Fata Morgana: memorie dell’invisibile

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Ottima e indovinata a Milano – nel cuore del quadrilatero della moda – la sede di Palazzo Morando (Via Sant’Andrea 6) per ospitare fino al 30 novembre 2025 l’intrigante mostra con ingresso gratuito“Fata Morgana: memorie dell’invisibile”, creata e realizzata a cura di Massimiliano Gioni, Daniel Birnbaum e Marta Papini dalla Fondazione Nicola Trussardi

Man Ray, Groupe Surréaliste (Séance d’écriture automatique), 1924-1980, Printed by Pierre Gassmann, Collezione privata, Courtesy Gió Marconi, Milan – SIAE 2025

L’esposizione trae ispirazione sia dalla mitica leggenda celtica della “Fata Morgana”, sorella di Re Artù spesso associata a luoghi misteriosi come l’isola di Avalon, luogo mistico in Cornovaglia o in Canada e terra di passaggio tra la terra dei vivi e quella dei morti, sia dall’interpretazione di André Breton (padre del Surrealismo) nell’omonimo romanzo (1940), scritto intrecciando storia, arte e misticismo dopo la sua fuga nella Francia incendiata dalla follia nazista. Il nome Fata Morgana è stato dato, inoltre, a un fenomeno ottico naturale, dovuto a un’inversione termica (strati d’aria più vicino al mare/ghiaccio più freddi dei sovrastanti), che fa sembrare gli oggetti come ingranditi e sospesi a mezz’aria.

Pierre Klossowski, Le Jeune Ogier dans les bras du Frère Lahire II, 1972, Collezione Bilinelli, Milano

Più di duecento opere (dipinti, fotografie, documenti, disegni, film, sculture e oggetti rituali) compongono una costellazione di settantotto figure (scrittori, mistici, medium, chiromanti, filosofi, veggenti, ipnotisti, figure storiche e artisti contemporanei) che hanno tentato di aprire “varchi” tra mondo visibile e invisibile – sono abilmente inserite nel Palazzo Morando, dimora di fine ‘500 abitata dal 1903 dall’affascinante contessa Lydia Caprara Morando de Montalba (1876–1945), sposata con Gian Giacomo Attendolo Bolognini. Mecenate e donna di cultura che anima il suo vivace e frequentato salotto e insieme appassionata studiosa mistica ed esoterica di scienze occulte tanto da ottenere la dispensa della curia ecclesiastica per occuparsene approfondendo la materia e raccogliendo testi vietati di alchimia, teosofia, spiritismo, esoterismo e occultismo (oggi custoditi presso l’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana), nel 1945 dona la sua dimora completa di arredi, opere e oggetti d’arte a Milano con il vincolo di farne una sede museale. Dopo la seconda guerra, vi viene trasferito il Museo di Milano con opere (provenienti dalla collezione di Luigi Beretta acquisita nel 1934 dal Comune e sita in primis a Palazzo Sormani) che illustrano la trasformazione della città tra XVII e inizio XX secolo. Nel 2010 il Palazzo diviene sede della collezione di Costume e Moda del Comune di Milano con testimonianze dal ‘600 a inizio 2000.

Eusapia Palladino, Seduta con la medium Eusapia Palladino. Alla presenza di Sally Proudhomme e della Baronessa de Watteville, tra gli altri, 1985-1900

Un ambiente pregno di stimoli culturali: onde energetiche che ben si attagliano a ospitare questa mostra di Trussardi nella quale non si cerca tanto l’autenticità di questo particolare interesse quanto piuttosto la sua ricaduta sull’esperienza artistica comunque influenzata. Un dialogo tra il pensiero della Contessa e le indagini artistiche che dall’Ottocento fino a oggi hanno indagato il mistero dell’invisibile e dell’occulto con il risultato di fare apparire un “atlante dell’invisibile” affollato di estasi, apparizioni e visioni medianiche che riflettono inquietudini e timori comuni allora e in ogni epoca.

L’intrigante percorso della mostra si dipana attraverso otto sezioni, “capitoli” del complesso “atlante dell’invisibile”, che raccontano intrecci e contaminazioni tra arti visive e misticismo, fenomeni paranormali, spiritismo, esoterismo, teosofia e pratiche simboliche meglio decifrabili con l’aiuto degli ottimi pannelli illustrativi che introducono ogni sezione o delle accoglienti e preparate “guide” – giovani che vivono nel mondo variegato delle diverse discipline artistiche – messe a disposizione dalla Fondazione Trussardi per illuminare con la fiaccola dell’animo artistico chi vuole capire, trovare e approfondire l’ignoto attraverso Palazzo Morando, divenuto con l’occasione portale verso altre dimensioni sospese tra passato e presente e tra realtà e immaginazione.

Hilma af Klint
Primordial Chaos, The WU/Rose Series, Group 1, 1906-1907, By courtesy of the Hilma af Klint Foundation – Ph The Moderna Museet, Stockholm, Sweden

A metà percorso, particolarmente suggestivo e prezioso (essendo esposto in Italia per la prima volta) il corpus di sedici tele di Hilma af Klint (1862-1944), pittrice svedese che grazie all’ispirazione di sedute spiritiche e di esperienze mediatiche inizia dal 1906 un cammino completamente nuovo creando un originalissimo linguaggio artistico simbolico e astratto prima di Wassily Kandinsky e Piet Mondrian, riconosciuti come avanguardie dell’astrazione. Le opere per volontà dell’artista rimaste sconosciute per decenni risultano nella storia dell’arte moderna misteriose e insieme rivoluzionarie quali trascrizioni di messaggi ultraterreni attraverso una pittura che anticipa le rivoluzioni artistiche del Novecento.

A ciascuno dei visitatori il divertimento di trovare sintonie e varchi con il proprio sapere in modo da chiarire, arricchire e illuminare sempre di più il suo io integrandolo in questo complesso presente, figlio del passato, che ha bisogno di ordine e chiarezze per costruire un futuro più sereno.

Immagine in apertura: Chiara Fumai, The Book of Evil Spirits, 2015, (video still), Courtesy Archivio Chiara Fumai