Il Cammino Tesori del Reno nasce per valorizzare un tratto dell’Appennino bolognese rimasto a lungo ai margini dei flussi turistici. Il percorso escursionistico, appena inaugurato, percorre scorci naturali intatti, tesori artistici e memorie storiche, in sei tappe a piedi o tre in MTB, in una formula pensata per il turismo lento e consapevole
Un percorso ad anello, che si sviluppa su 95 chilometri, con partenza e ritorno a Vergato, toccando anche i comuni di Grizzana Morandi e Castel d’Aiano. Il nuovo Cammino Tesori del Reno segue per oltre l’80% percorsi CAI e attraversa un territorio con un dislivello complessivo di oltre 3.500 metri. Il contesto è quello dell’Appennino bolognese centro-occidentale: una dorsale collinare che alterna tratti boschivi a crinali aperti e vallate ancora abitate, dove si conservano architetture storiche e una biodiversità significativa.
L’ideazione del Cammino si deve a Davide Muzzarini, grande camminatore e profondo conoscitore del territorio, e alla realizzazione da parte dell’associazione Teamleggero APS-ASD, in collaborazione con Trekking Italia. L’obiettivo non è solo promuovere un nuovo itinerario escursionistico, ma creare uno strumento di sviluppo territoriale, sostenibile e coerente con la vocazione culturale dell’Appennino. Il progetto si inserisce nel contesto di un turismo esperienziale in forte crescita, orientato alla qualità della fruizione e alla permanenza nei luoghi, anziché alla mera visita. Il Cammino Tesori del Reno si propone quindi come modello replicabile, in grado di valorizzare aree interne attraverso la messa a sistema di paesaggio, memoria, e comunità locali.
Il tracciato tocca decine di luoghi di interesse: dalla Rocchetta Mattei alla chiesa progettata da Alvar Aalto, dai borghi storici de La Scola e Campolo alle grotte e cascate di Labante. Non mancano esempi di architettura medievale (torri, pievi, case-fortezza) e testimonianze di arte contemporanea, come le installazioni di Luigi Ontani a Vergato.
La stratificazione culturale è densa: si attraversano aree che hanno vissuto l’evoluzione del monachesimo, le lotte medievali, le tensioni religiose dell’età moderna, e la resistenza contadina della società appenninica. Particolare rilievo è dato alla Rosa Comacina, simbolo geometrico ricorrente nell’edilizia storica della zona, reinterpretato e riproposto nel logo del cammino. Il segno, di origine molto antica, appare inciso su portali, davanzali, tigelle e strumenti agricoli, e simboleggia una continuità tra vita quotidiana, religiosità e difesa apotropaica.
La rete dell’accoglienza lungo il percorso è già ben strutturata: oltre 40 attività tra ristoranti, B&B, agriturismi e strutture ricettive offrono circa 1.400 coperti e 400 posti letto complessivi.
Le tappe: accessibilità e contenuto culturale
Il percorso è stato progettato per essere percorso in sei tappe giornaliere, con chilometraggio contenuto, ideate per agevolare l’approccio escursionistico e favorire la fruizione dei numerosi punti di interesse lungo il tracciato. La tappa più impegnativa, in termini di dislivello, è la terza, quella di Riola – Castel d’Aiano, con un dislivello pari a 930 m, mentre le altre mantengono un profilo altimetrico vario, ma accessibile. Il cammino è percorribile anche in mountain bike, con un piano di marcia su tre giornate, suggerito con l’uso di bici a pedalata assistita.
La sequenza delle tappe è la seguente:
-
Vergato – Grizzana Morandi (10 km, +530 m)
-
Grizzana Morandi – Riola (17,4 km, +808 m)
-
Riola – Castel d’Aiano (13,6 km, +930 m)
-
Castel d’Aiano – Rocca di Roffeno (14,8 km, +658 m)
-
Rocca di Roffeno – Cereglio (17,5 km, +707 m)
-
Cereglio – Vergato (11 km, +111 m)
Il Cammino è dotato di una segnaletica fisica (oltre 600 segnavia) e supporti digitali (mappe scaricabili con geolocalizzazione), per garantire sicurezza e fruibilità anche a chi non ama utilizzare strumenti cartacei. Il sito web, molto curato, spiega nel dettaglio le tappe e tutto ciò che si può incontrare percorrendole.
Info: camminotesoridelreno.it
Giovanna Genovese