Fino al 27 luglio 2025 le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino ospiteranno una raffinata esposizione che indaga i temi della bellezza, della natura e della seduzione attraverso oltre cento opere, dal mondo classico all’Art Nouveau

Lorenzo di Credi, Venere, 1490-1495 circa, olio su tela, 151×69 cm. Su concessione del Mic – Gallerie degli Uffizi, Firenze
I Musei Reali di Torino, in collaborazione con Arthemisia, presentano Da Botticelli a Mucha. Bellezza, Natura, Seduzione, una mostra che invita a riflettere sul concetto di bellezza e sulla sua rappresentazione artistica lungo i secoli. Ospitata nelle Sale Chiablese, l’esposizione si compone di oltre cento opere provenienti da importanti istituzioni italiane – tra cui le Gallerie degli Uffizi, Castel Sant’Angelo, l’Istituto Salce di Treviso – e da collezioni pubbliche e private. Il filo conduttore del percorso è il corpo e il volto della donna, declinato nei suoi significati simbolici, mitologici e spirituali, attraverso undici sezioni tematiche dense di suggestioni figurative e narrative.
Il mito di Venere e l’origine del desiderio
Apre il percorso una sezione interamente dedicata alla figura di Venere, dea dell’amore e della bellezza, che mette a confronto due capolavori: la Venere di Sandro Botticelli, proveniente dalla Collezione Gualino della Galleria Sabauda, e quella di Lorenzo di Credi, concessa in prestito dalle Gallerie degli Uffizi. Due visioni divergenti ma complementari di una stessa icona, che segnano l’ideale rinascimentale del corpo femminile come veicolo di armonia e desiderio.
Segue il mito di Elena di Troia, archetipo di femminilità e motore di guerre, evocato attraverso arazzi, rilievi e dipinti. Le Tre Grazie, figlie di Zeus, incarnano invece l’ideale di bellezza condivisa e sono protagoniste di una selezione di disegni di Antonio Canova, custoditi presso la Biblioteca Reale.
Antico e Rinascimento: un’estetica della misura
Due sezioni centrali indagano il rapporto tra arte rinascimentale e modelli classici. Sculture, grottesche, disegni di Girolamo da Carpi e dipinti d’ispirazione sacra testimoniano la ricerca di un equilibrio tra ideale religioso e forme naturali. La presenza dell’antico, inteso come grammatica visiva e fonte di autorevolezza culturale, permea tutta l’esposizione, generando corrispondenze tra le epoche.

Michele Gordigiani, Margherita di Savoia, 1872, olio su tela, 340×206 cm. Su concessione del Mic – Musei Reali, Palazzo Reale
La natura come meraviglia e specchio dell’anima
Al centro della mostra, un momento di contemplazione è offerto dalle sezioni dedicate alla natura, intesa non solo come elemento decorativo ma come forza generatrice e poetica. Gli Album di fiori, pesci e uccelli provenienti dalla “camera delle meraviglie” del duca Carlo Emanuele I di Savoia, realizzati nei primi anni del Seicento, raccontano l’ordine nascosto e la varietà stupefacente del mondo naturale, a metà tra scienza, arte e collezionismo.
Volti e simboli dell’universo femminile
Nella parte conclusiva del percorso, la bellezza femminile si tramuta in metafora di virtù, purezza e potere. La Dama con l’unicorno di Luca Longhi, proveniente da Castel Sant’Angelo, rappresenta l’apoteosi della castità idealizzata. A dialogare con lei, le figure mitologiche e allegoriche dipinte da Antiveduto Gramatica, Giovanni Battista Naldini e le Sibille di Orsola Maddalena Caccia, raro esempio di pittura femminile barocca.
Completano il quadro i ritratti della Contessa di Castiglione, spia e musa dei salotti europei, e della regina Margherita di Savoia, eseguiti da Michele Gordigiani, che testimoniano la transizione dall’ideale pittorico alla modernità della fotografia.
La femminilità tra Ottocento e Art Nouveau

Cesare Saccaggi, A Babilonia (Semiramide), 1905 circa, olio su tela, 240×140. cm Su concessione del Mic – Musei Reali, Galleria Sabauda
L’ultima sezione della mostra è dedicata alla trasformazione della figura femminile nell’arte di fine Ottocento e primo Novecento. Tra i nomi presenti, spiccano Giovanni Grosso, Carlo Stratta, Leonardo Bistolfi e il grande maestro dell’Art Nouveau, Alphonse Mucha, con le sue inconfondibili visioni eteree e ornamentali. Accanto a loro, il dipinto A Babilonia (Semiramide) di Cesare Saccaggi, recentemente acquisito dai Musei Reali, suggella il percorso espositivo con una rappresentazione epica e malinconica della bellezza mitologica.
Leonardo e Botticelli sotto la lente della scienza
Due preziose novità arricchiscono l’esperienza di visita. Per la prima volta, saranno presentati al pubblico i risultati delle indagini diagnostiche condotte sulla Venere di Botticelli della Collezione Gualino: un’occasione unica per scoprire le fasi preparatorie, le correzioni e le scelte compositive dell’artista. In parallelo, nel nuovo Spazio Leonardo della Galleria Sabauda sarà visibile uno dei disegni più celebri del genio vinciano: il Volto di fanciulla, eseguito tra il 1478 e il 1485, considerato uno studio per l’angelo della Vergine delle Rocce oggi al Louvre.
Immagine in apertura: Francesco Morandini detto il Poppi, Le tre Grazie, 1570 circa, olio su rame, 30×25 cm. Su concessione del Mic – Gallerie degli Uffizi, Firenze