Con “Bologna ombelico di tutto” la città emiliana è ancora capitale gastronomica

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Licia Granello, celebre firma del food di Repubblica, così presenta il libro scritto da Bruno Damini, parmigiano di nascita e bolognese di adozione: “Bologna la dotta. Bologna la grassa. Bologna borghese, chiusa, autoreferenziale, commerciante e commerciale, perfino poco ospitale, a detta di qualcuno. Ma nessuno, proprio nessuno, che resti indifferente alle atmosfere rapinose e sospese dei suoi portici, agli afrori carnali delle sue botteghe, al chiacchiericcio cantilenato della sua gente mentre vende golosità assortite ai banchi dei mercati.
Scrivere di questa Bologna, però, è meno facile di quanto sembri. Perché occorre asciugare il racconto da stereotipi e pregiudizi, guardarla a occhi ben aperti pur conoscendola a memoria, selezionare luoghi e facce con il giusto mix di merito ed empatia. Bruno Damini è un migrante di prossimità, nel senso che è nato a Parma e ha scelto Bologna per viverci, amare e metter su famiglia, Dna emiliano, ma scelta di vita spostata cento km più a est. Un innamoramento adulto, sfrondato dalle infatuazioni giovanili e quindi più consapevole e maturo.

Gli anni passati all’interno del Teatro Stabile cittadino (quell’Arena del Sole di cui è stato a lungo direttore della comunicazione  e marketing), con la sua luminosa scia di attori e spettacoli memorabili, gli hanno permesso di conoscere meglio l’animo umano e di non lasciarsi ingannare dai falsi miti, ben riconoscendo millantatori e soloni dell’ultima ora. Ma cultura e sensibilità non sarebbero certo sufficienti a pensarlo come un narratore di alto artigianato alimentare. A fare la differenza, un talento naturale ed evidente per la cucina, che si traduce in piatti squisiti e cene da capogiro: destinatarie privilegiate le donne della sua vita – la moglie Francesca e la figlia Agata – insieme a una solida accolita di amici (che comprende un buon numero di cuochi). Come tutti gli autentici praticanti dei fornelli, Damini ha un rispetto profondo delle materie prime, che significa andare all’origine, conoscere la filiera, imparare a distinguere – come si dice – il grano dal loglio. Così, dopo tanto annusare e tastare, assaggiare e provare, scoprire e ricomporre, l’esigenza di mettere su carta gli ultimi vent’anni di vita e cibo bolognesi è diventata impellente. Ne è uscito un mix golosissimo di ritratti e indirizzi, recensioni e suggerimenti, informazioni e perle di saggezza, vademecum inusuale e parecchio utile per chi a Bologna ci vive e per chi ci arriva volendola conoscere da dentro.

Infatti l’autore percorre un itinerario enogastronomico – sulle tracce dei percorsi lanciati da Slow food – in un personale voyage di cuore e di pancia di uno dei più attenti osservatori del panorama giornalistico enogastronomico bolognese. Un percorso fatto di storie esemplari di donne e di uomini che ogni giorno si rimboccano le maniche lavorando il cibo con la doppia sapienza della testa e delle mani. Un coro di voci che uniscono centro storico e periferia, pianura e montagna, in un unico racconto che è molto territoriale, ma potrebbe anche provenire da ogni latitudine d’Italia. Pagine che raccontano di pane e di sfoglia, frutta e verdura, pesce, carni, formaggi, ristoranti e chef, scuole di cucina, vini e olio dei Colli Bolognesi,erboristi e droghieri, pasticceri e gelatieri, miele, caffè, brandy, ma anche della Bologna solidale, fino alla magia del “Teatro da mangiare”. Tante storie e altrettanti indirizzi utili a chi voglia orientarsi nella vasta offerta cittadina, alla ricerca del “buono&sano” che mai come ora la città sa offrire. Non una guida, ma un vademecum che è fotografia, reale e comprovata, di un’esperienza acquisita sul campo: personalissima e di assoluta dedizione a qualità e gusto.

“Damini ha fatto tesoro della lezione di Piero Camporesi e Massimo Montanari introiettando il concetto che il cibo è cultura e che quello che compare sulla nostra tavola racconta di noi e la nostra storia e ordisce un’operazione intelligente e temeraria: presentare un libro che strizza l’occhio alla moda del buon palato editoriale il quale, appena aperto, si rivela un rosario di storie col pretesto della gastronomia. È storia materiale, guida gastronomica fra l’Artusi e la Michelin, ma anche catalogo della nostra più autentica e genuina impronta culturale”.Valerio Varesi

I dati del libro: Bologna ombelico di tutto, Bruno Damini, Casa Editrice Minerva, Collana Ritratti di gusto, Bologna, 2016, 224 pagine, 16.90 Euro. 

Info: www.minervaedizioni.com

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