La Valle dei Templi di Agrigento da luglio 2024 a dicembre 2025 ospiterà l’esposizione I Tesori d’Italia, un viaggio nel patrimonio culturale e artistico attraverso le opere di 19 regioni italiane

Guido Cagnacci, Allegoria del Tempo, 1650 – Fondazione Cavallini Sgarbi
Oltre sessanta opere provenienti da diciannove delle venti regioni italiane, distribuite su sette secoli di storia dell’arte, si confrontano con lo spazio e il tempo nella mostra “I Tesori d’Italia – I grandi capolavori dell’arte”, aperta fino a dicembre 2025 a Villa Aurea, nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento, eletta Capitale Italiana della Cultura 2025.
Curata da Vittorio Sgarbi e Pierluigi Carofano, l’esposizione propone un dialogo tra le epoche e i linguaggi artistici, trasformando la monumentalità del patrimonio italiano in un’esperienza sensoriale e intellettuale. Le opere, scelte con uno sguardo attento alla rappresentatività territoriale e storica, dialogano con l’architettura classica e il paesaggio archeologico circostante, creando una tensione tra la dimensione temporale e quella spaziale che amplifica la percezione della bellezza e del valore culturale.
Promossa dal Parco Archeologico di Agrigento, prodotta dal Consorzio Progetto Museo e sostenuta dal Ministero della Cultura e dall’Assessorato regionale ai Beni Culturali e Identità Siciliana, la mostra si configura come un rito estetico e narrativo che per diciotto mesi celebra la grandezza dell’arte italiana. La cornice della Valle dei Templi, Patrimonio UNESCO, non è solo scenario, ma complice: la luce mediterranea, i templi antichi e il profilo dell’orizzonte completano l’esperienza, rendendo ogni opera non un semplice oggetto da ammirare, ma un capitolo vivente di un racconto nazionale che abbraccia storia, identità e cultura.
La grande mostra si articolerà in 3 differenti allestimenti che, a rotazione, presenteranno oltre 60 opere, tra dipinti e sculture, provenienti dai più importanti musei civici, regionali e nazionali e da importanti collezioni private, a testimonianza di una coesione civile e culturale attraverso le stratificazioni e la varietà dell’arte italiana dal XV al XXI secolo, dalle origini alla contemporaneità.

Luigi Bonazza, Notte d’estate, 1928 – Mart Rovereto
La prima fase del progetto, in programma da luglio a novembre 2024, vero e proprio red-carpet in vista delle celebrazione 2025 di Agrigento capitale della cultura italiana, rappresenta un excursus storico temporale in cui protagoniste sono le opere di: Pietro Cavaro (Sardegna), Nicolò dell’Arca (Puglia), Marco Cardisco (Calabria), Michele Tedesco (Basilicata), il Battistello (Campania), Antonio Finelli (Molise), Perugino (Umbria), Carlo Maratti (Marche), Giacomo Balla (Lazio), Saturnino Gatti (Abruzzo), Giovan Battista Langetti (Liguria), Bernardo Strozzi (Liguria), Guido Cagnacci (Emilia-Romagna), Vitale da Bologna (Emilia-Romagna), Lippi-Botticelli (Toscana), Bartolomeo Montagna (Veneto), Luigi Bonazza (Trentino-Alto Adige), Pierpaolo Pasolini (Friuli-Venezia Giulia), Adolf Wildt (Lombardia), Giovanni Girolamo Savoldo (Lombardia), Sodoma (Piemonte) e Italo Mus (Valle d’Aosta).
Le opere provengono da: Musei Nazionali di Cagliari; Fondazione Cavallini Sgarbi; Museo dell’Ottocento Pescara Fondazione Di Persio – Pallotta; Pinacoteca Civica “F. Podesti” di Ancona; Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma; Museo Nazionale d’Abruzzo; Museo della città di Rovereto; Museo Nazionale di San Matteo di Pisa; Museo Civico di Viterbo; Mart di Rovereto; Archivio Bonsanti Gabinetto Vieusseux; Gallerie dell’Accademia Venezia; Museo Regionale Castello Gamba della Valle d’Aosta.

San Domenico, scultura in terracotta di Niccolo’ Dell’arca, XV Sec.. – Collezione privata
La mostra è stata pensata per essere architrave narrativo di Agrigento Capitale della Cultura 2025 e mira ad evidenziare anche il virtuoso rapporto del Sistema culturale italiano, che coinvolge e valorizza la relazione con il sistema privato. Nel suo complesso, quindi, l’esposizione sarà un racconto di autori, fasi storiche, grandi e piccoli musei, storiche collezioni e sistemi territoriali. La filosofia del progetto troverà, poi, piena realizzazione nella fase cruciale del 2025, con l’esposizione di opere raccolte grazie alla collaborazione tra il Dipartimento regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana e la Direzione generale Musei del Ministero della Cultura, sulla base di un Protocollo d’Intesa siglato tra le parti. Saranno i venti Presidenti di Regione a compore, invece, il Comitato d’Onore della Mostra, realizzando così un tavolo istituzionale senza precedenti.
Info: mostreinsicilia.it
Immagine di apertura: Giacomo Balla, Un’onda di luce, 1943 – Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma
Maria Giovanna Genovese
