Ivrea, tra la storia, la leggenda Olivetti e l’architettura moderna

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A 45 minuti di auto da Torino, Ivrea, capoluogo del Canavese, ha una lunga storia. Inizia quando nel 100 a.C. i Romani fondarono Eporedia; ai nostri giorni raggiunge il clou con Olivetti, che le ha valso nel 2018 il riconoscimento dall’Unesco di “Città industriale del XX secolo”. Oggi Ivrea conserva un nucleo storico e gli edifici del “mondo Olivetti” sono ben inseriti e visitabili nel contesto urbano

Il mondo Olivetti

Nel 1908 Camillo Olivetti fondò a Ivrea l’Olivetti, per la produzione di macchine da scrivere. All’epoca non gli diedero molto credito, gli scettici dicevano che quello strumento non avrebbe mai soppiantato la bella calligrafia. La prima macchina, la M1, fu messa in commercio nel 1911. Il figlio di Camillo, Adriano, dal 1938 diede all’azienda una svolta rivoluzionaria volendo unire profitto e responsabilità sociale. Adriano investe in architettura, urbanistica, cultura e welfare per i dipendenti. Costruisce scuole, case, biblioteche e spazi verdi. L’impresa diventa un modello globale di “capitalismo etico”. Olivetti produce icone come Lettera 22 (1950), celebre macchina da scrivere portatile, Programma 101 (1965), uno dei primi personal computer al mondo, calcolatrici e terminali elettronici all’avanguardia per l’epoca.

La funzionalità andava di pari passo con l’estetica, collaborarono con Olivetti artisti e designer come Ettore Sottsass, Marco Zanuso e Gae Aulenti, oltre a grafici come Giovanni Pintori. Il design delle macchine Olivetti è esposto nei principali musei del mondo, incluso il MoMA.  Adriano volle, fra il 1930 e il 1960, un complesso di edifici progettato dai più famosi urbanisti italiani (come Luigi Figini e Gino Pollini, Annibale Fiocchi, Ottavio Cascio e Marcello Nizzoli). L’intento era quello di inserire la parte produttiva, ma anche le abitazioni, nel contesto urbano, in nome di un’elevata qualità della vita.

Oggi nel Visitor’s Centre UNESCO, ingresso in Via Jervis 11, i visitatori possono conoscere la storia di questa realtà e programmare le visite. Gli edifici sono visitabili dall’esterno, lungo i percorsi pedonali proposti dal “Museo a cielo aperto dell’Architettura Moderna di Ivrea” (MaAM), ci sono delle stazioni informative con segnali vicino agli stabili. Lungo il percorso troviamo la Nuova ICO, un edificio di 3 piani che incorpora la struttura delle Officine Meccaniche Olivetti (OMO), costruite dal 1898 al 1958. L’edificio si distingue per la doppia parete vetrata, interrotta solo verso il cortile interno e verso Montenavale da torri tecniche. 

Una curiosità: c’è anche Renato Guttuso nel mondo Olivetti. Il grande quadro “Boo­gie Woo­gie” (8×8 metri) di Renato Guttuso, fu realizzata nel 1945 per lo show-room Olivetti di Roma, poi negli anni ’70, quando il locale venne lasciato, il dipinto (fu staccato e ricollocato nella mensa degli stabilimenti di Scarmagno (Torino). L’operazione suscitò per il suo costo polemiche tra gli operai, in un periodo di già intense agitazioni; Guttuso intervenne raccontando ad un giornale di aver chiesto alla Olivetti che il suo lavoro fosse pagato ad ore, secondo il guadagno di un operaio specializzato. Adesso il dipinto si trova nell’area dell’ex Officina H degli stabilimenti ICO di Ivrea, ristrutturata per essere adibita a spazio per esposizioni, convegni e spettacoli.

In tema di edilizia  abitativa, è interessante la buffer zone del Sito Unesco, nel quartiere residenziale di Canton Vesco, realizzato tra il 1943 ed il 1963 con abitazioni e servizi per i dipendenti, dove spicca l’asilo-nido di Ridolfi e Frankl, che ha l’aria di un castello giapponese, con un bel giardino ed oggi è sede dell’Archivio nazionale del cinema d’impresa (ANCI) che raccoglie documentari industriali. Su richiesta si può visitare un appartamento dell’Unità Residenziale Ovest, detta “Talponia”, un complesso semicircolare di due piani con monolocali destinati, nel 1968, ad ospitare dipendenti e collaboratori di passaggio. Merita una visita anche il palazzo Uffici, all’interno di un grande parco, per ammirare lo scalone monumentale di pianta esagonale sovrastato da un grande lucernario in vetro di Murano. C’è da ricordare che gli spazi verdi sono stati sempre molto importanti nel “mondo Olivetti”, progettati e realizzati da esperti botanici che studiarono minuziosamente le piante più adatte, autoctone e non, per giardini e parchi attorno a case e fabbriche.

Nella storia di Olivetti trova posto anche la Chiesa di San Bernardino, acquistata da Camillo Olivetti nel 1907  quando era abbandonata, e per un periodo vi abitò. La chiesa e il convento furono fatti costruire a partire dal 1455 dai Frati Minori francescani, ed è un importante esempio di gotico lombardo, con affreschi del ‘ 400 attribuiti al pittore rinascimentale Giovanni Martino Spanzotti. L’edificio è stato donato al Fai dalla famiglia Olivetti ed ora sono in programma lavori di restauro che interessano anche il convento.

Una visita al mondo Olivetti comprende anche “Tecnologicamente”, il Museo e Laboratorio didattico che racconta la storia dell’azienda e della famiglia Olivetti, si possono ammirare le macchine per scrivere (come le famose Lettera 22 e Valentine), i calcolatori e i personal computer, conoscerne la storia e i loro ideatori.

Importante è anche l’ Archivio Storico Olivetti a Villa Casana – splendido edificio in mezzo al verde-: qui è conservato il  patrimonio archivistico della Società e della Famiglia Olivetti. Nella dépendance Villetta Casana vi è una mostra permanente, che racconta la storia della Olivetti.

Nel centro storico fra cattedrale e castello

Ivrea non è, naturalmente, solo il “mondo Olivetti”. Il centro storico si snoda intorno a Via Palestro, la strada principale, molto gradevole con le sue originali boutique e i piccoli negozi artigianali. Sul lato settentrionale della via sorge l’elegante Piazza Pietro Ottinetti, dove nell’antico Monastero di Santa Chiara troviamo il Museo Civico P.A. Garda, che custodisce la collezione archeologica cittadina, e una bella sezione dedicata all’arte orientale, frutto di donazioni di privati.

Fino al 26 ottobre 2025 sarà possibile visitare anche la mostra “Olivetti e i fotografi della Magnum”, che ha come tema la collaborazione tra l’industria Olivetti e grandi fotografi dell’agenzia Magnum: Wayne Miller, Erich Hartmann, Henri Cartier-Bresson, Sergio Larraìn).

Nella parte alta della città, vicino al palazzo del Vescovado ed al Castello, è da vedere la Cattedrale di Santa Maria Assunta, edificata tra il IV e il V secolo sui resti di un tempio romano, poi ricostruita nel X secolo dal vescovo Warmondo Arborio. Secoli di storia sono racchiusi in questa Cattedrale che conserva elementi dell’edificio romanico originario, dove la cripta stupisce con l’eleganza delle colonnine e i capitelli, il sarcofago romano di Caio Atecio Valerio che custodì le reliquie di San Besso, e i tanti affreschi fra i quali quello, bellissimo, della Madonna del Latte. Il vicino castello, voluto nel 1358 da Amedeo VI di Savoia e simbolo della città, restaurato e riaperto al pubblico, merita una visita: salendo sui camminamenti di ronda la vista spazia sulla città, l’Anfiteatro Morenico, il Canavese e l’imbocco della Valle d’Aosta.

Rafting in città

Per finire una giornata fra musei chiese e castello, cosa c’è di meglio di un’emozione adrenalinica? Ce la regala il rafting sulle acque della Dora, in gommone, con le guide esperte di Eporedia Rafting Center (eporediaraftingcenter@gmail.com). Il centro, che organizza anche corsi e gare di canoa, è in città, in una posizione molto bella sul fiume, con un piccolo parco giochi per bambini, un bar e un percorso a piedi fra il verde che porta in città ed è una passeggiata molto amata dagli eporediesi.

Mangiare e dormire

Per dormire, il 3T Boutique Hotel è un elegante eco-hotel 4 stelle a pochi passi dal centro storico. Ha camere di design con grandi belle foto di macchine da scrivere Olivetti.

Quattro ristoranti nel centro storico. L’Osteria San Maurizio, in un bel locale con volte di mattoni, propone piatti della tradizione, da provare i tajarin. GiuLiVa Bistrot Caffè, aperto di recente da tre giovani chef, è ideale per una pausa pranzo sfiziosa, il must è il premiato “Il trota” un panino con trota salmonata. La Gusteria è un ristorante-pastificio che offre pasta fresca piemontese, i ravioli del plin sono ottimi. Radici Cucina Genuina offre molte opzioni vegetariane e vegane. Per portare a casa una specialità locale, ci sono i biscotti epoirediesi senza farina, a base di albume, nocciole e cacao. Buonissimi.

Info: turismotorino.org.; ivreacittaindustriale.it