Dal 9 al 13 giugno ospita l’incontro UNOC sugli Oceani, nel 2030 a sorpresa le gare su ghiaccio dei giochi olimpici assegnati alla Francia. Nel ‘700 era un borgo di pescatori, un secolo dopo grazie agli inglesi divenne un luogo di villeggiatura internazionale. Artisti come Chagall e Renoir scelsero di viverci. E’ arte, contemporanea s’intende, anche il nuovo Iconic di Libeskind
Dagli oceani alle nevi! Dalla conferenza Unoc sul futuro dei mari all’aver ottenuto, insieme ad alcune località alpine francesi, le Olimpiadi invernali del 2030. Ma Nizza c’è, non si pone limiti. Guarda sempre oltre, fin da quando era un piccolo porticciolo, che sulle mappe del ‘700 era poco più che un puntino. Poi, appena un secolo dopo, alla fine dell’800 la città provenzale, che fino al 1860 apparteneva allo stato sabaudo, si è trovata al centro del mondo. Grazie agli inglesi che ne scoprirono gli inverni miti, la bellezza del mare e della costa, la vicinanza alle pittoresche Alpi Marittime. E così con lo svernare dei sudditi di “sua maestà” britannica inizio per Nizza il periodo della Belle Epoque, che portò alla nascita di alberghi di lusso sul lungomare, residenze da sogno nei nuovi quartieri ed eleganti bagni sulla spiaggia. Sette chilometri di mondanità in riva al mare. Uno sviluppo rapidissimo, quasi miracoloso, che trovò nel primo illuminato piano regolatore varato nel 1834 dal governo sabaudo una sicura bussola.
Dal 9 al 13 giugno prossimi Nizza sarà invece al centro del mondo perché ospiterà l’attesa “Conferenza UNOC sugli Oceani 2025”, appuntamento che riveste una grande importanza per lo sviluppo di un’economia blu sostenibile nel pianeta. Appuntamento collegato alla Biennale delle Arti e degli Oceani che propone tante iniziative di respiro internazionale. Come la mostra “Laurent Ballesta – Mers et Mysterès” in corso al Museo della Fotografia. Ballesta è un fotografo degli abissi, capace di catturare con il suo obiettivo ogni forma di vita che pulsa a quelle profondità. Il film “Planète Mediterranée” racconta spedizioni scientifiche nelle profondità marine al limite dell’umano.
Un po’ sabauda e un po’ occitana: vi nacque Garibaldi
Nizza è abituata a fare da sirena, ad attrarre attenzioni, a sedurre. La sua città vecchia, che è un labirinto di vicoli e di carrugi, ha incantanto tanti viaggiatori del Grand Tour: letterati, pittori, artisti… La forza magnetica della città si deve a quel suo essere un po’ occitana, un po’ ligure e un po’ piemontese. Anche se poi la cornice ce l’ha messa la Francia, con buona pace anche di Garibaldi che vi nacque nel 1807 e che nel 1860 vide la sua città cambiare bandiera, lasciare il Regno di Piemonte e Sardegna (lo stato sabaudo) per passare alla Francia. La casa di Garibaldi è stata demolita da decenni, ma la grande Place Garibaldi (nella foto) è ancora una delle principali di Nizza e la città lo celebra tutt’oggi come uno dei suoi figli più famosi, anche con un bellissimo murales.
Dimora di artisti in cerca di ispirazione: Chagall e Renoir
La consacrazione di Nizza come città aperta al mondo, luogo di ritiro, pace e ispirazione arriva dalla presenza di tanti artisti che l’hanno scelta come stabile dimora. Di due di loro, Chagall e Renoir, Nizza conserva testimonianze preziose. A Marc Chagall, grande pittore russo d’origine ebraica, nato in Bielorussia e naturalizzato francese, scomparso nel 1986 a 98 anni, è dedicato il Museo Nazionale del Messaggio Biblico di Marc Chagall, immerso nel verde della collina di Cimez, che ospita le grandi opere dedicate al Messaggio Biblico e del Cantico dei Cantici, donate dall’artista e dalla moglie alla Francia. Opere che richiamano visitatori da tutto il mondo, opere che per volere dello stesso artista non si muoveranno mai da lì…
E’ diventata un museo anche la casa che il pittore impressionista Pierre Auguste Renoir ha scelto come dimora sulle colline intorno a Cagnes-sur-Mer. In quel luogo fra gli ulivi Renoir si trasferì anziano, insieme alla sua adorata famiglia. C’era anche il figlio Jean, il secondogenito poi diventato regista. In questa residenza, diventata museo nel 1960, sono conservate 14 tele originali che illustrano il periodo nizzardo del pittore: paesaggi, ritratti, nudi e nature morte. Nella casa sono ancora vive le testimonianze della famiglia; ricostruito anche l’atelier del pittore con colori, pennelli e tavolozza, oltre a una collezione di sculture frutto del lavoro congiunto di Renoir e dello scultore Richard Guino. Renoir morì qui nel 1919.
I borghi arroccati dell’entroterra
Dalle finestre della villa di Renoir si ammira Cagnes-sur-Mer vecchia, ovvero il borgo che è un mirabile intreccio di vicoli, di antichi palazzi e di edifici fortificati. Luogo di attrazione magnetica per tanti amanti dell’arte. E visto che si parla di borghi, perché non ricordare la “Via dei villaggi arroccati” che stanno intorno a Nizza, sospesi fra le Alpi Marittime, il mare e la valle del fiume Var. Anche Saint Jeannet e Carrosse sono borghi dalla scorza ruvida e dall’anima autentica, guscio di tesori e di vecchie botteghe artigianali. I loro castelli, fortezze e palazzi parlano di un passato importante. Erano le sentinelle di Nizza e della via che dalla montagna arriva al mare. Eppure oggi la loro atmosfera conquista per le case colorate, i viali di platani, le piazze animate e anche per i sublimi panorami…
La cucina nizzarda ha un “certificato”
E già che si parla di enogastronomia bisogna ricordare quanto a Nizza questa sia una cultura. I locali che la propongono sono certificati da una targa. Cucina nizzarda significa tante cose, piatti di terra innanzitutto. Storicamente è stato così. Tra i piatti più noti figura la doube (o douba) nizzarda, uno stufato molto particolare; la socca, una specie di farinata in cui l’ingrediente principale è la farina di ceci, che si può gustare anche come street food nelle vie e nelle piazze (i baracchini che la servono sono molto caratteristici); la cosiddetta merde de can, nome buffo e irriverente che definisce gli gnocchi locali. Poi la famosa insalata nizzarda, nota in tutto il mondo nelle sue infinite varianti, ma molto più difficile da realizzare: tonno, acciughe, misticanza, cipollotto, uova sode, rapanelli e pomodori vanno dosati a dovere. Può essere un piatto unico, perché è bello abbondante.
Il “diamante nero” ha cambiato lo skyline
Ma Nizza non è Nizza senza le avanguardie. Ed eccolo l’Iconic, il “diamante nero”, sorto a tempo di record accanto alla stazione. Un’opera di architettonica dall’audace stile contemporaneo, tutta in vetro, progettata da Daniel Libeskind, l’archistar che ha firmato a New York la spettacolare rinascita di Ground Zero. Ha cambiato lo skyline della città, dell’ex villaggio di pescatori che fece innamorare i viaggiatori del Grand Tour.
Info: www.explorenicecotedazur.com