Nel borgo sardo di Orgosolo, dal 27 al 29 maggio 2025, startup italiane e operatori locali si incontrano per costruire un modello replicabile di turismo sostenibile nei territori marginali. Un progetto che unisce innovazione, cultura e rigenerazione comunitaria
Nel panorama delle strategie emergenti contro l’overtourism e lo spopolamento dei piccoli borghi italiani, Orgosolo si distingue come scenario d’avanguardia. Dal 27 al 29 maggio, questo centro montano della Barbagia, noto per la forza espressiva dei suoi murales e per una profonda coerenza culturale, ospiterà l’Innovation Startup Tour, iniziativa ideata dall’Associazione Startup Turismo nell’ambito di Miradas, progetto di rigenerazione culturale e sociale finanziato dal Ministero della Cultura attraverso il PNRR Bando Borghi – Linea B.
L’evento – che coinvolge sei startup italiane e oltre quaranta realtà imprenditoriali del territorio – si configura come un laboratorio a cielo aperto per la sperimentazione di modelli imprenditoriali innovativi, radicati nel territorio e orientati alla sostenibilità.
Come spiegato dalla presidente dell’associazione promotrice, Giulia Trombin, “in un contesto in cui il turismo tradizionale mostra tutti i suoi limiti, Orgosolo rappresenta un’alternativa possibile: una comunità consapevole, capace di accogliere l’innovazione senza rinunciare alla propria identità”. Il format dell’Innovation Startup Tour prevede incontri, laboratori operativi e momenti di scambio strutturati in modo da facilitare l’adozione concreta delle soluzioni presentate, ponendo le basi per collaborazioni durature tra startup e attori locali.
La scelta di partire proprio da Orgosolo non è casuale. Il borgo, grazie al progetto Miradas, ha già intrapreso un percorso di rilettura del proprio patrimonio culturale e sociale, avviando interventi su cinque assi strategici: Miradas collaborative, culturali, forestiere, narrative e future. Con il supporto dello IED – Istituto Europeo di Design, Orgosolo ha ridefinito la propria immagine pubblica, aprendo la strada a progettualità imprenditoriali coerenti con un turismo esperienziale e non estrattivo. “Accogliere l’Innovation Startup Tour”, dichiara il sindaco Pasquale Mereu, “significa rafforzare la direzione che abbiamo intrapreso: una visione di sviluppo che tenga insieme autenticità e futuro, innovazione e coesione sociale”.
Le sei startup protagoniste dell’iniziativa rappresentano ambiti diversi ma complementari, tutti riconducibili a una visione condivisa di turismo rigenerativo. BikeSquare promuove la mobilità dolce attraverso e-bike e itinerari enogastronomici; Destinazione Umana propone viaggi a piedi con focus sul benessere e la crescita personale; GardenSharing abilita l’uso di spazi privati come micro-aree di sosta per camper e tende, incentivando l’ospitalità diffusa; Ruralis, forte di un recente investimento da 1,8 milioni di euro, supporta la digitalizzazione delle strutture ricettive nelle aree rurali; Walltips fornisce strumenti digitali gratuiti per la promozione collaborativa di servizi turistici locali; Openstage, infine, sviluppa totem prenotabili per eventi dal vivo, favorendo la diffusione culturale nelle aree interne.
L’agenda dell’evento prevede una conferenza stampa e una plenaria pubblica il 28 maggio, entrambe presso l’Ex Municipio di Orgosolo, seguite da una serie di incontri one-to-one tra imprese locali e startup. Il cuore del format risiede proprio nella dimensione applicativa: ciascuna startup è chiamata a declinare le proprie soluzioni in funzione delle specificità del territorio, accompagnando gli operatori locali nell’esplorazione di nuovi modelli di business. “Vogliamo creare un sistema reale”, afferma ancora Trombin, “in cui innovazione e saperi tradizionali collaborino in modo sinergico per generare valore condiviso”.
L’obiettivo ultimo è dare vita a un modello esportabile, capace di attivare dinamiche virtuose in contesti analoghi. La replicabilità è infatti il valore aggiunto dell’Innovation Startup Tour: un’architettura progettuale agile, adattabile e capace di produrre effetti misurabili in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale. In questa logica, Orgosolo non è solo la sede di un evento, ma il primo nodo di una rete potenziale di territori che intendono costruire un’alternativa sistemica al turismo di massa.
Nel quadro complesso del turismo contemporaneo, il caso di Orgosolo apre una riflessione più ampia sul ruolo che i piccoli centri possono assumere nella ridefinizione del paradigma turistico nazionale. Qui, l’innovazione non viene calata dall’alto, ma germina da un ascolto profondo del contesto. E proprio in questo equilibrio tra tradizione e futuro risiede il potenziale trasformativo del progetto: la possibilità di immaginare un turismo sostenibile non come etichetta, ma come pratica concreta di rigenerazione territoriale.