Identità e territorio al centro del primo Rapporto sul Turismo DOP

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Presentato il primo Rapporto sul Turismo DOP: basato su indagini dirette e fonti istituzionali, propone un’analisi organica e aggiornata del fenomeno, includendo anche una sintesi comparativa e una classifica regionale italiana

Il primo Rapporto Turismo DOP, uno studio promosso da Fondazione Qualivita in collaborazione con Origin Italia, con il supporto del Masaf è stato recentemente presentato durante una cerimonia che ha visto la partecipazione del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e del Ministro del Turismo, Daniela Santanchè. Il documento rappresenta la prima mappatura organica delle attività turistiche legate ai prodotti a Indicazione Geografica, offrendo un’analisi strutturata del fenomeno in Italia.

Il Turismo DOP si distingue come modello integrato di accoglienza fondato sulle filiere DOP e IGP, promosse dai Consorzi di tutela. Le esperienze si sviluppano all’interno dei territori di origine, valorizzando paesaggi, tradizioni e comunità locali, in linea con il nuovo Regolamento europeo 2024/1143 che riconosce ai Consorzi anche la funzione di sviluppo dell’offerta turistica.

Una rete diffusa sul territorio

Secondo il Rapporto, in Italia sono attualmente attive 585 iniziative turistiche riconducibili alle DOP e IGP. Di queste, 235 sono eventi temporanei: degustazioni in cantina, visite guidate in caseifici, festival culturali, attività sportive legate alle produzioni certificate. L’ambito degli eventi si conferma il più dinamico, capace di coinvolgere un pubblico ampio e variegato. A queste si affiancano 188 infrastrutture permanenti, tra cui le Strade del Vino e dei Sapori riconosciute dalle Regioni, musei del gusto, centri didattici e presidi culturali che consolidano l’esperienza nel tempo e nel territorio.

Il Rapporto identifica inoltre 130 elementi di valorizzazione collegati alle zone di produzione: patrimoni Unesco, paesaggi rurali storici riconosciuti dal Masaf, parchi naturali e aree protette. Questi elementi rafforzano il legame tra eccellenza agroalimentare, ambiente e identità. Completano il quadro 32 azioni specifiche di formazione e comunicazione, che includono pubblicazioni, convegni, campagne informative e percorsi educativi rivolti ad operatori e visitatori.

Un patrimonio di prodotti e comunità

Il Turismo DOP si sviluppa attorno a 597 prodotti certificati e coinvolge 361 Consorzi di tutela. I casi di studio presentati nel Rapporto — 41 in totale — raccontano le buone pratiche in corso su tutto il territorio nazionale, con esempi che spaziano dal vino al cioccolato, dall’olio all’aceto balsamico.

Durante la presentazione sono intervenuti in collegamento diretto rappresentanti dei Consorzi, tra cui: Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, Olio Garda DOP, Cioccolato di Modica, Grana Padano, Franciacorta, Mozzarella di Bufala Campana, Prosecco Superiore, Aceto Balsamico di Modena e molti altri.

Classifica regionale

Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia si posizionano ai vertici, grazie a un mix vincente di filiere produttive solide, attrattività turistica consolidata e, soprattutto, Consorzi di tutela strutturati e riconosciuti capaci di svolgere un ruolo attivo di governance territoriale. È quanto emerge dalla classifica regionale elaborata nel Rapporto Turismo DOP, che offre una lettura oggettiva e comparativa del fenomeno, attraverso un indice sintetico che integra oltre 20 indicatori ricavati da fonti ufficiali: eventi, infrastrutture, riconoscimenti, azioni formative, consistenza del settore agricolo, delle filiere DOP IGP e flussi turistici. Una vera e propria mappa dell’evoluzione del Turismo DOP nel nostro Paese.

Il Rapporto evidenzia come la sinergia tra agricoltura, turismo e Dop economy rappresenti oggi un modello virtuoso in grado di generare valore economico, rafforzare l’identità dei luoghi e rispondere alla crescente domanda di turismo esperienziale e consapevole.  La classifica regionale non va quindi interpretata come una semplice graduatoria, ma come uno strumento utile per individuare modelli replicabili e rafforzare le politiche pubbliche. 

“Il quadro che emerge è certamente positivo e segnala un attivismo crescente in tutti i territori, con esperienze che testimoniano la vitalità del legame tra Indicazioni Geografiche e turismo. Tuttavia, è necessaria una riflessione sulle regioni del Sud, dove – pur in presenza di numerose produzioni di qualità e di un forte appeal turistico – un numero troppo basso di Consorzi di tutela pienamente operativi non consente ancora di intercettare appieno le opportunità del Turismo DOP, come avviene in altre aree del Paese. È un segnale chiaro: non basta disporre di eccellenze produttive, serve anche una regia solida e riconosciuta, capace di orientare una visione strategica condivisa”. ha dichiarato Mauro Rosati – Direttore Fondazione Qualivita.

Una piattaforma a supporto del settore

In parallelo alla pubblicazione del Rapporto, è stata lanciata anche la nuova versione del sito www.turismodop.it, che raccoglie schede descrittive, mappe interattive, dati ufficiali, fonti normative e contenuti scientifici. Uno strumento pensato per operatori, istituzioni e turisti interessati a scoprire un’Italia autentica, certificata e sostenibile.

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