La riapertura delle piste e degli impianti di sci pare finalmente vicina, impianti aperti da lunedì 15 febbraio, secondo l’ultimo decreto legge emanato.
Ma non c’è molto da festeggiare… Si dovrà sciare distanziati, con le mascherine, e contingentati per chi deciderà di rimettere in moto gli impianti. Venerdì si terrà la riunione del Comitato tecnico scientifico, nella quale gli esperti esamineranno il protocollo messo a punto dalle Regioni per il riavvio degli impianti sciistici. Una serie di norme di sicurezza preparate dalla Conferenza delle Regioni e consegnate al governo il 28 gennaio. E dalle anticipazioni che filtrano dai tecnici degli enti locali, tutte le indicazioni saranno accolte tranne una: la riapertura degli impianti sciistici in zona arancione, seppure con mascherina fpp2. In zona gialla, invece, si va verso un via libera allo sci. Il prossimo 15 febbraio cesserà il divieto di spostamento tra le Regioni e lo stop per gli impianti sciistici disposti con i provvedimenti di gennaio.

«Il danno ormai è fatto, ma almeno arriverà un po’ di respiro per il settore montano: un anno di chiusura è stato un colpo durissimo». Così il presidente della Fisi, Flavio Roda. «L’unica cosa che si può dire è “mai troppo tardi”. Adesso speriamo che gli operatori possano trarne qualche sollievo. Sicuramente non recupereranno la stagione, il periodo più importante per loro sono le vacanze di Natale. Ma almeno un pò di lavoro arriverà. Lato economico a parte, Roda è preoccupato» per la pratica sportiva. Il pericolo è che tante persone, e soprattutto giovani e bambini, abbandonino lo sci. Verrebbe a mancare un numero importante di persone che praticano lo sport invernale. Se di sicuro non si recupera la stagione, almeno si dà la possibilità agli appassionati di riprendere a praticare».
Foto V. Ghezzi: © MoniQue foto- di Monica Condini


Per il resto, le località montane si sono attrezzate da tempo: «Il sistema di alleggerimento delle code sugli impianti è già stato ampiamente adottato questa estate, abbiamo organizzato i percorsi. Quanto al contingentamento delle presenze sulle piste, ne stiamo discutendo da un mese e mezzo con le Regioni, è complicato perché dipende dalle dimensioni del territorio». È quasi certo che gli esperti chiederanno ulteriori modifiche, sollecitando misure idonee per la gestione dei flussi soprattutto per i comprensori più grandi, quelli che si estendono tra diverse Regioni o province autonome e che nel protocollo non sono indicate. Oltre a escludere la possibilità di riattivare gli impianti in zona arancione.
Questa la bozza di accordo delle RegioniIl 30 dicembre scorso la Confere».». delle Regioni e delle Province Autonome aveva approvato il nuovo ».».o sanitario rivisto con i suggerimenti indicati dal Comitato Tecnico Scientifico pochi giorni fa. La». sintesi del Protocollo sanitario, tocca tutte le problematiche ma una delle voci principali è il tetto massimo di vendita degli skipass giornalieri: “Quale misura preliminare, è necessario limitare il numero massimo di presenze giornaliere mediante l’introduzione di un tetto massimo di skipass giornalieri vendibili, determinato in base alle caratteristiche della stazione/area/comprensorio sciistico, con criteri omogenei per Regione o Provincia Autonoma o comprensorio sciistico da definire successivamente, sentiti anche i rappresentanti di categoria, concordati con i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali competenti per territorio“.