Oltre i confini della realtà, legami tra Italia e Svizzera nel secolo dell’Irrazionale

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Una nuova, grande mostra indaga il ruolo dell’irrazionale e del sogno nell’arte del Novecento, mettendo in dialogo i maestri che hanno infranto i confini del reale. A Domodossola, tra Picasso, Klee e Chagall, prende vita un percorso affascinante tra materia e spirito, tradizione e avanguardia

Egidio Costantini – Fucina degli Angeli, Il Furetto, 1954, vetro trasparente blu soffiato a mano, ED Gallery, Piacenza

Palazzo San Francesco, nel cuore di Domodossola, si trasforma in un crocevia di visioni e intuizioni artistiche che attraversano il Novecento, accogliendo dal 1° agosto 2025 all’11 gennaio 2026 la mostra Oltre i confini della realtà. L’iniziativa, allestita negli spazi dei Musei civici “Gian Giacomo Galletti”, propone un viaggio immersivo nell’universo dell’arte che rifiuta la gabbia della logica per abbracciare la dimensione spirituale, astratta e immaginifica. Un’esposizione che accosta i nomi più iconici del secolo scorso — Pablo Picasso, Paul Klee, Marc Chagall, Osvaldo Licini, Fausto Melotti e Gastone Novelli — a opere rare, spesso inedite, per indagare le relazioni sottili tra arte, sogno e libertà.

Il progetto, ideato e curato da Antonio D’Amico con il supporto di Stefano Papetti e Federico Troletti, nasce dalla collaborazione tra il Comune di Domodossola, la Fondazione Angela Paola Ruminelli e il Museo Bagatti Valsecchi di Milano, e gode del patrocinio della Regione Piemonte e del sostegno di Findomo S.r.l. L’esposizione costituisce un appuntamento cardine della quinta edizione della Mostra Italo-Svizzera, prevista in città dal 13 al 22 settembre 2025, e si inserisce in un contesto territoriale che ha sempre favorito gli scambi culturali e artistici, grazie alla posizione strategica di Domodossola tra le vallate alpine e i confini elvetici.

Una geografia dell’arte: tra confini fisici e simbolici

Paul Klee, Baumgruppe, 1931, acquerello italiano su carta Ingres, Collezione privata. Courtesy Nuova Galleria Morone, Milano

Il dialogo tra Italia e Svizzera ha rappresentato per molti artisti del secolo scorso un fertile terreno d’ispirazione. A testimoniarlo sono figure come Paul Klee, che coniuga nel suo linguaggio pittorico la precisione mitteleuropea e l’intuizione mediterranea; oppure Marc Chagall, che lasciò una traccia luminosa con le sue celebri vetrate a Zurigo, esprimendo un legame profondo con la spiritualità svizzera. Anche Pablo Picasso, attratto dal classicismo rinascimentale italiano, trova nell’incontro tra culture la scintilla per nuove sperimentazioni formali.

La mostra mette in luce queste connessioni invisibili, seguendo un tracciato che va dagli anni fra le due guerre mondiali fino agli anni Sessanta. In questo arco temporale, l’arte si trasforma, supera il naturalismo e diventa veicolo di esplorazione interiore. L’immaginario collettivo si arricchisce di nuove forme e simboli, alimentati da un’epoca segnata da grande instabilità politica e fervore intellettuale.

Materia visionaria: tra vetro, ceramica e segni dell’inconscio

Marc Chagall, Suonatore di violino, 1960 ca., tecnica mista su carta, Collezione privata M. B., Milano

Cuore dell’esposizione è un insieme prezioso di opere pittoriche e d’arte applicata che sfidano le convenzioni formali. Tra queste spiccano le ceramiche di Fausto Melotti — Senza titolo, Centauro e due versioni di Bambini — che traducono in materia fragile il pensiero astratto. Si affiancano le straordinarie creazioni in vetro della Fucina degli Angeli di Venezia, frutto delle collaborazioni tra Egidio Costantini e artisti come Picasso. Il Furetto e il Satiro testimoniano come anche il vetro possa farsi strumento di visioni interiori, al pari dell’unica opera in mostra di Jean Cocteau, Tre occhi (1956), che suggella l’intersezione tra simbolismo e forma.

Completano il percorso opere di forte impatto come Baumgruppe (1931) di Paul Klee, i poetici Suonatore di violino e Composition au cirque (1976-77) di Marc Chagall, e i dipinti visionari di Osvaldo Licini, tra cui la celebre Amalassunta. La pittura di Gastone Novelli, invece, si distingue per un lessico grafico che si fa scrittura fantastica, espressione di una ricerca quasi mistica del significato nascosto dietro i segni.

Il Novecento come soglia: tra passato e futuro dell’immaginario

Fausto Melotti, Bambini, 1955 ca., ceramica smaltata policroma, Repetto Gallery, Lugano

Oltre i confini della realtà non si limita a raccontare un capitolo d’arte del passato, ma intende riflettere su come l’abbandono della razionalità abbia aperto nuovi scenari per l’arte contemporanea.

In un mondo ancora segnato da instabilità e trasformazioni, il lascito di questi artisti continua a parlare con urgenza e autenticità. La mostra suggerisce una continuità profonda tra la sperimentazione di allora e le ricerche di oggi, in cui l’immagine torna a essere spazio di riflessione, sogno e rivelazione.

Immagine in apertura: Osvaldo Licini, Missili Lunari, 1956, olio su tela, Galleria d’Arte Contemporanea

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