Un 60° Nautico di Genova pieno di stimoli, il Salone dell’Italia che non si ferma

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Il 60° Salone Nautico di Genova è stato importante non solo per i numeri e la qualità di espositori e visitatori (oltre 71.000, cifra notevolissima in questo periodo di covid-19 e corrispondente al ‘tutto esaurito’ delle quote di presenze previste dalle norme di sicurezza per ogni giornata espositiva), ma anche per rappresentare dopo il lockdown il primo salone internazionale effettuato in Italia e l’unico salone nautico svoltosi in un mondo mutato a causa della pandemia e per molti aspetti (economici e sociali) diverso, anche in futuro, da quello che credevamo immutabile.

Una data d’esordio quindi: il 1° ottobre 2020 può idealmente essere abbinato a quel 27 gennaio 1962 in cui alle 14.00 il sottosegretario al Tesoro Alfonso De Giovine ha inaugurato la prima edizione del Salone Nautico di Genova in un quartiere fieristico ancora incompleto. È iniziata in quel pomeriggio di sessant’anni fa una storia affascinante: pochi prevedevano che sarebbe approdata brillantemente a quel terzo millennio allora così lontano.

Varare quel Salone è stato un atto di coraggio e lungimiranza perché tale era proporre una manifestazione su un tema ritenuto di nicchia: la nautica da diporto era considerata, allora, argomento per gli appassionati (non molti) o identificata con gli yacht che si vedevano sui rotocalchi. Coraggio e lungimiranza erano caratteristiche di personaggi come il sindaco Pertusio e il prof. De André (padre del più noto Fabrizio) grazie alla cui volontà tra mille difficoltà e scetticismi, a cavallo tra i decenni cinquanta e sessanta, è stata creata la Fiera di Genova (di cui De André è stato il primo presidente): manifestazione d’esordio il Salone Nautico che in pochi anni diviene simbolo dell’Ente e della città. È però l’accordo con Ucina (1967) la base degli straordinari successi del Salone (internazionale dal 1964) che diventa l’appuntamento della nostra industria nautica (anch’essa in grande sviluppo) con i mercati internazionali e grazie al fascino e alle immagini delle imbarcazioni esposte fa nascere il desiderio di ‘andar per mare’ e la consapevolezza che per possedere una barca non è necessario essere nababbi (o pescatori).

Coraggio, lungimiranza e una forte dedizione hanno contraddistinto oggi l’attività dell’attuale gruppo dirigente che ha riunificato il comparto nautico nazionale, ottenuto risultati notevoli grazie alla serietà e completezza delle proposte presentate alle autorità (anche in occasione delle recenti criticità economiche dovute alla pandemia) e – nonostante i molti scetticismi e l’attuale contesto oggettivamente difficile e inesplorato – ha mantenuto salda la volontà di realizzare il Salone dimostrando al mondo (non solo della nautica) che in Italia non esistono solo parolai, ma anche persone che in silenzio e con costanza e determinazione sanno rimboccarsi le maniche e ottenere risultati e successi.

Il 60° Salone Nautico è stato, infatti, un successo oltre le più rosee previsioni: se 71.168 visitatori paiono pochi (ma non lo sono vista la contingenza sanitaria e psicologica nazionale e mondiale), è stato straordinario il loro livello qualitativo: gli espositori, infatti, ritengono sia il migliore degli ultimi 15 anni per il business. Andamento e risultati di quest’edizione fanno presupporre che si aprirà un ciclo ricco di successi per la nautica italiana come avvenuto nel 1962. Per uno strano gioco del caso oggi come allora la manifestazione si è svolta in un’area in profonda trasformazione: gran parte del vecchio quartiere della Fiera è in demolizione per lasciar posto alla realizzazione del ‘Waterfront di levante’, progettato da Renzo Piano, che riqualificherà quest’area, da sempre appendice emarginata, ponendola al centro di una nuova urbanistica cittadina. Il Salone dei prossimi anni entrerà quindi molto più profondamente nel quotidiano della città e l’accordo decennale stipulato nei mesi scorsi da Confindustria Nautica, Regione Liguria e Comune di Genova dà finalmente certezze per il futuro consentendo agli organizzatori un piano di investimenti per essere leader non solo mediterranei o europei.

Il layout del Salone già quest’anno – profondamente diverso da quello vissuto per decenni – corrisponde a una filosofia fieristica rivolta oltre che alla concretezza del business ad affascinare il pubblico con la bellezza delle imbarcazioni nel loro elemento naturale più che a emozionarlo con maestosi yacht all’interno di un padiglione anche quando si camminava sotto la chiglia di un 25 metri si provava un senso di stupore ineguagliabile e unico. Oggi, e ancor più in futuro, il fascino dei saloni nautici è dato, per i non specialisti, soprattutto da visioni d’insieme. Il Salone di Genova è al riguardo già ora ineguagliabile con i suoi 200.000 mq quasi interamente all’aperto arricchiti da strutture galleggianti create per gli stand e per gli ampi percorsi predisposti per gestire i flussi in armonia con il protocollo di sicurezza. Protocollo voluto da Confindustria Nautica più rigoroso di quanto richiesto dal Governo e dall’OMS e che può essere assunto come modello gestionale di una manifestazione fieristica (anche in settori diversi dalla nautica) per i prossimi anni. Notevole è stata l’attività degli organizzatori nel selezionare  i visitatori in modo da assicurare un alto livello qualitativo dei contatti: anche sotto quest’aspetto il 60° Salone si è rivelato un modello di efficacia ed efficienza la cui punta di diamante sono stati i buyer provenienti da 20 Paesi esteri, numero eccezionale in questa contingenza mondiale.

 

Il successo di un salone non dipende però solo dalle capacità e dalla volontà di chi lo organizza, ma anche da come gli espositori lo interpretano e quelli presenti a Genova lo hanno fatto nel modo migliore presentando ben 18 importanti prime assolute e aderendo al filo conduttore dell’innovazione proposto dagli organizzatori con il Design Innovation Award. Interessanti l’Hydrofoil Bike, la prima e-bike acquatica al mondo e il varo di un trimarano a motore lungo 6 metri e mezzo (progetto Mambo) realizzato con una tecnologia di stampa 3D.

Tra le meraviglie esposte le ammiraglie del Salone: SD 126 del Cantiere Sanlorenzo, un 37,95 m. armonico e molto elegante con rimandi ai transatlantici degli anni 30 e per la vela l’affascinante Mylius 80, un 25 m. della Mylius Yachts, interessanti le novità B.Yond 37 m. della Benetti, esordio di un modello caratterizzato da grande razionalità e praticità e la presentazione dell’anticonvenzionale BGX60 della Bluegame Yachts.

Poiché la nautica non è solo grandi yacht, sogni irrealizzabili per quasi tutti noi, ma anche imbarcazioni più ‘abbordabili’ un’esplorazione tra i molti e ottimi cantieri che le producono rivela molte intriganti novità: tra queste del Cantiere Mimì i Libeccio wilkaround 9,5 e 11 m in perfetto equilibrio tra tradizione e innovazioni tecnologiche, sportività ed eleganza e il Libeccio classico 8,5, omaggio al gozzo salernitano anni ‘60.

Nel mondo dei fuoribordo, Yamaha ha presentato i nuovi VMAX SHO per imbarcazioni leggere e veloci e la linea waverunner 2021 (compreso l’attesissimo Super Jet): motori più compatti e dal peso ridotto, provati con grande emozione su un Cappelli Tempest.

Il nuovo settore dedicato ai Superboat (motoscafi con un rapporto potenza/peso molto alto) con gli ultimi modelli dei principali brand ha affiancato le tradizionali sezioni di imbarcazioni pneumatiche, componentistica, accessori e servizi. Tra le molte tematiche trattate, in primo piano quelle relative a misure normative che permettano alle nostre aziende di competere alla pari con la concorrenza internazionale e non vedere vanificato il vantaggio delle nostre creatività e tecnologia da norme che non rispondono alle logiche dei mercati internazionali e la ‘nautica sociale’ come strumento per facilitare a nuove fasce d’utenza la possibilità di fruire del mare in modo sano e sicuro.

Un Salone che ha rappresentato un forte segnale di responsabilità sociale, determinazione e saper fare, virtù tipiche del nostro Paese (o almeno della sua parte migliore), un Salone ben sintetizzato dal tema di uno dei 73 eventi – tra convegni, seminari, workshop e presentazioni – che lo hanno arricchito: Sessant’anni di Nautico, un ponte sul futuro.