Il ruolo del vino come driver del turismo in Emilia-Romagna

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Il vino diventa chiave di lettura del territorio: non solo prodotto, ma linguaggio che orienta i flussi turistici, modella strategie di marketing e ridefinisce l’esperienza di viaggio. Un convegno nella Rocca di Dozza apre la festa del borgo e traccia le nuove rotte dell’enoturismo italiano

A Dozza, borgo medievale che domina le colline tra Bologna e Imola, il vino non è un elemento di contorno: è una lente attraverso cui osservare come sta cambiando il turismo italiano. Venerdì 10 maggio, nella Sala Grande della Rocca, un convegno dedicato al ruolo del vino come driver turistico apre la nuova edizione di Dozza in Festa, tre giorni di degustazioni e incontri che riscrivono la mappa del territorio a partire da un bicchiere.

Da semplice prodotto agricolo a motivo di viaggio. È questa la traiettoria che negli ultimi anni ha trasformato il vino in una delle leve più solide del turismo esperienziale. Oggi molte destinazioni italiane costruiscono la propria identità proprio attorno alle produzioni vitivinicole, integrandole in programmi di destination marketing che mettono al centro paesaggi, cantine, aziende agricole, borghi e itinerari.

L’Emilia-Romagna, con i suoi 6,6 milioni di ettolitri e 16.452 aziende vitivinicole (pari al 6,4% del totale nazionale), pesa per il 17,3% della produzione italiana. Ma ancora più significativo è il valore turistico: secondo l’Osservatorio Wine Monitor di Nomisma, l’enoturismo genera 2,9 miliardi di euro a livello nazionale. Ed è proprio qui che la regione accelera: nel percepito dei consumatori è la prima in Italia per qualità del cibo, un fattore che amplifica l’attrattività dei suoi vini.

Quattro italiani su dieci, tra i 18 e i 65 anni, hanno partecipato ad almeno una vacanza o escursione enoturistica nell’ultimo triennio. Il 5% ha scelto in modo specifico l’Emilia-Romagna, con una preferenza chiara per i colli bolognesi, oggi una delle zone più riconosciute e apprezzate dagli appassionati. Qui il vino non è solo degustazione: è un paesaggio narrativo fatto di colline, strade secondarie, trattorie, cantine e borghi che definiscono un modo diverso di vivere la regione.

Il convegno mette a fuoco anche la dimensione economica, non solo agricola o culturale. Il caso più eloquente arriva da Airbnb: nel 2022 la piattaforma ha introdotto la categoria Vigneti, che in Italia conta oggi oltre 33 mila annunci. Nel 2023 le presenze sono aumentate del 400%, superando 880 mila visitatori e con una permanenza media di 3,9 notti. Il costo medio di un alloggio vicino a un vigneto oscilla tra i 170 e i 180 euro a notte, segno evidente della disponibilità dei viaggiatori a pagare per un’esperienza immersiva.

A dialogare sul tema ci saranno voci provenienti da tutta la filiera: Fabio Benassi, Wine Monitor Nomisma; Sandro Santini, presidente della Strada dei Vini dei Colli di Rimini; Filiberto Mazzanti, direttore del Consorzio Vini di Romagna e presidente della Strada del Sangiovese; Davide Frascari, presidente di Enoteca Regionale Emilia-Romagna.

A moderare l’incontro sarà Stefano Bonini, giornalista e consulente in marketing turistico e food&wine, che porterà sul tavolo una lettura trasversale delle dinamiche in atto.

Il convegno segna anche l’avvio di Dozza in Festa, dal 10 al 12 maggio, evento che trasforma il borgo in un laboratorio a cielo aperto dedicato ai vini e ai prodotti tipici dell’Emilia-Romagna. Le vie della cittadina, famosa per i suoi murales e per la Rocca che ospita l’Enoteca Regionale, diventano il teatro naturale per degustazioni, incontri e itinerari tematici.

Info: fondazionedozza.it

M.G.G.

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