La capitale polacca, tornata al suo antico splendore, ha radici ben salde nel passato ma con lo sguardo rivolto al futuro
Tornare a Varsavia dopo vent’anni è una piacevole sorpresa. Una scoperta di una metropoli modernissima, dinamica, piena di vita, di giovani e di turisti. E soprattutto, di grande bellezza.
Andiamo per ordine. L’idea che Varsavia sia una città grigia, ancora condizionata dalle tragedie della storia è un’idea semplicemente sbagliata. Il ricordo di una città praticamente rasa al suolo dai nazisti sul finire della Seconda Guerra Mondiale è ancora forte. L’85 per cento della città venne ridotta in macerie. Immagini drammatiche di quanto accaduto nel passato restano indelebili nel ricordo dei suoi abitanti e nell’immaginario dei visitatori. Ma negli ultimi anni molto è cambiato. E chi scrive queste note, che a Varsavia andò per la prima volta una ventina d’anni fa, ne è testimone.
Il Centro Storico è stato ormai completamente ricostruito ed è identico a come era stato realizzato a cavallo fra il Seicento e il Settecento. Una ricostruzione portata avanti sulla base degli antichi progetti e, sorpresa, sulla base dei dipinti di un pittore italiano, Bernardo Bellotto. Bellotto pittore vedutista, nipote del più famoso Canaletto di cui mutuò il suo pseudonimo, qui soggiornò negli ultimi tredici anni della sua vita e realizzò dei quadri che sono praticamente delle fotografie che ritraggono fedelmente le piazze e le vie principali della capitale polacca. E la perfetta ricostruzione delle facciate degli edifici e, soprattutto, dei colori pastello che le abbelliscono, è merito in gran parte dalle immagini raffigurate nelle opere del grande pittore italiano.
Stare Miasto, la Città Vecchia, è tornata a splendere come nei secoli passati. Le strade lastricate, le case a graticcio, la Piazza del Mercato con la statua della Sirenetta, considerata il simbolo della città, con musei, chiese e caffetterie, creano un’atmosfera di fiaba. E poi la Piazza del Castello con il Palazzo Reale e la Colonna del re Sigismondo. Da qui parte la Strada Reale, costeggiata di palazzi nobiliari ed edifici storici. Una ricostruzione della città così perfetta che è stata riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Insomma, Varsavia è tornata ad essere la “Parigi dell’Est”, come veniva definita prima della distruzione bellica.
Ma Varsavia non è solo storia e passato. È anche modernità. Intorno al Centro storico, comunque imprescindibile meta di ogni itinerario turistico, sono nati nuovi quartieri, con grattacieli ed edifici che fanno di Varsavia una città dinamica e proiettata verso il futuro.
Intorno al Palazzo della Cultura e della Scienza, cuore del centro commerciale e finanziario di Varsavia, realizzato negli anni ‘50 ed esempio di architettura socialista che con i suoi 237 metri per anni ha dominato il panorama della città, sono stati costruiti grattacieli moderni che hanno cambiato lo skyline di Varsavia, rendendolo più attraente e contemporaneo.
Qui è stato realizzato anche il Museo di arte moderna, che affianca idealmente altri importanti centri culturali, come il Museo di Chopin, quello dedicato a Marie Curie e il Centro scientifico dedicato a Copernico, tre personaggi illustri nati a Varsavia. E poi il Museo Nazionale nonché il Museo dell’Insurrezione di Varsavia, che ricorda la coraggiosa ma tragica rivolta contro i nazisti nella Seconda Guerra Mondiale.
Varsavia è anche di ricca di spazi verdi come il Parco Lazienki dove si trova il monumento eretto in onore del grande compositore Frydeyrk Chopin, o come i Giardini Sassoni e i Krasinki Garden. Più recente, ma non per questo meno interessante, il Giardino della Biblioteca dell’Università di Varsavia. A due passi dalla Vistola, è stato progettato dalla famosa architetta Irena Bajerska, aperto nell’estate del 2002 e da allora è diventato uno dei posti più apprezzati non solo dagli studenti universitari, ma anche dai turisti e dagli abitanti della città.
Un altro luogo da visitare assolutamente è “Elektrownia Powisle”, l’antica centrale elettrica che ha fornito energia alla città per quasi un secolo. Ora è stata recuperata ed ospita ristoranti, bar, negozi e spazi di socializzazione. Un sito post-industriale divenuto un importante polo d’attrazione.

Opasly Tom Restaurant
Per chi è alla ricerca di contemporaneità e un po’ di trasgressione, la zona da vedere è Praga. Un quartiere, che non ha nulla a che fare con la capitale ceca, che dopo un periodo di degrado ora è stato riqualificato ed è diventato il più alternativo e più scelto della città: per la sua cultura underground, i suoi locali alla moda, le gallerie d’arte, i concerti, i suoi murales e la street art che gli donano vita e colore.
Varsavia sta vivendo anche una fase di grande e interessante fermento gastronomico. Accanto ai piatti tradizionali e popolari come i pierogi (una sorta di ravioli dai molteplici ripieni), le zuppe (come la borsch o la zurek o la più estiva chlodnik), o l’aringa alla varsaviana, lo stinco di maiale in gelatina e gli gnocchi (palline di patate ripiene di carne di maiale e cipolle), o la wuzetka (una torta di pasta frolla al cacao e crema), la cucina polacca offre una grande varietà di ricette moderne. E la città e piena di ristoranti di ogni livello dove si possono assaggiare piatti ricercati e prelibati.

U Wieniawy Restaurant
Due fra tutti: l’Opasly Tom Restaurant, un ristorante elegante e raffinato nato negli spazi di un’antica libreria accanto al Teatro dell’Opera. Offre una interpretazione moderna della cucina polacca con ingredienti di stagione prodotti direttamente nell’azienda agricola di proprietà.
E l’altro è l’U Wieniawy Restaurant, in Piazza Pilsduski, con un ambiente caldo ed accogliente, dove la cucina tradizionale polacca si combina con l’eleganza e la storia. Infatti, si ispira alle tradizioni culinarie fra le due guerre e offre piatti preparati con un tocco di stile retrò.
