Una raffinata mostra rende omaggio a George Hoyningen-Huene, pioniere della fotografia del Novecento. Un itinerario affascinante tra moda, viaggi e cinema, attraverso la visione di un esteta che ha saputo fondere classicismo e modernità in uno stile inconfondibile

Philippe Halsman, George Hoyningen-Huene photographing Rita Hayworth, 1943 © George Hoyningen-Huene Estate Archives
Il Museo di Roma a Palazzo Braschi, dal 25 giugno al 19 ottobre 2025, ospita la mostra George Hoyningen-Huene. Art.Fashion.Cinema il 125° anniversario della nascita di uno dei protagonisti assoluti della fotografia del XX secolo. Curata da Susanna Brown, già al Victoria & Albert Museum di Londra, e promossa da Roma Capitale in collaborazione con l’Archivio Hoyningen-Huene di Stoccolma, l’esposizione offre alla capitale la sua prima retrospettiva dedicata all’artista. Oltre cento fotografie suddivise in dieci sezioni tematiche ripercorrono l’evoluzione di un linguaggio visivo che ha saputo coniugare l’equilibrio della composizione classica con le inquietudini e le sperimentazioni delle avanguardie novecentesche.
Un cosmopolita tra rivoluzione e modernità
Nato a San Pietroburgo nel 1900 da madre americana e padre estone, George Hoyningen-Huene lasciò la Russia a seguito della Rivoluzione d’Ottobre, stabilendosi prima a Londra e infine a Parigi, dove si immerse nell’effervescente ambiente culturale degli anni Venti. Qui frequentò Man Ray, Dalí, Picasso, Cocteau, Lee Miller, figure che si ritrovano nella sua produzione e nella mostra stessa, impreziosita da ritratti che restituiscono la profondità di uno sguardo capace di cogliere l’essenza del soggetto. In questo contesto Huene affina un’estetica che unisce l’eredità della statuaria classica alla modernità delle avanguardie, fondendo rigore formale e innovazione stilistica.
Lo sguardo che rivoluzionò la fotografia di moda

Divers, Horst and Lee miller, Paris 1930 © George Hoyningen-Huene Estate Archives
Tra il 1926 e il 1936 Huene ricoprì il ruolo di capo fotografo per Vogue Francia, documentando con occhio sofisticato l’haute couture parigina. Le sue immagini, che spaziano da Chanel a Balenciaga, da Schiaparelli a Cartier, sono testimonianza di un’estetica essenziale e colta, influenzata tanto dal Surrealismo quanto dalla scultura greca. Fotografie iconiche come Divers — che ritrae di spalle Horst P. Horst e Lee Miller — incarnano la sua ricerca della forma ideale e del gesto armonico. La mostra restituisce con grande forza espressiva il dialogo tra corpo e luce, tra moda e arte, che costituisce il nucleo della sua poetica visiva.
Corpo classico, corpo moderno
La tensione verso la perfezione formale si manifesta nella sezione Riflessi di antichità, dove la luce scolpisce i corpi in composizioni che evocano rilievi ellenistici. Non meno significativa la sezione dedicata al nudo maschile, dove Huene esplora, con misura e sensualità, l’ideale classico trasposto nella fotografia moderna. L’uso sapiente della luce diffusa e la cura maniacale della posa restituiscono immagini sospese, tra mitologia e contemporaneità.
Viaggi, miraggi e incontri cinematografici

Josephine Baker, ca. 1929 © George Hoyningen-Huene Estate Archives
Huene fu anche viaggiatore curioso e acuto osservatore. Le sue fotografie scattate tra Tunisia, Grecia, Egitto e Messico — confluite in numerosi volumi illustrati — testimoniano un’esplorazione visiva che unisce il reportage all’estetica dell’arte. Dall’altro lato, la mostra dedica ampio spazio al suo rapporto con il cinema, approfondendo la collaborazione con George Cukor a Hollywood, dove fu consulente del colore e fotografo dei divi. I ritratti di Ava Gardner, Katharine Hepburn, Charlie Chaplin e Sophia Loren – con cui instaurò una profonda amicizia – compongono una galleria di volti leggendari, illuminati dalla sua sensibilità artistica.
Lee Miller, musa e discepola
Figura chiave della mostra è Lee Miller, modella, fotografa e reporter di guerra, legata a Huene da un sodalizio artistico e personale profondo. In alcune immagini, i due si scambiano i ruoli di soggetto e autore, in un gioco di riflessi che testimonia una condivisione intellettuale rara. In mostra anche un estratto del film Il sangue di un poeta di Jean Cocteau, in cui Miller appare come una statua vivente, emblema della bellezza enigmatica che Huene cercava di catturare.
Oltre la moda: visioni oniriche e surrealiste

Reflections… Miss Hubbell, 1930 © George Hoyningen-Huene Estate Archives
Huene non fu solo un fotografo di moda, ma un artista visivo che fece della fotografia un mezzo per esplorare l’inconscio e l’invisibile. Le sue composizioni, spesso influenzate dal Surrealismo, introducono elementi simbolici, giochi di riflessi e manipolazioni dello spazio che trasformano i servizi per le riviste in autentiche opere d’arte. Memorabile lo scatto dove il volto di Lee Miller fluttua in uno spazio nero, mentre tiene in mano una sfera in cui appare Agneta Fischer: immagine visionaria e raffinata, in equilibrio tra realtà e sogno.
Eredità di uno sguardo senza tempo
Il percorso si conclude con una riflessione sull’eredità visiva e intellettuale di Huene. I suoi lavori per Harper’s Bazaar, i documentari d’arte, il lavoro dietro le quinte a Hollywood e l’archivio recentemente riscoperto a Stoccolma, ne confermano la statura di maestro assoluto della fotografia. Un artista capace di attraversare epoche, generi e stili, lasciando un’impronta che continua a ispirare generazioni di fotografi, cineasti e stilisti. La mostra a Palazzo Braschi ne sancisce il ritorno sotto i riflettori, in una Roma che, tra arte e storia, si rivela cornice ideale per questo viaggio nell’immagine e nell’eleganza.