In autunno torna la magia del tartufo bianco d’Alba

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L’autunno ‘in Langa’ è affascinante per colori e profumi: indimenticabile è vederla dal cesto di una mongolfiera che si libra lenta e leggera a un’altezza ‘umana’ da cui si possono godere gli splendidi panorami delle colline disegnati dalle viti, dai tetti rossi delle case e dai campanili che svettano tra le piante e dai particolari dei borghi e delle cascine. Non è un caso che dal 22 giugno 2014 circa 11.000 ettari comprensivi di 29 comuni delle provincie si Cuneo, Asti e Alessandria abbiano avuto il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco per il paesaggio vitivinicolo, ma in realtà l’area coinvolta è molto più ampia comprendendo anche altri 75.000 ettari circa con un centinaio di comuni, cioè l’area di protezione di quel “paesaggio culturale” (frutto dell’alleanza tra natura e uomo, positiva ed efficace quando quest’ultimo rispetta la prima) che ha motivato la decisione dell’Unesco. 

L’autunno è la stagione del tartufo bianco d’Alba (si raccoglie dal 21 settembre al 31 gennaio), bandiera – insieme ai grandi rossi come Barbaresco, Barolo, Nebbiolo e Roero – delle Langhe che hanno la loro capitale ad Alba e del fondamentale appuntamento della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba (10 ottobre-15 novembre) giunta all’85ª edizione e simbolo di una terra in cui il ‘bien vivre’ non è uno stile di vita acquisito, ma fa parte del dna dei suoi abitanti: infatti in qualsiasi locale (dall’osteria del borgo più sperduto al ristorante stellato) si mangia in modo eccezionale, per non parlare della fortuna di chi può frequentare la tavola di amici langaroli. 

I cani

L’edizione di quest’anno è dedicata a uno dei protagonisti, anzi al protagonista per eccellenza della raccolta dei tartufi: il Tabui, il mitico ‘cane da cerca’, compagno inseparabile e insostituibile del Trifolau (da Trifola, cioè tartufo in piemontese). I Tabui non sono cani di razza, ma il risultato di molteplici incroci, bastardini particolarmente dotati di fiuto e intelligenza che dopo un’acconcia formazione e un lungo addestramento divengono protagonisti di questa caccia speciale. Non si pensi, infatti, che qualsiasi quattro zampe possa aspirare a trovare tartufi in modo non casuale: occorre studiare e per questo a Roddi (uno dei tanti deliziosi borghi della zona) esiste da metà Ottocento l’Università dei Cani da Tartufo, un’Accademia cui sono ammessi solo quelli in grado di conseguire il diploma per cercare il tartufo (“Felice quel cane che studia” è la scritta che accoglie gli allievi).

I tartufi bianchi d’Alba

Langhe-Roero e Tartufo assicurano un alto profilo gourmet in cui l’innovazione s’incrocia con la tradizione negli eventi gastronomici organizzati dalla Fiera e nei tantissimi locali in cui è possibile ‘leccarsi i baffi’ (anche se non si hanno). Come vogliono tradizione e gola l’abbinamento principe è sempre tra tartufo e uovo. I tartufi bianchi, infatti, per essere assaporati appieno devono essere ‘lamellati’ su piatti neutri: carne cruda, uovo fritto, i classici tajarin e tanto altro ancora. Ogni sabato e domenica di Fiera (sono i giorni d’apertura, orario 9,00-20,00) nel Cortile della Maddalena (sede del Mercato Mondiale del Tartufo bianco d’Alba) si svolge l’Alba Truffle Show,un appuntamento con i piatti dei grandi chef di Langhe e Roero. Altri appuntamenti gustosi sono i laboratori e show cooking di Foodies Moments e i Foodies Moments Tradizione: di questi ultimi sono protagoniste le osterie del Truffle Club (club di ristoratori particolarmente esperti nel conoscere e trattare il tartufo bianco di Alba). Inutile dire che per gli amanti del ‘Tuber Magnatum Pico’ (nome scientifico del tartufo) il Mercato ha la sacralità di un Tempio e anche le contrattazioni sono avvolte da una particolare atmosfera resa tale anche dai molti profumi – dovuti alle diverse caratteristiche del terreno, dell’umidità e della flora delle varie tartufaie – del Tartufo Bianco d’Alba. A chi non ha mai avuto la gioia di frequentare il mercato di questi ‘diamanti’ è opportuno precisare che ogni esemplare in vendita (ogni giorno ne arrivano oltre 2.000 dai boschi di Langhe, Roero e Monferrato) è controllato prima dell’apertura al pubblico da una Commissione Qualità che poi resta a disposizione come Sportello del Consumatore e che tutti i tartufi oltre i 10 grammi sono venduti in un sacchetto numerato che dà diritto alla sostituzione se il tubero non risulta soddisfacente. Premesso che i tartufi bianchi d’Alba coltivati non esistono, non bisogna essere specialisti per acquistare un buon tartufo e conservarlo, basta ricordarsi di alcune raccomandazioni: il segreto del tartufo è l’aroma, quindi un buon tartufo bianco deve avere ben accentuato quel complesso profumo di aglio, fieno, miele, spezie e terra bagnata che lo caratterizza. Tra le 120 molecole volatili che ne compongono il profumo vi è anche quella dell’ammoniaca, ma la nota deve essere lievissima: se è accentuata, il tartufo è da scartare. Si consuma fresco (può essere conservato al massimo per una settimana in frigo chiuso in un contenitore di vetro dopo averlo avvolto con carta assorbente). Prima di consumarlo occorre pulirlo con una spazzolina sotto l’acqua corrente, asciugarlo e farlo riposare per almeno dieci minuti. Naturalmente è vietato cuocerlo: si consuma lamellato a crudo con una lama sottilissima e per gustarlo occorre avere le narici ben aperte, con il raffreddore è meglio rinunciare per non rimpiangere gli euro spesi.

Cultura e tradizioni

La Fiera è anche un evento per far rivivere antiche tradizioni della cultura popolare declinate sul filo conduttore del tartufo: ecco quindi il 17 ottobre un migliaio di figuranti in costume medievale animare il Baccanale del Tartufo e il successivo 18 ottobre i Borghi di Alba proporre momenti della quotidianità medievale (con prodotti tipici della gastronomia piemontese cucinati in diretta) con Il Borgo si Rievoca. Poiché gli appassionati d’arte a volte esitano a confessare (anche a se stessi) di essere buongustai alcune iniziative possono fungere da grimaldello per giustificare una visita ad Alba: Sulla tavola degli Albesi 3000 anni fa (finoal31 dicembre) relativa alla preparazione del cibo nell’età del Bronzo è una chicca che da sola merita un viaggio in un luogo splendido come la capitale delle Langhe e la mostra 1945-2015: 70 anni di storia tra musica e cinema (fino all’8 novembre)che racconta a livello visivo e sonoro – attraverso le copertine dei dischi, i manifesti del cinema e sintetici appunti storici – sette decenni carichi di eventi epocali, ma che sono trascorsi come un lampo. Inoltre sempre fino all’8 novembre due appuntamenti con l’arte contemporanea: Kiki Smith, una delle più note pittrici e scultrici statunitensi, è protagonista della mostra Kiki Smith nel Coro della Chiesa di Maria Maddalena (con appendice sotto i portici di Piazza Risorgimento) e Toshiyuki Kita – Il lusso nella natura che attraverso l’opera dell’artista e designer giapponese esplora una diversa chiave interpretativa delle eccellenze del Made in Italy e dei luxury goods. I bambini di oggi saranno i consumatori e buongustai di domani se sono educati per tempo: ecco quindi Alba truffle bimbi (fino al 15 novembre) in cui giocando imparano a conoscere il territorio e il mondo dei tartufi e il suo grande protagonista: il ‘Tabui’. In ogni weekend fieristico, infine,sono programmate iniziative per valorizzare le tipicità albesi come per esempio in quello del 24-25 ottobre in Piazza Risorgimento in cui saranno protagonisti la carne cruda e il Pan ed Langa: degustazioni a go-go insieme a focaccia, agnolotti… Al solo pensiero viene l’acquolina in bocca.