Gottardo, il tunnel ferroviario più lungo del mondo: un mito nei secoli

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La storia è spesso ricca di paradossi: l’11 dicembre 2016 la Svizzera, uno dei pochi Stati europei che non ha mai aspirato a far parte dell’Unione Europea, ha inaugurato la Galleria di base del San Gottardo, opera fondamentale per avvicinare i popoli del Nord e Sud del continente abbreviando le distanze (oggi misurate non in chilometri, ma in tempi di percorrenza) e quindi favorendo commerci, turismo e integrazione. Questa piccola e civilissima Nazione che con intelligenza ha saputo mantenersi fuori dai grandi conflitti del secolo scorso ha scelto con discrezione di agire concretamente in una prospettiva utile in termini sia di collegamenti, sia ecologici, varando – con il consenso di gran parte della popolazione – una politica dei trasporti sostenibile incentrata sul trasferimento del traffico dalla strada alla rotaia, abbassando, quindi, l’inquinamento atmosferico con vantaggi non solo per i cittadini elvetici.

Ammirando le immagini di quest’opera che con i suoi 57,1 km di lunghezza (comprese le gallerie di servizio, fuga,… sono 152 in totale i km realizzati) è il tunnel ferroviario più lungo del mondo (il record precedente apparteneva al Giappone con la galleria di Seikan lunga 53,9 km, mentre quella sotto la Manica è di 50,5 km) realizzato in soli 17 anni di lavori, è spontaneo e melanconico il confronto con i tempi di costruzione di certi nostri tratti autostradali che anche se non facili sono sempre meno difficoltosi di un tunnel che raggiunge la profondità massima di 2.300 metri (altro record mondiale) e che attraversa tre massicci (Aare, Gottardo e la zona pennidica dei gneiss) e due zone intermedie formate da svariate tipologie rocciose: dal duro granito a sedimenti fortemente frammentati.

Ed è un esempio di democrazia e coinvolgimento il modo in cui il Governo svizzero si è rapportato con la popolazione: la decisione non è stata calata dall’alto, ma sottoposta a un paio di referendum (sul progetto della Nuova ferrovia transalpina e sul modello di finanziamento) approvati dall’elettorato svizzero con il 64% dei voti. Naturalmente è stato predisposto anche un pacchetto di benefici per le popolazioni più direttamente coinvolte dall’impatto dell’opera. Proprio come in Val Susa!

La Nuova ferrovia transalpina varata dal Governo circa 25 anni fa è la più grande opera edile realizzata dalla Svizzera e prevede la costruzione di tre ‘gallerie di base’ (cioè scavate nella montagna a livello pianura in modo da evitare ai treni di salire in quota): il Lötschberg(in funzione dal 2007) di 34,6 km, il San Gottardo di 57,1 tra la ticinese Bodio e Erstfeld nel Cantone di Uri con una riduzione di circa 30 km rispetto all’attuale tratta di montagna e il Ceneri (in servizio probabilmente dal 2020) di 15,4 e il conseguente potenziamento dei sistemi di accesso con un investimento di circa 21,5 miliardi di euro.

La nuova galleria del Gottardo consente di risparmiare 30 minuti nelle tratte Milano-Zurigo e Milano-Lucerna (quando anche quella del Ceneri sarà in esercizio i minuti in meno saranno 60).

Il transito sul Gottardo è stato storicamente un ostacolo notevole nelle comunicazioni Nord-Sud: anche per i Romani – abilissimi costruttori di strade – a causa della Gola della Schöllenen il valicarlo era molto difficile. Situazione rimasta inalterata fino al 1220 quando grazie all’intervento del Diavolo (secondo la leggenda) erano stati costruiti il Twärrenbrüun (ponte in legno di sessanta metri lungo la Gola della Schöllenen) e il Teufelsbrücke (cioè Ponte del Diavolo) che attraversava la Reuss, uno dei quattro fiumi (gli altri sono Reno, Rodano e Ticino) che hanno origine dal massiccio del Gottardo e scorrono verso i quattro punti cardinali.

Situazione rimasta sostanzialmente invariata fino al 1708 quando è stato realizzato il ‘Buco di Uri’ (65 metri scavati nella roccia): il primo tunnel costruito sulle Alpi per una strada carrozzabile.

Nel 1800, l’incalzare del progresso crea i primi tratti di ferrovia e nasce l’idea di una galleria di sommità che faccia superare la montagna in quota. Opera che tra lo stupore e l’ammirazione di tutto il mondo consente nel 1882 di unire Lucerna a Milano e viceversa con treni speciali che percorrono questa galleria (15 km di lunghezza e anche allora primato mondiale) parte integrante di una linea ferrata ancora oggi eccezionale per concezione e ingegneristica. Una realizzazione in cui l’Italia ha svolto un ruolo importante non solo perché buona parte dei 5.000 operai erano Italiani, ma per il sostanzioso contributo finanziario all’opera. Cortesia che gli Svizzeri restituiscono ora avendo il Parlamento elvetico stanziato importanti crediti per garantire la realizzazione delle opere italiane necessarie a potenziare l’infrastruttura ferroviaria di accesso al Gottardo.

La ferrovia del Gottardo inaugurata nel 1882 resta ancora oggi un’eccezionale opera d’ingegneria con 205 ponti e sette tunnel elicoidali (tra questi le straordinarie gallerie elicoidali che circondano la Chiesa di Wassen) che accompagnano i treni nella loro ‘scalata’ da 470 a 1.100 metri.

La storica tratta del Gottardo però con l’entrata in servizio della ‘galleria di base’ non sarà relegata all’album dei ricordi o a essere protagonista della FFS Historic,fondazione creata per viaggiare attraverso 150 anni di storia delle ferrovie svizzere: la ricchissima documentazione della Fondazione comprende oltre a un archivio storico, fotografico, cinematografico e audiovisivo anche numerose collezioni (dai manifesti ai modelli in scala da 1:10) tra cui, particolarmente affascinante, quella di circa 200 veicoli storici originali in parte esposti a Lucerna al Museo Svizzero dei Trasporti.

Chi non avendo fretta vorrà godere paesaggi alpini leggendari e le emozioni delle tratte elicoidali dell’antica linea montana avrà la possibilità di farlo effettuando anche qualche tappa qua e là e assaporando come e più di prima il fascino speciale del Gottardo unito, magari, a quello di qualche prodotto tipico della regione. Un’esperienza unica può essere unire il passato della linea montana al presente – che è già futuro – della galleria di base compiendo uno straordinario giro del Gottardo.

Non si pensi che per godere queste esperienze o per visitare le principali città svizzere occorra un pacco di euro: a chi sa programmare i propri spostamenti le Ferrovie Svizzere offrono tariffe convenienti, eccezionali se si usufruisce di quelle ‘Mini’ (prenotazione almeno 21 giorni prima), ma anche quelle ‘Smart’ (prenotazione almeno 14 giorni prima) sono molto convenienti rispetto alle standard.

Viaggiare in treno in Svizzera è un piacere che permette anche di organizzare, senza la fatica e le preoccupazioni di dover guidare, un percorso turistico per assaporare i grandi vini (una graditissima sorpresa per chi non li conosce) e approfondire una gastronomia e una cucina e che vanno ben oltre i tradizionali ed eccellenti formaggi e cioccolato o l’ottima raclette.

E gli Svizzeri che, in effetti, amano il bien-vivre e la buona tavola hanno voluto ‘solennizzare’ l’apertura della nuova galleria del Gottardo e la maggiore vicinanza tra Milano e Lucerna (la città italiana e quella svizzera più vicine al nuovo tunnel) con un panettone, antico dolce milanese ben conosciuto dalle élite svizzere fin dalla sua (casuale per la leggenda) creazione intorno al 1490.

È nato così il Panettone Gottardo,una realizzazione a quattro mani tra due grandi Maestri pasticceri: il vicentino Dario Loison che conduce l’attività creata dal nonno e Matthias Bachmann che rappresenta la quarta generazione di un’azienda di Sursee (grazioso paese sul lago di Lucerna).

I due artisti hanno mixato l’impasto base dei panettoni Loison con il burro di un caseificio di Airolo (Canton Ticino) e il cioccolato di un’azienda storica di Svitto vicina al lago di Lucerna.

Interessanti il packaging e il manifesto che sintetizzano in modo graficamente brillante la storia del turismo nella Regione di Lucerna e quella dell’evoluzione della ferrovia, lo stile Belle Époque e il moderno design, la storica linea montana e l’attuale ‘traforo di base’ e la vicinanza tra Italia e Svizzera compartecipi nella storia dell’attraversare questo massiccio.

Info: www.svizzera.it/gottardo