In Occitania nelle terre dei Catari

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La recentissima istituzione, al 30 settembre 2016, della regione Occitania,grazie all’accorpamento di Languedoc-Roussillon e Midi-Pyrénées, riconosce anche sotto l’aspetto amministrativo una delle più antiche realtà storico-culturali della Francia. In realtà la cultura occitana ha avuto una diffusione ben più ampia dell’odierna regione: basti pensare che è tuttora presente in Spagna nella pirenaica Val d’Aran e in alcune zone della Catalogna e in Italia, infatti, ‘valli occitane’ del Piemonte sud-occidentale e presenza nei dialetti di comuni liguri come Olivetta San Michele e Triora. Elementi occitani esistono inoltre anche in territori lontani come il comune di Guardia Piemontese in Calabria. Storicamente il nome Occitania è già usato nel Basso Medioevo come attestato da documenti del 1290 e da una dichiarazione del re di Francia Filippo il Bello che nel concistoro di Poitiers del 1308 dichiara di regnare su due nazioni, una di lingua gallica e una di lingua occitana.

L’odierna Occitania, divisa in 13 dipartimenti, capitale l’affascinante Tolosa, è per superficie la seconda regione francese e può vantare 8 siti Patrimonio Mondiale Unesco: Il Canal du Midi, Gavarnie-Mont Perdu, i Cammini di Santiago di Compostela, la Città episcopale di Albi, gli altopiani dei Causses e la catena delle Cévennes, il Ponte sul Gard, la Città storica fortificata di Carcassonne e le Fortificazioni di Vauban, in particolare Villefranche-de-Conflent e Mont-Louis; 2 Parchi Nazionali, ossia, Pirenei e Cévennes; 1 Parco Naturale Marino, dal nome Golfo del Leone oltre a 6 parchi naturali Regionali; 30 Centri e Istituti termali; 44 stazioni di sport invernali tra Pirenei e Massiccio Centrale e 220 km di coste mediterranee con 37 porti turistici. Un territorio che offre moltissimo e può soddisfare ogni desiderio e curiosità: storia, arte e innovazione convivono, come nella Città dello spazio, www.cite-espace.com, nel Festival dell’Astronomia di Fleurance e nel leggendario Festival del Jazz a Marciac, www.jazzinmarciac.com, giunto alla quarantesima edizione.

Per chi non la conosce, Marciac, sita nel cuore delle valli del Gers in Guascogna, è un esempio di città fortificata del XIII secolo e durante il festival le tipiche strade e piazzette, i ristoranti e i caffè sono travolti da un’atmosfera speciale che unisce le note dei concerti gratuiti alla convivialità tipicamente francese. La storia e la vita delle terre occitane sono scandite da una forte spiritualità, non solo per i due Cammini di Santiago di Compostela, vale a dire, la Via Tolosana o Via di Arles che attraversa Tolosa e la Via del Piemonte Pirenaico che partendo da Narbonne collega i grandi luoghi spirituali quali Carcassonne, Saint-Bertrand-de-Comminges, Lourdes e la cappella dei Templari di Aragnouet e per avere a Lourdes uno dei principali centri mondiali del culto della Madonna e nel dipartimento di Gard circa un quarto dei protestanti francesi, un ricco calendario di mostre e spettacoli celebra quest’anno il 500° degli Editti di Lutero, ma per essere state la culla e il principale centro tra il 1150 e il 1250 della dissidenza catara.

Sulle tracce dei Catari

Per contrastare e debellare un fenomeno religioso alternativo alla Chiesa ufficiale, dopo vari tentativi non violenti, che diedero anche origine all’Ordine domenicano, nel 1208 Papa Innocenzo III bandì una crociata, la prima di Cristiani contro Cristiani, che non ebbe molta efficacia religiosa per cui papa Gregorio IX istituì un tribunale dell’Inquisizione che impiegò settant’anni a stroncare il catarismo. La predicazione e l’esempio della vita in povertà avevano una grande presa sui ceti più umili e il rifiuto della proprietà privata scardinava l’ordinamento sociale che su questa si basava per cui fu il potere politico, prima ancora di quello religioso, a reprimere il catarismo con la forza. Dal Languedoc all’Aude fino ai territori intorno ad Albi sono tuttora molte le tracce dei Catari: solo nell’Aude, www.audetourisme.com, sono 21 tra castelli e Abbazie, testimonianza di una ricchezza storica straordinaria,  i siti ‘catari’, per conoscere nei particolari un territorio dalle molte sfaccettature. Non si possono comunque ignorare Il museo del Catarismo, a Mazametnel cuore della Montagna Nera, importante fonte per scoprire e capire anche attraverso ambientazioni sonore e video storia, credenze e rituali dei Catari, il Museodel Quercorb a Puivertin cui vivere la musica medievale nell’epoca dei trovatori attraverso ambienti musicali, video, oggetti e giardini a partire dal Medioevo e soprattutto Carcassonne, www.carcassonne.org.

Carcassonne e Albi

L’affascinante Carcassonne, riconosciuta dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità, risale al I secolo a.C.: fondata dai Romani come centro fortificato, divenne con i Franchi capitale della contea e fu con Agen, Tolosa e Albi sede di una delle quattro Chiese in cui era strutturato il movimento cataro. Conquistata nel 1209 dai ‘Crociati’ di Innocenzo III, dal 1240 fu annessa da Luigi IX al regno di Francia divenendo un’importante fortezza militare.Nel 1271 sull’altra sponda dell’Aude fu fondata la città bassa, collegata alla Carcassonne originaria dal trecentesco Pont Vieux da cui, dopo aver salutato le numerose famiglie di canard che nuotano placidamente, specialmente all’imbrunire e al sorgere del sole si gode un’emozionante vista della città alta, la Cité, e delle sue mura restaurate dal 1835 dall’architetto Viollet-le-Duc. La Cité è contenuta da una cinta fortificata medievale, tra i più importanti esempi europei, che si può godere percorrendo ‘les Lices’, spazio tra le due cinte murarie, e scoprire la storia di una costruzione iniziata in epoca tardo-romana. Sul suo lato occidentale attendono il visitatore l’imponente Château Comtal, del XII secolo, nelle cui sale si può ammirare anche il Musée Lapidaire e la Cathédrale St-Nazairedalla turrita facciata e dall’interno affascinante con la severa navata romanica e capolavori gotici.

Il borgo medievale è, però, da vivere nelle piccole e tortuose vie che si aprono improvvise in vezzose piazzette dove si affacciano deliziosi locali in cui assaporare una raffinata gastronomia. Non c’è mese in cui non valga la pena passare qualche giorno a Carcassonne: luglio ha un motivo in più con il Festival di Carcassonneche tra il Teatro antico della città medievale e la Grande Scène La Fajeolle offre momenti magici agli appassionati di danza, musica, prosa, opera, varietà.  Un tour nella storia dei Catari non può non toccare, nel vicino Gers, Albi, cuore di quel movimento. Sita sulla riva sinistra del Tarn, Albi, www.albi.fr,  il cui centro storico è stato dichiarato “Patrimonio dell’umanità” dall’Unesco, è una famosa città d’arte raccolta intorno alla Cathédrale de Ste-Cécileche si staglia, imponente, nel punto più alto dello sperone roccioso che domina il fiume. Accanto alla cattedrale nel Palais de la Barbie, sede arcivescovile nel XIV – XV secolo, vi è il Musée Toulouse-Lautreccon centinaia di pitture e disegni di questo grande artista di Albi. A 25 km dalla città un piccolo gioiello: Cordes-sur-Ciel, un villaggio fortificato fondato nel 1222 dal conte di Tolosa Raymond VII, protetto da quattro ordini di mura e impreziosito da numerose case gotiche del ‘300. Le terre dei Catari propongono anche favolosi tracciati per gli amanti del trekking, www.lesentiercathare.com: dal mitico sentiero, lungo 250 km per una dozzina di tappe, che attraversa il cuore delle Corbières con i suoi castelli, fortezze e cittadelle in equilibrio su vertiginosi picchi rocciosi, al Chemin des Bonshommes che raggiunge con sette tappe in splendidi paesaggi di montagna la Spagna seguendo i sentieri percorsi dai Catari per sfuggire all’Inquisizione.

Info: www.france.fr