioni, tra i quali “Promuovere nel Mondo il messaggio dell’Amicizia e della Tolleranza”, missione che a sua volta passerà alle generazioni future del mondo intero.

Durante l’incontro M.me Esin ha affermato: “Abbiamo fondato la Mevlana International Foundation (Fondazione Internazionale Mevlana) nel 1966 per promuovere il pensiero del Mevlana Rumi. Negli Stati Uniti e in Europa ci sono scuole connesse con noi, e come movimento culturale riceviamo inviti da molti paesi. Partecipiamo, parliamo del Rumi e organizziamo spettacoli di Sema (la danza spirituale) spiegandone il significato. La nostra fondazione è stata scelta dall’Unesco come rappresentante del Sema e dell’Ordine Mondiale Mevlevi”. Tra le tante attività di ambasciatrice del Mevlana nel mondo, M.me Esin è giunta anche a Roma ed è stata ricevuta da Papa Francesco nella Città del Vaticano.

Le 59 attrattive di Konya “la culla delle civiltà e delle religioni”

Il “Museo Panorama” (Centro di ricerca e cultura sulla civiltà) espone un fantastico video rama che evidenzia la vita del Rumi nel suo villaggio dalla infanzia all’età della sua illuminazione. Mentre una serie di dipinti evidenzia la vita per immagini delle sue attività: dalle origini della sua “Visione” fino alla morte. Konya Çatalhöyük fu un importante centro abitato di epoca neolitica, collocabile nella odierna provincia turca di Konya, ai margini meridionali dell’altopiano anatolico. Il sito, ricostruito attraverso una sequenza di 18 livelli stratigrafici che vanno dal 7400 al 5700 a.C. circa, occupa una superficie di 13,5 ettari dei quali, tra il 1961 ed il 1965, solo il 5% è stato portato alla luce con scavi archeologici. Dal 2012 il sito, che si trova a circa 50 chilometri a sudest della città di Konya, è stato riconosciuto dall’UNESCO come parte del “Patrimonio dell’umanità”.

Sille, La chiesa di Sant’Elena

Nell’anno 327, nel periodo di Roma Bizantina, la madre del grande condottiero bizantino Costantino, Elena, in pellegrinaggio verso Gerusalemme,  visitò Konya e l’antico avamposto greco, Sille. Alla visione delle affascinanti cappelle, chiese, templi e monasteri scolpiti, appartenenti alle prime epoche del cristianesimo, Elena ordinò di costruire a Sille l’odierna chiesa nominata Aya Elena (Santa Elena), per onorare Mihail Arkhankolos, il difensore della cattedrale secondo la Bibbia.

Questa gloriosa e preziosa casa di culto è una delle chiese più antiche dell’Anatolia, simbolo della cristianità e da tempo meta di turisti provenienti da tutto il mondo.